sabato, marzo 29, 2008

La lama sottile

QUESTE OSCURE MATERIE
LIBRO SECONDO: LA LAMA SOTTILE

di Philip Pullman
RIASSUNTO

Capitolo 1 - La gatta e l'albero

William ha 11 anni ed è in fuga. Sua mamma è mentalmente instabile e ha bisogno di essere costantemente accudita. Suo padre, John Parry, esploratore, è scomparso 10 anni prima in una spedizione in Alaska. William (Will) è stato bravissimo finora a prendersi cura della mamma, a passare sempre inosservato davanti a tutti in maniera da impedire ai servizi sociali di separarlo da lei. Ma ora una nuova minaccia incombe su di loro. E stavolta non è solo nella mente della sua mamma, ma alcune persone vogliono dei documenti che loro hanno e che riguardano il padre. Bisogna fuggire in qualche modo. Non sapendo che fare e non avendo parenti o amici a cui chiedere aiuto, Will affida la mamma a una buona signora, la sua maestra di piano, poi si allontana per decidere il da farsi. Torna a casa, ma due uomini vi si introducono per prendere quei documenti e Will, per fuggire e metterli in salvo, fa precipitare dalle scale uno dei due, uccidendolo.
Non gli resta ormai che la fuga.
Si reca quindi a Oxford perché è solo qui che potrà trovare un appiglio che lo riconduca a suo padre e quindi alla sua unica possibilità di salvezza.
Questo inizio è sconcertante, perché dopo aver letto la bussola d'oro ci aspettiamo che la storia riprenda da dove l'avevamo lasciata, quando Lyra attraversa il varco tra due mondi.
Invece ci ritroviamo da un'altra parte, con un protagonista e dei personaggi mai visti nel primo libro. E non è tutto, perché poco per volta ci rendiamo conto che Will non vive nel mondo di Lyra, ma nel nostro. Insomma, si muove nella nostra stessa realtà.
A Oxford Will, seguendo una gattina incontrata per strada, nota una specie di squarcio a mezz'aria attraverso il quale vede un altro posto, una cittadina sul mare. In fuga, lui attraversa quello squarcio e si ritrova effettivamente in un altro mondo.
La città è bella ma tranquillissima. Non c'è anima viva in giro, anche se tutto è illuminato (è sera tardi), come se tutti gli abitanti fossero fuggiti via all'improvviso. Will pensa che questo sia il posto giusto per nascondersi, così s'intrufola in una taverna abbandonata per cercarvi da mangiare. E qui finalmente incontra una ragazzina spaesata e un po' selvaggia, accompagnata da uno strano animale che cambia sempre forma. La ragazzina è Lyra e l'animale è Pantalaimon.
Lyra è inizialmente spaventata perché le pare che Will non abbia un daimon, ma poi si rende conto che deve averlo per forza: dentro di sé.
I due battibeccano per un po', ma alla fine si vengono incontro.

Capitolo 2: Fra le Streghe

Intanto, nel mondo di Lyra, Serafina Pekkala sta indagando sugli straordinari cambiamenti avvenuti dopo l'esperimento di Lord Asriel. La nebbia ha invaso il nord, tutto è cambiato, l'asse terrestre stessa si è spostata in modo da mutare le coordinate geografiche, la temperatura si è alzata, il permafrost si sta sciogliendo e nulla è più come prima. Si intrufola in una nave, dove la signora Coulter sta torturando una strega per farsi dire tutta la verità sulla loro profezia a proposito di Lyra. Ma Serafina riesce a uccidere la strega prima che questa possa parlare.
Poi si reca dal maggiordomo di Lord Asriel per vederci più chiaro, e questo le comunica quel che sa, o almeno ha intuito: Lord Asriel che è sempre stato estremamente ambizioso e abituato a ottenere tutto ciò che vuole, in un modo o in un altro, ha un progetto mai visto prima. Lui non vuole limitarsi a sconfiggere la Chiesa, ma il suo stesso capo: lui vuole sconfiggere Dio, l'Autorità in persona. E' per questo motivo che ha deciso di andare in altri mondi.
Viene indetto un gran consiglio di tutte le streghe al quale partecipa anche Lee Scoresby. Si decide una strategia per affrontare la questione. La bellissima strega Ruta Skadi, regina di Lettonia, è stata amante di Lord Asriel e decide di dargli tutto il suo appoggio. Le streghe, dal canto loro, varcheranno il confine tra i mondi per cercare Lyra e proteggerla. Lee andrà alla ricerca di Stanislaus Grumman. Si tratta di un accademico molto importante, se n'era accennato nel primo libro, che pare abbia vissuto a lungo coi tartari. Nel primo libro Lord Asriel mostrava la sua testa mozzata al Jordan College dicendo che era stato ucciso in una missione al nord, ma Lee sospetta che fosse una menzogna detta per ottenere fondi (quando nel primo libro Lord Asriel parte per il Nord dice di essere alla ricerca della spedizione perduta di Stanislaus Grumman). Grumman, si dice, possiede un oggetto in grado di fornire protezione, e lui vuole recuperare quell'oggetto per donarlo a Lyra e proteggerla.

Capitolo 3: Un mondo di bambini

Lyra e Will hanno trascorso la notte in quella taverna abbandonata e il mattino dopo si raccontano un po' ciascuno del proprio mondo. Di fatto il mondo in cui sono ora non è di nessuno dei due.
Ma ben presto si accorgono di non essere più soli. Ci sono infatti dei bambini. Solo bambini, perché a quanto pare gli adulti sono tutti fuggiti, terrorizzati da dei fantomatici spettri, che però i bambini non riescono a vedere e che sono pericolosi solo per gli adulti.
I bambini saccheggiano allegramente la città, che si chiama Ci'gazze (la Città delle Gazze, o Cittagazze) come se per loro non fosse altro che un enorme lunapark.
Will decide di tornare a Oxford per continuare le sue ricerche, dopo aver messo al sicuro i documenti in un letto della taverna, e Lyra decide di seguirlo: vuole andare a Oxford per trovarvi degli accademici che l'aiutino a capirne di più sulla Polvere.
Ma l'aspetta un'amara sorpresa: la Oxford di Will non è la sua. Per certi versi le somiglia, anche parecchio. Per altri no. Per esempio, qui il Jordan College, di cui lei è sempre stata molto fiera, non esiste neppure!

Capitolo 4: Trapanazioni

A Oxford Will e Lyra si separano. Will telefona all'avvocato di suo padre, solo per scoprire che neppure lui sa se John Parry sia ancora vivo o no.
Lyra si reca in un museo di paleontologia e scopre tante cose simili al suo mondo. Tra cui alcuni teschi preistorici che presentano delle trapanazioni come quelle praticate dai tartari (i tartari lo fanno per poter ascoltare le voci degli dei) e l'aletimoetro le dice che su quei teschi c'è un'alta concentrazione di Polvere, ma le dice pure che ora il suo compito è di aiutare Will a ritrovare il padre.
Ma qualcuno l'ha vista usare l'aletiometro. Si tratta di Sir Charles Latrom, un distinto settantenne dall'aria alquanto viscida che l'avvicina cercando di attaccare bottone con lei. Lyra istintivamente non si fida e gli racconta un po' di menzogne, quindi si ritira in un luogo tranquillo per continuare a consultare l'aletiometro. Questo le dice dove cercare aiuto e anche di non mentire al sapiente che troverà.
Il sapiente in questione è una scienziata di nome Mary Malone. Lei sta effettuando studi su delle misteriose particelle che chiama Ombre, ma sta per perdere i finanziamenti ed è stanca e afflitta. Lyra le racconta tutto, ma Mary è stupita: le sembra tutto troppo assurdo, pensa che Lyra la prenda in giro. Consultando l'aletiometro, Lyra scopre cose sul passato di Mary, per esempio che lei era una suora ma che ha perso la vocazione, e la donna si convince ad ascoltare la bambina.
A quanto pare le Ombre e la Polvere sono la stessa cosa. Si tratta di una sorta di energia invisibile a occhio nudo, ma che Lyra percepisce attraverso l'aletiometro e Mary grazie al computer. E' dotata di volontà, di consapevolezza, e Lyra intuisce che programmando in un certo modo il computer anche Mary può dialogare con la Polvere, proprio come lei fa con la bussola d'oro. Le due si danno appuntamento all'indomani.
Intanto Will è andato alla biblioteca per leggere sui giornali di dieci anni prima notizie sulla spedizione in cui scomparve il padre. Scopre così che anche altri, tra cui gli uomini che lo seguivano, avevano fatto ricerche sullo stesso argomento.
Vede uno di questi, quello sopravvissuto, davanti allo studio dell'avvocato.
Will decide di non fidarsi e si reca all'appuntamento con Lyra: per fortuna i documenti sono al sicuro a Ci'gazze!

Capitolo 5: Posta Aerea

Will e Lyra si incontrano di nuovo, ma per tornare a Ci'gazze preferiscono attendere il buio: meglio che nessuno veda il passaggio. E siccome sicuramente c'è gente che cerca Will, i due si nascondono in un cinema, con gran delizia di Lyra che non aveva mai visto un film prima. La ragazzina gli racconta tutta la sua storia, dalla sera in cui aveva spiato Lord Asriel nel salotto privato al Jordan College fino alla morte di Roger, di cui si sente responsabile. Gli parla anche del suo incontro con Mary Malone.
Quando tornano a Ci'gazze vedono i bambini che stanno facendo un gran trambusto ai piedi di una torre e scoprono che stanno prendendo a sassate un gatto, cercando di ucciderlo. Dicono che i gatti sono malvagi, alleati degli spettri, e per questo vanno uccisi. Ma Will riconosce la gatta che gli aveva mostrato l'apertura verso quel mondo e decide di salvare la bestiola. In questo modo però lui e Lyra si inimicano tutti i bambini di Ci'gazze, che guardano con sospetto chi è gentile coi gatti.
Tornato al bar dove pernotta con Lyra, Will legge i documenti: sono lettere che suo padre aveva spedito, per posta aerea, a sua madre prima di scomparire. In queste lettere John Parry racconta il vero scopo della missione: scoprire un misterioso passaggio verso altri mondi di cui gli inuit parlano da tempo. Il passaggio è ben nascosto ma è stato ritrovato e John Parry ha tutte le intenzioni di attraversarlo.

Capitolo 6: Grandi luci volanti

Intanto Lee Scoresby sta indagando ed è deciso a ritrovare Stanislaus Grumman, che i tartari chiamano Jopari e che a quanto pare è uno sciamano. Lo cerca per prima cosa all'osservatorio Imperiale Moscovita, su in Lapponia. Gli studiosi non sanno nulla, ma uno di questi è anche un religioso che minaccia di uccidere Lee per impedirgli di portare a termine la sua missione. Lee si difende uccidendo l'uomo e prendendone l'anello col sigillo ufficiale della Corte Concistoriale.
Lee decide quindi di andare a cercare Grumman dai tartari: gli unici che forse ne sanno qualcosa!
Nel frattempo Serafina Pekkala, Ruta Skadi e le altre streghe sono nel mondo oltre il passaggio del nord. Che poi è lo stesso mondo dove si trova Ci'gazze, infatto loro assistono al terribile assalto di alcuni spettri su un gruppo di viandanti. In pratica gli spettri succhiano via la volontà da ogni individuo adulto lasciandolo lì, come un sacco vuoto, vivo ma non più presente. Anche le streghe sono potenzialmente in pericolo, ma sono al sicuro volando alto, dal momento che gli spettri si limitano ad aleggiare restando vicino al suolo.
Alcuni sopravvissuti spiegano alle streghe che è da trecento anni circa che il loro mondo è visitato da tali spettri, dapprima pochi poi sempre di più fino a rendere la normale vita assai pericolosa.
Le streghe si accampano in quel mondo triste quando vedono una schiera di angeli in volo diretti verso gli estremi confini dei mondi: stanno raggiungendo, per aiutarlo, Lord Asriel, che ha costruito una enorme fortezza in attesa di preparare la sua rivolta. Questi infatti sono angeli ribelli.
Ruta Skadi si unisce a loro per andare in aiuto di Lord Asriel.

Capitolo 7: La Rolls Royce

Il mattino dopo Lyra riesce ad avvicinare alcuni ragazzini a Ci'gazze per farsi raccontare la storia di quel posto. I racconti dei bambini sono un po' confusi, l'unica cosa che se ne capisce è che gli spettri sono stati evocati da una misteriosa Gilda (comunità di sapienti) che operava in quella città nella torre della sera prima, la Torre degli Angeli.
Will e Lyra cercano di osservare la torre dalle finestre ma non ci riescono.
Poi vanno a Oxford. Lyra va subito al suo appuntamento con Mary Malone, ma quale non è la sua delusione quando scopre che lì c'è un poliziotto. Questo fa un mucchio di domande a Lyra, per spingerla a rivelargli il nascondiglio di Will. Non è stata Mary a tradirla, dal momento che aiuta Lyra a fuggire, ma qualcuno evidentemente sta puntando lei e Will. Lyra non perde tempo a farsi domande e scappa. Mentre è in strada, in fuga, incontra Sir Charles a bordo di una lussuosa Rolls Royce, e lei si fa accompagnare in un punto vicino al passaggio per Ci'gazze.
Will è al bar a rileggersi le lettere del padre, quando arriva Lyra furibonda: Sir Charles, con la scusa di darle un passaggio in auto, le ha rubato l'aletiometro. E lei, stupida, se n'è accorta solo una volta arrivata a Ci'gazze!
Però Lyra ricorda di avere un biglietto da visita del vecchio fedifrago. Con Will si reca a Oxford, da lui: rivuole indietro il suo strumento. E poi lui neppure sa che farsene, nel mondo di Will (nonché nostro) neppure esistono gli aletiometri: per lui è solo un curioso pezzo da collezione, mentre per Lyra è vitale.
Ma Sir Charles ha il coltello dalla parte del manico, lui è un uomo ricco e importante, loro solo due bambini fuggiaschi (e Will è pure ricercato, visto che ha ucciso un uomo) e nulla possono fare per dimostrare che l'aletiometro è stato rubato. A meno che... Sir Charles accetta di fare uno scambio: lui renderà l'aletiometro in cambio del coltello custodito nella Torre degli Angeli a Ci'gazze.

Capitolo 8: La Torre degli Angeli

Lyra e Will sono sconvolti: che ne sa Sir Charles di Ci'gazze? L'uomo ride, lui conosce i mondi paralleli meglio di loro. Vuole a tutti i costi il coltello ma non può andare personalmente a Ci'gazze per via degli spettri. Per questo ha pensato di mandare i bambini. Spiega loro cosa devono fare e poi li riaccompagna al varco.
Ma mentre erano con lui Will ha notato qualcosa e, appena rimasto da solo con lei, ne parla con Lyra. Ha notato un serpente che si nascondeva in una manica di Sir Charles. Era un daimon. Dunque Sir Charles viene dal mondo di Lyra! Ora che ci pensa, Lyra crede di averlo già visto, ma dove?
I due si recano alla Torre degli Angeli, temuta dai bambini del posto.
Dentro c'è un giovane che appare pazzo e agita freneticamente un coltello in aria. Più su c'è anche un vecchio, tenuto prigioniero. Will lo libera ma quando il giovane se ne accorge lo aggredisce. C'è un furioso combattimento, alla fine Will vince, ma perde due dita della mano sinistra. Il ragazzo pazzo scappa ma viene terminato dagli spettri.
Il vecchio invece medica Will e gli racconta che ormai è lui il custode del coltello. Il segno è costituito proprio dalle due dita mancanti.
Il coltello venne costruito dalla Gilda trecento anni fa ed è la lama più sottile che ci sia. Una delle due lame taglia qualunque tipo di materiale, per quanto resistente, l'altra taglia materie anche più sottili, come i varchi fra le diverse dimensioni (e infatti la Gilda ne ha aperti tanti di quei varchi nel corso del tempo) e addirittura può uccidere gli spettri. Il vecchio era il custode del coltello prima di lui (e anche lui ha due dita mancanti). Il ragazzo di prima gliel'aveva rubato, ma solo il legittimo custode è in grado di usarlo, nessun altro può farlo. E infatti quel ragazzo era letteralmente impazzito nell'inutile tentativo di aprire pure lui un varco tra i mondi (forse per fuggire da Ci'gazze e dai suoi spettri?).
Il vecchio insegna a Will a usare la lama, poi prende del veleno per non finire, ora che non ha più il coltello a difenderlo, anche lui vittima degli spettri. Prima però avverte Will: mai e per nessun motivo dovrà consegnare il coltello a Sir Charles: è un uomo perfido che sicuramente lo ingannerà. Will decide allora di usare il coltello per rubare l'aletiometro.

Capitolo 9: Il furto

Il piano di Will è semplice: localizzeranno quale punto di Ci'gazze corrisponde allo studio dove Sir Charles tiene l'aletiometro, quindi Will taglierà una finestra proprio davanti allo scaffale, afferrerà lo strumento e tornerà indietro, richiudendo la finestra. Così non farà neppure scattare gli antifurti e sarà una cosa semplice. La mano gli fa ancora male e non smette di sanguinare, perché a quanto pare la medicazione del vecchio non ha sortito alcun effetto, ma lui cerca di fare del suo meglio.
Le cose però non vanno così lisce. Quando Will si trova davanti allo scaffale dove il giorno prima aveva visto l'aletiometro, questo non c'è più. Sir Charles l'ha spostato e a Will non resta che entrare nello studio per cercarlo. Per fortuna è notte e in casa non c'è nessuno. Lyra è rimasta a Ci'gazze accanto a un varco (corrispondente al giardino di Sir Charles) e avvertirà Will se dovesse arrivare qualcuno. In effetti qualcuno arriva, con la lussuosa Rolls Royce. E' sir Charles, e insieme a lui c'è la signora Coulter, la mamma di Lyra. Ora la ragazzina ricorda dove ha già visto quell'uomo. Sì, perché Sir Charles altri non è che Lord Boreal, un uomo politico molto influente nel suo mondo, che lei aveva già incontrato al famoso ricevimento dato dalla signora Coulter (in La bussola d'oro, capitolo 5). Quel che Lyra non sa è che i due sono amanti da molto tempo.
Lord Boreal aveva trovato un passaggio tra il suo mondo e il nostro molto tempo prima di Lord Asriel (perché i sapienti della Gilda di Ci'gazze avevano lasciato aperti innumerevoli varchi) ed era riuscito a crearsi una vita anche nel nostro mondo, vivendo letteralmente a cavallo tra due realtà.
La signora Coulter e Lord Boreal vanno nello studio e Will è costretto a nascondersi dietro a un divano. La donna parla dei suoi esperimenti, ora ha scoperto che praticando l'intercisione agli adulti invece che ai bambini è possibile ottenere degli schìavi totalmente asserviti e privi di volontà propria, da usare in molteplici circostanze (in guerra, per esempio: li si può lanciare contro qualunque nemico senza che loro temano sofferenza e morte). Il principio degli zombi, insomma. Schiavi così potrebbero perfino essere impiegati a Ci'gazze, visto che essendo privi di daimon non sarebbero allettanti per gli spettri.
Intanto Will ha individuato l'aletiometro e con un colpo rocambolesco riesce a riprenderlo e a sfuggire dai due che l'hanno scoperto. Viene salvato dalla gatta che lui aveva aiutato: questa balza nel nostro mondo e aggredisce Lord Boreal prima che questi possa fermarlo, dandogli così il tempo di richiudere la finestra. La gatta, dice Lyra, si è comportata proprio come un bravo daimon.

Capitolo 10 : Lo sciamano

Lee Scorseby è riuscito a raggiungere l'accampamento tartaro dove è nascosto Stanislaus Grumman. L'uomo, che a tutti gli effetti è uno sciamano, è molto malato, quasi prossimo alla morte. Nonostante ciò riesce a spiegare molte cose a Lee. Gli dice infatti di essere stato lui, grazie ai suoi poteri sciamanici, a chiamarlo, anche se a Lee può essere parso di aver fatto tutto di propria iniziativa. Questo perché ha bisogno di Lee per recuperare la lama sottile e il suo custode, chiunque sia: sono indispensabili per aiutare Lord Asriel a realizzare il suo piano, che va assolutamente sostenuto. Grumman, il cui daimon è una procellaria, spiega di non essere originario di quel mondo. Lui in realtà è arrivato lì dopo aver attraversato un varco dimensionale rinvenuto durante una spedizione, e poi non è più riuscito a tornare indietro. In quel mondo si è ricostruito giocoforza una vita, e ha anche scoperto il proprio daimon, che ha caratteristiche simili ai daimon delle streghe (per esempio può allontanarsi molto da lui). Grumman però nel suo mondo aveva una famiglia, una moglie e un figlio, e a loro è sempre rimasto fedele. Al punto da rifiutare una strega che si era innamorata di lui (anche se questo è pericoloso, le streghe respinte sanno essere terribilmente vendicative). Il nome con cui lo chiamano i tartari, Jopari, è solo la corruzione del suo vero nome, John Parry. Noi capiamo subito che è il padre di Will, ma lui non sa che il figlio lo sta cercando, come pure Lee non sa nulla di Will.
Lee accetta di aiutarlo e insieme, anche se Grumman è molto malandato, i due raggiungono Trollesund. Da qui dovrebbero prendere il pallone aerostatico di Lee e varcare il passaggio a nord, per andare nel mondo di Ci'gazze e trovare coltello e custode.
Ma il pallone di Lee è stato requisito dall'Esercito Moscovita, che è in marcia contro Lord Asriel. Lee allora mostra l'anello col sigillo rubato all'Osservatorio e si fa passare per un membro della Corte Concistoriale, richiedendo per sé il velivolo. Il trucco viene scoperto, ma ormai i due sono riusciti a decollare.

Capitolo 11: Il belvedere

Will e Lyra si sono fermati nel punto dov'erano tornando dalla casa di Lord Boreal. Si tratta di un giardino con una grande villa e un belvedere. Si fermano lì per non dover tornare al bar, dal momento che può essere pericoloso. Non sanno quale sarà la loro prossima mossa, Lyra non l'ha chiesto all'aletimometro perché ha giurato di consultarlo solo su precise indicazioni di Will. Questo per non essere tentata di seguire i propri desideri invece che aiutare il ragazzo.
I due ne stanno parlando quando vengono aggrediti da tutti i ragazzini di Ci'gazze. I bambini sono inferociti e vogliono ucciderli e loro capiscono anche il perché: il ragazzo a cui hanno preso il coltello e che poi è stato annientato dagli spettri era il fratello maggiore di due di loro e col coltello voleva aprire un varco verso un altro mondo in modo da portare tutti in salvo. Perché se è vero che ora i bambini sono al riparo dagli spettri vista la loro giovane età, è anche vero che cresceranno. E quando cresceranno saranno in pericolo pure loro.
Will e Lyra scappano sul belvedere, ma i bambini incalzano, inferociti, li assediano da ogni parte, i due non sanno come difendersi.
Ma in quella arriva Serafina Pekkala con tutte le sue streghe a disperdere i bambini spaventandoli e a liberare Will e Lyra.

Capitolo 12: Il linguaggio dello schermo

Mary Malone non se la passa meglio. Il suo progetto sulle Ombre ha trovato un finanziatore, ma questo è Sir Charles, ovvero Lord Boreal. Lei ignora tutto di lui, ma intuisce che è una persona dalla quale guardarsi, soprattutto quando lui lascia capire che le ricerche dovranno prendere le direzioni che lui indicherà, e ancor di più quando parla di Lyra e dice che la ragazzina è una sua parente un po' matta e che vuole che gli venga consegnata. Lei non ci sta, ma purtroppo il socio di Mary accetta e lei si ritrova tagliata fuori dal progetto.
Nottetempo però Mary si reca in laboratorio per mettere a punto i suggerimenti di Lyra: modificando il computer lei riesce a parlare con le Ombre. Queste le spiegano una verità sconcertante (sconcertante ancora di più per lei che è una scienziata ma anche una ex suora): loro infatti sono angeli e Mary ha un compito. Dovrà andare a Ci'gazze (ci penseranno le Ombre a proteggerla dagli spettri) e cercare Lyra e Will. Il suo ruolo in questa storia? Quello del serpente tentatore.
Prima di partire Mary distrugge tutta l'apparecchiatura del laboratorio in modo da impedire che i nemici proseguano il suo progetto.
Lord Boreal ha fatto mettere sotto sorveglianza il varco dimensionale, ma lei con un abile stratagemma lo varca.

Capitolo 13: Esahettr

Le streghe tentano un incantesimo per medicare la mano di Will, ma anche questo non funziona. Ci vorrebbe del muschio sanguigno, ma questo si trova solo nel mondo di Lyra.
Scortati dalle streghe, i due ragazzini si mettono in viaggio per raggiungere Lord Asriel e Will racconta a Lyra tutta la propria storia. La loro amicizia è sempre più forte. Will intuisce che sua mamma in realtà non è matta ma solo perseguitata dagli spettri, che evidentemente nel nostro mondo si comportano in modo diverso che a Ci'gazze.
Il viaggio è lungo, ci si accampa di nuovo. Alcune streghe in ricognizione hanno visto il pallone di Lee in avvicinamento.
Torna anche Ruta Skadi a riferire ciò che ha visto: lei ha parlato con Lord Asriel e ha confermato, lui sta raccogliendo guerrieri da tutti i mondi per affrontare l'Autorità e combatterla, proprio come avevano fatto gli angeli ribelli, pur senza spuntarla, migliaia di anni fa. Ma Ruta Skadi è venuta anche a conoscenza di qualcosa che Lord Asriel ignora, anche se gli sarebbe necessaria: l'esistenza di Esahettr, il distruttore di Dio. Non sa se sia una persona o un oggetto, ma sa che deve essere portato a Lord Asriel. Forse Lyra stessa è l'Esahettr.
Mentre Ruta Skadi parla con Serafina vede una luce provenire dall'accampamento. Alcuni angeli, creature di pura luce, sono scesi e raccolti in silenzio accanto a Lyra e Will, addormentati. Poi volano via.
Anche Ruta Skadi vola via, per tornare da Lord Asriel.

Capitolo 14: La trincea di Alamo

Intanto Lee Scoresby e Stanislaus Grumman, ovvero John Parry, stanno sorvolando il mondo di Ci'gazze, quando si rendono conto di essere seguiti da altri palloni e zeppelin della Corte Concistoriale. Questi attaccano e grazie ai poteri sciamanici di Grumman i due riescono a sfuggire, ma sono colpiti e costretti a un atterraggio d'emergenza. Anche gli inseguitori atterrano per bloccarli.
Lee sa che Grumman deve a tutti i costi trovare il custode della lama sottile, e decide di aiutarlo fino all'estremo sacrificio. Nascosto dietro una roccia, Lee tiene a bada i nemici col suo fucile, mentre Grumman fugge. La cosa riesce perché lo sciamano riesce ad allontanarsi, ma Lee viene colpito e muore eroicamente.

Capitolo 15: Muschio sanguigno

Mentre la marcia faticosa di Will e Lyra prosegue, qualcun altro si è accampato nel mondo di Ci'gazze: la signora Coulter e Lord Boreal, col loro seguito di soldati-zombi. La donna dimostra di avere un fascino sconcertante, infatti è riuscita a porre sotto i suoi ordini anche gli spettri, semplicemente promettendo loro più nutrimento. E' perfino riuscita a convincerli a volare, cosa che loro non avevano mai fatto prima. La signora Coulter vuole assolutamente mettere le mani su Lyra e Will. Una strega l'ha scoperta e la sta spiando, ma lei se ne accorge e, dopo averla torturata per farsi dire dove siano i ragazzi, la fa eliminare da uno spettro, che le divora il daimon. Subito dopo la signora Coulter uccide anche Lord Boreal.
Intanto Lyra, Will e la loro scorta di streghe si accampa nuovamente per la notte. Lyra si addormenta ma Will è inquieto, decide quindi di camminare perché se si muove sente meno il dolore alla mano. Si arrampica in cima a un altopiano e qui, all'oscurità, si accorge che c'è qualcuno.
C'è un breve scontro, ma l'altra persona presto si blocca perché riconosce in Will il custode del coltello. Si ferma e lo medica con del muschio sanguigno, quindi, al buio, i due si parlano. L'altra persona è Stanislaus Grumman, ma al buio i due non sono in grado di riconoscersi.
Stanislaus spiega a Will che da sempre esistono due forze in costante lotta tra loro, una che vorrebbe gli uomini liberi e l'altra che li vorrebbe schiavi e sottomessi. Compito di Will, in quanto custode del coltello, che è un'arma fondamentale in quest'ultima battaglia che sta per disputarsi, è correre in aiuto di Lord Asriel, che è dalla parte "giusta", quella che lotta per la libertà e la conoscenza.
A questo punto Grumman accende una lampada per vedere in volto Will e appena lo fa i due si guardano e si riconoscono come padre e figlio. In quel momento una freccia scoccata dall'alto colpisce John Parry/Grumman uccidendolo all'istante. E' stata la strega Juta Kamainen, quella che Grumman aveva respinto e che ora non è riuscita a contenere il proprio irrefrenabile desiderio di vendetta.
Tra l'altro questa scena mi ricorda moltissimo quella da Notre-Dame de Paris, di Victor Hugo, quando Esmeralda, che era stata rapita da bambina, ritrova la madre perduta da anni e le due non fanno a tempo a riabbracciarsi che la mamma viene uccisa.
A ogni modo Juta Kamainen appena si rende conto di quel che ha fatto si suicida per il rimorso.
Quando Will, che ha giurato di seguire i consigli del padre, torna all'accampamento scopre che in sua assenza c'è stata una battaglia. Le streghe sono state tutte sconfitte e terminate dagli spettri, Lyra è stata rapita (ma l'aletiometro è ancora lì, e lui lo recupera) e due angeli lo stanno attendendo per condurlo da Lord Asriel.
Così si conclude il secondo libro della serie. Ancor più che con La bussola d'oro è evidente che questo non è affatto un finale, perché ci lascia nel bel mezzo della narrazione. Il peggio è stato, per chi ha letto la serie quando è uscita per la prima volta in Italia, che ci sono voluti tre anni di attesa per poter leggere il terzo e ultimo libro e sapere così come finiva tutta la storia.

FINE LIBRO SECONDO

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mercoledì, marzo 26, 2008

Cenerentola, o la scarpetta di vetro

Ho visto che la maggior parte della gente che capita sul mio blog, lo fa in cerca di Cenerentola. Eccovi quindi l'intera fiaba di Charles Perrault, liberamente tradotta dall'inglese. Lo so, la versione originale di Perrault è in francese, ma purtroppo io il francese non lo parlo...

Cenerentola, o la scarpetta di vetro
da "I racconti di Mamma Oca", 1696
di Charles Perrault


C'era una volta un gentiluomo che sposò, in seconde nozze, la donna più orgogliosa e arrogante che si sia mai vista. Questa aveva già due figlie che le somigliavano in tutto e per tutto. Anche il gentiluomo aveva già una figlia, e questa era dotata di rarà bontà e di un dolcissimo carattere che aveva preso dalla mamma, la creatura migliore del mondo.

Il matrimonio si era appena celebrato quando la matrigna cominciò a tirar fuori il suo brutto carattere. Lei non poteva soffrire la bontà della ragazza più giovane perché faceva sembrare ancora più odiose le sue figlie. Così la matrigna le affidò i lavori più umili da fare in casa: doveva pulire piatti, tavola e così via, lustrare i pavimenti e rifare le camere da letto. La poverina doveva dormire in soffitta su un miserabile letto di paglia, mentre le sorelle avevano belle stanze con pavimenti intarsiati, letti all'ultima moda e avevano specchi tanto grandi da potercisi ammirare a figura intera. La povera ragazza sopportava tutto pazientemente e non osava mai lamentarsi con suo padre, perché lui l'avrebbe solo sgridata dal momento che la matrigna lo dominava completamente.

Quando finiva di lavorare era solita andarsene in un angolo del camino e sedersi tra la cenere, per questo la chiamavano Serva di Cenere. La sorellastra più giovane, che non era così sgarbata e maleducata come la maggiore, la chiamava Cenerentola. A ogni modo Cenerentola, malgrado i suoi miseri abiti, era cento volte più bella delle sorellastre, nonostante loro fossero riccamente abbigliate.

Accadde che il figlio del re diede un ballo e invitò tutte le persone alla moda. Anche le nostre giovani fanciulle vennero invitate, perché loro ben figuravano tra la gente dei dintorni. Furono veramente deliziate per l'invito e s'impegnarono molto nello scegliere le gonne, i soprabiti, i cappellini che più donavano loro. Il lavoro di Cenerentola divenne ancor più duro perché doveva stiragli la biancheria e pieghettargli i colletti. E per tutta la giornata le due non parlavano d'altro che dei vestiti che avrebbero indossato.

"Io", disse la più grande, "indosserò il mio vestito di velluto rosso con le guarnizioni francesi!"

"E io", disse la più giovane, "indosserò la mia solita gonna, ma con la mantellina di fiori dorati e la pettorina coi diamanti, che certo non è la cosa più comune del mondo!"
Chiamarono la miglior parrucchiera che conoscessero e si fecero acconciare i capelli in uno stile davvero alla moda, e comprarono nei finti per le loro guance. Cenerentola veniva sempre consultata per tutte queste faccende, perché lei aveva buon gusto. Lei le consigliò sempre per il meglio e si offrì perfino di pettinarle, cosa che le sorellastre accettarono volentieri.

E mentre faceva questo loro le dicevano:
"Cenerentola, non ti piacerebbe venire anche tu al ballo?"
"Signorine", rispondeva lei, "voi mi prendete in giro. Andarci non è per quelle come me!"
"Hai ragione", replicavano quelle, "la gente riderebbe a vedere una Serva di Cenere al ballo!"
Chiunque altro, tranne Cenerentola, a questo punto gli avrebbe acconciato male i capelli, ma lei era troppo buona e le pettinò benissimo. Per quasi due giorni le due non mangiarono, tanto erano piene di allegria. Ruppero una dozzina di merletti a furia di allacciarseli stretti stretti per sembrare magre e snelle, e stavano continuamente a guardarsi allo specchio.

Infine il giorno felice arrivò. Loro andarono a Corte e Cenerentola le osservò allontanarsi, e quando non le vide più scoppiò a piangere.
La sua madrina la vide in lacrime e le chiese quale fosse il problema.
"Vorrei poter... poter...", ma singhiozzava tanto che non riuscì a terminare la frase.
La madrina, che era una fata, le disse: "Vorresti poter andare al ballo anche tu, non è vero?"
"Ahimè, sì!", disse Cenerentola sospirando.
"Be'", disse la madrina, "fa' la brava ragazza e io vedrò come fartici andare!", poi la portò in camera sua e le disse: "Corri in giardino e portami una zucca!"
Cenerentola ci andò, raccolse la migliore che fu in grado di trovare e la portò alla madrina, ma non era in grado di figurarsi come quella zucca potesse aiutarla ad andare al ballo. La madrina svuotò la zucca di tutta la polpa finché non rimase che la buccia, quindi la colpì con la bacchetta magica e quella si trasformò all'istante in una carrozza finemente decorata.
Poi andò a guardare nella trappola per topi, dove trovò sei topi, tutti vivi. Ordinò a Cenerentola di aprire la porticina della trappola e diede a ciascun topo, man mano che usciva, un colpetto con la bacchetta magica, e in quel momento ogni topo si trasformava in un bellissimo cavallo, così alla fine c'era un tiro di sei splendidi cavalli tutti di un bel grigio topo.
Visto che mancava il cocchiere Cenerentola disse: "Vado a controllare se per caso c'è un ratto nella trappola dei ratti. Quello potrebbe fare il cocchiere!"
"Hai ragione", replicò la madrina, "va' a vedere!"
Cenerentola le portò la trappola per ratti e dentro c'erano tre enormi ratti. La fata scelse quello più peloso e, toccandolo con la bacchetta, lo trasformò in un cocchiere grassottello coi baffi più belli mai visti.
Dopo questo le disse: "Va' in giardino, troverai sei graziose lucertole vicino all'innaffiatoio. Portamele!"
Appena Cenerentola le portò la madrina le trasformò in sei lacché, che subito scivolarono dietro la carrozza nelle loro livree tutte ricamate d'oro e d'argento, ed erano bravi come se non avessero fatto mai altro in vita loro.
La fata disse quindi a Cenerentola: "Bene, eccoti la carrozza per andare al ballo. Non ne sei contenta?"
"Oh, sì!", esclamò lei, "Ma devo andarci con questi stracci?"
La madrina non fece altro che toccarla con la bacchetta e immediatamente i suoi stracci divennero un vestito d'oro e d'argento, tutto tempestato di gioielli. Fatto ciò, le diede un paio di scarpette di vetro, le più carine del mondo. Così abbigliata Cenerentola salì in carrozza, la madrina le raccomandò, più di ogni altra cosa, di non rincasare dopo mezzanotte, le disse pure che se avesse tardato anche di un solo minuto la carrozza sarebbe tornata a essere una zucca, i cavalli topi, il cocchiere un ratto, i lacché lucertole, e i suoi vestiti sarebbero tornati proprio com'erano prima.
Cenerentola promise alla madrina che certamente avrebbe lasciato il ballo prima di mezzanotte. E poi partì, piena di felicità.
Il figlio del re aveva saputo che era arrivata una grande principessa che nessuno conosceva e corse a riceverla. Le porse la mano mentre l'aiutava a scendere dalla carrozza e la condusse nella sala da ballo, dov'era riunita tutta la corte. Cadde subito un profondo silenzio, tutti smisero di ballare, i violini cessarono di suonare tanto tutti erano attratti dalla singolare bellezza di quella nuova e sconosciuta ospite. Non si udiva altro che un confuso mormorio, da parte degli invitati: "Ah! Che bella! Che bella!"
Lo stesso re, pur essendo vecchio, non riusciva a toglierle gli occhi di dosso e disse alla regina che da molto tempo non vedeva una creatura tanto bella e amabile.
Tutte le dame studiarono attentamente i suoi vestiti e la sua acconciatura, in modo da copiarle il giorno dopo, sempre a patto di trovare materiali tanto preziosi e mani tanto abili per poterlo fare.
Il figlio del re la condusse al posto d'onore, e poi la portò con sé a danzare fuori. Danzava così bene che tutti la ammiravano sempre più. Venne servita una cena deliziosa, ma il giovane Principe ne assaggiò giusto un boccone, tanto era preso da lei.
Lei andò a sedersi accanto alle sorelle, mostrandosi estremamente gentile e passando loro, tra le altre cose, parte delle arance e dei limoni che il Principe aveva dato a lei. Questo sorprese molto le sorellastre perché non si erano presentate.
Cenerentola sentì l'orologio suonare un quarto alla mezzanotte. Si alzò immediatamente, salutò la compagnia e corse via.
Appena tornò a casa andò dalla madrina, la ringraziò e le disse che le sarebbe piaciuto molto andare al ballo anche il giorno dopo, poiché il figlio del re l'aveva invitata. Mentre spiegava tutto ciò con fervore alla madrina, le sorellastre tornarono e bussarono alla porta. Cenerentola andò ad aprire.
"Quanto ci avete messo", disse sbadigliano, strofinandosi gli occhi e stiracchiandosi come se fosse stata appena svegliata. Anche se da quando erano partite lei non aveva avuto certo voglia di dormire.
"Se solo tu fossi venuta al ballo", disse una delle sorelle, "non te ne saresti certo stancata. E' arrivata la principessa più elegante, più bella mai vista da occhi mortali. E' stata così gentile con noi, ci ha dato arance e limoni!"
Cenerentola non sembrò entusiasta di questo. Anzi, domandò il nome della principessa, ma loro le dissero che non lo sapevano e che il figlio del re era molto interessato a ciò, avrebbe dato il mondo per sapere chi fosse. A questo Cenerentola sorrise e rispose: "Perché, era così bella? Che fortunate siete. Non potrei venire anch'io a vederla? Ah, signorina Carlotta, prestatemi la vostra veste gialla, quella che indossate tutti i giorni."
"No davvero!", strillò la signorina Carlotta, "Prestare i miei vestiti a una sudicia Serva della Cenere come te! Sarei davvero pazza se lo facessi!"

Cenerentola in realtà si aspettava questa risposta e fu ben lieta di ricevere un rifiuto, perché sarebbe stato un bel guaio per lei se le sorellastre le avessero davvero prestato quel che lei fingeva di volere.
Il giorno dopo le sorellastre tornarono al ballo, e così fece Cenerentola, ma con un vestito ancor più sfarzoso di prima. Il figlio del re le stava sempre accanto e non smetteva mai di chiacchierare con lei. Questo non la scocciava affatto. Anzi, arrivò a dimenticarsi degli ordini della madrina, così che udì l'orologio battere i dodici rintocchi quando ancora credeva che fossero le undici. Allora si alzò e corse via, rapida come un cervo. Il Principe la seguì ma non riuscì a raggiungerla. Lei lasciò dietro di sé una scarpetta di vetro, che il Principe raccolse delicatamente. Tornò a casa, ma senza fiato, a piedi e nei suoi vecchi abiti dal momento che di tutte quelle cose belle le era rimasta solo una scarpetta di vetro, compagna di quell'altra che le era caduta. Alle guardie di palazzo fu chiesto se avessero visto uscire una principessa, ma loro risposero di non aver visto nessuno a parte una ragazza umilmente vestita che aveva più l'aria di una contadinella che di una principessa.

Quando le sorelle tornarono dal ballo, Cenerentola chiese loro se si fossero divertite e se la bella dama era arrivata. Loro risposero di sì, ma anche che era scappata via a mezzanotte in punto, e così in fretta che aveva perduto una delle sue scarpette di vetro, tra le più graziose del mondo, che il figlio del re aveva raccolto. Dissero pure che lui non aveva fatto altro che cercarla e che di certo doveva essere molto innamorato della bella proprietaria della scarpina di vetro.
Questo era vero, perché pochi giorni dopo il figlio del re fece proclamare, con squilli di tromba, che lui avrebbe sposato colei al cui piede la scarpetta calzasse perfettamente. Allora cominciarono a provarla a tutte le principesse, poi alle duchesse, poi a tutte le dame di corte, ma invano. Fu portata alle sorellastre, che fecero del loro meglio per infilare la scarpetta, ma non ci riuscirono. Cenerentola le vide e, riconoscendo la sua scarpetta, disse ridendo: "Vediamo sa va a me!"
Le sorelle scoppiarono a ridere e cominciarono a prenderla in giro. Il gentiluomo che era stato mandato a provare la scarpetta osservò con sguardo serio Cenerentola e, trovandola molto bella, disse che era giusto far provare anche lei, e anche che lui aveva l'ordine di far provare la scarpetta a tutte le ragazze.



Fece sedere Cenerentola e, provandole la scarpetta, trovò che questa calzava alla perfezione, come fosse fatta di cera. Grande fu lo stupore delle sorellastre, e fu ancora più grande quando videro che Cenerentola estrasse dalla tasca l'altra scarpina e la indossò all'altro piede. A questo punto arrivò la fata madrina che, toccando gli abiti di Cenerentola con la sua bacchetta magica, li trasformò in un vestito ancora più bello di quelli indossati al ballo.
E ora le sorellastre riconobbero in lei la bellissima dama che avevano visto al ballo. Immediatamente le si buttarono ai piedi e le chiesero perdono per averla trattata male. Cenerentola le fece rialzare, le abbracciò e disse che le perdonava, e chiese loro di amarla per sempre.
Cenerentola, vestita com'era, fu portata dal giovane Principe. Lui la trovò più affascinante che mai e, pochi giorni dopo, la sposò.
Cenerentola, che era tanto buona quanto bella, accolse a palazzo anche le due sorellastre che quello stesso giorno sposarono due gentiluomini di corte.

FINE

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martedì, marzo 25, 2008

Mary Poppins

Pamela Lyndon Travers nacque il 9 agosto 1899 e morì il 23 aprile 1996. Il suo vero nome era Helen Lyndon Goff, fu un'attrice, scrittrice e giornalista australiana. Si trasferì in Inghilterra nel 1924 e per scrivere prese lo pseudonimo di P. L. Travers (Travers era il nome del padre). Creò il personaggio di Mary Poppins nel 1934, quando uscì il primo libro.
L'adattamento in film che ne fece Walt Disney nel 1964 la deluse molto. Nel film il carattere di Mary Poppins risulta parecchio addolcito rispetto alla bisbetica, collerica e oltremodo vanitosa Mary dei libri, ma soprattutto non le piacquero le parti a cartoni animati, ma a sua richiesta Disney si rifiutò di eliminarle.
In seguito a questa delusione fu sempre molto prudente nel concedere ad altri, specialmente se americani o provenienti dal mondo del cinema, l'utilizzo del suo personaggio.

In tutto i libri di Mary Poppins sono otto: Mary Poppins (1934), Mary Poppins ritorna (1935), Mary Poppins apre la porta (1943), Mary Poppins nel parco (1952), Mary Poppins dall'A alla Z (1962), Mary Poppins in cucina (1975), Mary Poppins nel Viale dei Ciliegi (1982), Mary Poppins e i vicini di casa (1988).
In Italia sono stati tradotti tutti tranne Mary Poppins dall'A alla Z e Mary Poppins in cucina (quest'ultimo è un libro di ricette). Mary Poppins nel Viale dei Ciliegi è stato pubblicato in un unico volume assieme a Mary Poppins e i vicini di casa.
Il film di Disney è basato principalmente sulle avventure contenute nel primo libro.

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MARY POPPINS (1934)
di P. L. Travers; illustrazioni originali di Mary Shepard

Capitolo 1: Vento da Est

Siamo in Viale dei Ciliegi, dove abita gente piuttosto bislacca, come l'Ammiraglio Boom, che tiene casa sua come una nave, o la signorina Lark, col suo viziatissimo cane Andrea. Al n° 17 abitano i Banks. Ci sono la mamma, il papà (che lavora in banca dove fabbrica soldi), la governante Ellen, la signora Brill, cuoca, Robertson Ay, che dovrebbe essere il giardiniere se non dormisse tutto il giorno, ma soprattutto ci sono i bambini, Jane e Michael, i più grandi, e poi John e Barbara, i gemellini di pochi mesi. C'era anche una tata, Katie, che però si è appena licenziata e quindi ora la signora Banks è alla ricerca di una nuova bambinaia.
Il vento è appena cambiato, ora spira dall'Est, ed è proprio lui a portare, sospingendola delicatamente fino alla porta d'ingresso, la nuova tata: Mary Poppins. Che mette subito in chiaro le cose: lei non dà mai referenze perché è un'usanza fuori moda. La signora Banks non vuol certo sentirsi fuori moda e le dà ragione.
Mary è piuttosto bizzarra, è estremamente vanitosa (perde un mucchio di tempo solo per ammirarsi in qualunque superficie riflettente), ha un caratteraccio e si offende con molto poco. Ma ha un tocco magico che fa innamorare i bambini.
Come prima cosa estrae un gran mucchio di cose dalla sua borsa fatta di tappeto anche se questa sembra vuota. E poi la medicina che dà ai bambini è deliziosa: sa di gelato di fragole per Michael, di liquore di mele per Jane, di latte per i gemelli e di punch al rum per lei. E dice che se ne andrà quando cambierà il vento.

Capitolo 2: Giorno libero

Come tutte le bambinaie che si rispettino, anche Mary Poppins ha un giorno libero, un mercoledì sì e uno no. Oggi è appunto uno dei suoi giorni liberi e lei decide di passarlo assieme al suo amico Bert, che nei giorni di pioggia vende fiammiferi e nei giorni di bel tempo disegna quadretti col gesso sul marciapiede. Oggi è bel tempo e quindi Bert disegna. Ma non ha guadagnato molto e non può permettersi di portare Mary a prendere il tè.
Però ha un'idea migliore: un balzo e i due sono in uno dei quadretti ritratti da Bert, uno raffigurante la campagna inglese.
I due prendono un'abbondante colazione (tè incluso), completamente gratis, vanno sui cavalli della giostra e con questi cavalcano nella campagna fino a Yarmouth, poi tornano indietro perché alle sette di sera anche il quadretto chiude.

Capitolo 3: Gas esilarante

Jane e Micheal sono emozionatissimi perché sono stati invitati a prendere il tè dal signor Albert Parrucca, lo zio di Mary Poppins.
Però oggi è venerdì ed è anche il compleanno dello zio Albert. E capita che quando il suo compleanno cade di venerdì, lo zio Albert si riempia di gas esilarante di modo che a ogni risata (e lui ride spesso) o anche solo sorriso, lui si sollevi in aria come un palloncino. E infatti Mary e i bambini lo trovano proprio mentre fluttua allegramente in aria. La cosa è buffa, e anche contagiosa, perché pure Jane e Michael, che nel vederlo non trattengono le risate, si trovano a svolazzare per la stanza, ed è sospesi a mezz'aria che prendono il tè.
Per tornare in terra bisogna pensare a qualcosa di triste, e il pensiero più triste della giornata è Mary Poppins che annuncia che è ora di tornare a casa.
Mentre i tre sono di ritorno, in pullman, Mary Poppins rifiuta di ammettere di aver passato la giornata sul soffitto. Ma del resto con lei è sempre così: capitano le cose più straordinarie e poi quando Jane e Michael ne parlano dice che non è accaduto proprio niente.

Capitolo 4: Andrea della signorina Lark

Avevamo detto che la signorina Lark, pure lei residente in Viale dei Ciliegi, ha un cagnolino viziatissimo di nome Andrea. Non è proprio così.
Andrea è un cane di razza purissima con un lungo pedigree, possiede cappotti e stivaletti di cuoio, ogni due volte alla settimana va dalla parrucchiera e mangia solo crema e ostriche, ma lui vorrebbe essere un cane normale e ama frequentare (quando riesce a eludere la sorveglianza della padrona) i comuni cani randagi.
Così un bel giorno, minacciando di andarsene e usando Mary Poppins come traduttrice, riesce a convincere la signorina Lark ad adottare anche un randagio di nome Benvenuto e a fare a meno di quei ridicoli cappottini e perfino della parrucchiera.

Capitolo 5: La mucca danzante

Jane ha gli orecchioni e non può muoversi dal letto, così Michael, per distrarla, le racconta tutto quello che si vede dalla finestra della loro cameretta. E... che strano... in strada c'è una mucca rossa che scruta in ogni giardino.
Mary Poppins naturalmente la conosce e racconta la sua storia.
La Mucca Rossa era una mucca perbene e rispettabile che una sera cominciò a danzare senza più riuscire a smettere. Era una sensazione piacevole, ma alla lunga stancante. Così era andata dal Re per trovare una soluzione. Il Re aveva scoperto che la Mucca Rossa aveva una stella incastrata in un corno ed era quella stella a farla danzare senza sosta.
Compiendo un gran balzo fino alla luna la Mucca Rossa era riuscita a liberarsi della stella. Ma dopo un po' aveva cominciato a provare nostalgia di quella gioiosa sensazione. Aveva quindi deciso di cercarne un'altra.
Ecco perché Michael l'ha vista gironzolare e cercare nei giardini: sta cercando un'altra stella che la faccia danzare.

Capitolo 6: Martedì disgraziato

Oggi Michael s'è svegliato con una curiosa sensazione: si sente cattivo, e passa tutto il tempo a escogitare e mettere in pratica dispetti. E' sgarbato, maleducato e antipatico, e non riesce a farne a meno. Anzi, peggio si comporta e più si sente appagato.
Mary Poppins lo ignora nonostante tutto e mentre sono a passeggio nel parco trova in terra un curioso oggetto. Una bussola che, a detta di Mary, serve a girare il mondo. Michael naturalmente non ci crede, ma Mary gli dimostra il contrario portando i quattro fratellini in un rapidissimo giro per il mondo. Visitano il nord (dove trovano alcuni eschimesi), il sud (dove incontrano una famigliola africana), l'est (dove parlano con un Mandarino cinese) e l'ovest (dove trovano dei pellerossa). Tutti accolgono amichevolmente Mary e i bambini, anche se lei è decisamente frettolosa.
La sera Michael, che si sente ancora cattivissimo, decide di scappare e per farlo prende la bussola di Mary Poppins chiamando tutti i punti cardinali contemporaneamente. Ed ecco che si materializzano i personaggi incontrati quel giorno. Solo che ora sono tutt'altro che affabili e sembrano volerlo aggredire.
Michael si spaventa e urla ma subito si ritrova tra le braccia di Mary Poppins che lo consola, i personaggi sono scomparsi così com'erano apparsi. E oltre ai personaggi è scomparsa anche la cattiveria di Michael, che si addormenta sereno da bravo bambino.
Questo capitolo venne riscritto dalla stessa Travers nel 1981. Dal momento che i personaggi incontrati risultavano stereotipi razziali venne giudicato politicamente scorretto e sollevò numerose critiche. La nuova versione contiene animali (un orso polare per il nord, un macaco per il sud, un panda per l'est e un delfino per l'ovest) al posto delle persone.

Capitolo 7: La donna degli uccelli

Oggi Jane e Michael vanno a prendere papà all'uscita dalla banca per andare insieme a mangiare dolci. E' una cosa che i due amano, non tanto per la banca, e neppure per i dolci, ma perché lungo la via passano per la Cattedrale di St. Paul e lì vicino c'è la donna degli uccelli. Si tratta di una vecchietta che vende, a due penny il pacchetto, briciole per i colombi e i piccioni che le girano sempre atttorno e Jane e Michael adorano dare da mangiare ai colombi, pure se Mary Poppins li asseconda mal volentieri, dal momento che per lei i volatili non rivestono alcun interesse (infatti lei li chiama tutti, indistintamente, "passeri").
Jane ha anche inventato una storia sulla donna degli uccelli. Secondo lei la notte, quando tutti vanno a letto, i colombi scendono sul grembo della donna e lei, dopo averli carezzati tutti amorevolmente sul capino, li accoglie sotto le sue gonne come una chioccia coi pulcini.
E anche se per Mary Poppins sono tutte sciocchezze, Jane e Michael amano questa storia e vogliono crederci.

Capitolo 8: La signora Corry

Giornata di spese per Mary Poppins e i bambini. Bisogna comprare le salsicce, e il pesce e infine il pan pepato, che a Jane e Michael piace tanto. Per acquistarlo vanno nel negozio della signora Corry, che è una vecchia (vecchia almeno quanto il mondo) amica di Mary Poppins. Il negozio è piccolissimo e buio, ma sembra sprigionare magia. La signora Corry ha due figlie grosse e molto imbranate, lei invece è una vecchina minuta ma dal carattere d'acciaio. Anche lei fa cose strane, per esempio si stacca due dita (che subito le ricrescono) che diventano due bastoncini di zucchero d'orzo da far succhiare a John e Barbara.
Ha una lunga veste nera coperta di monetine, e infatti quando Mary, Jane e Michael le pagano il pan pepato lo fanno attaccandole i soldi al vestito.
Prima che vadano via, la signora Corry domanda a Jane e a Michael dove conservino le stelle di carta dorata che staccano dai biscotti di pan pepato.
Quella notte Mary Poppins va furtivamente a prendere le stelle dorate di Jane e Michael e poi, recatasi in strada, incontra la signora Corry con le due figlie e assieme a loro, con lunghissime scale, colla e pennelli, attacca in cielo le stelle di carta, che subito diventano vere stelle. Jane e Michael non dormivano come Mary Poppins credeva, e vedono tutto. Quel che si chiedono è: sono le stelle vere a essere fatte con le stelle di carta o sono le stelle di carta a essere fatte di stelle vere? Mary Poppins lo sa sicuramente, ma lei non dice mai nulla a nessuno!

Capitolo 9: La storia di Barbara e John

Finora Barbara e John sono comparsi solo marginalmente, perché nei racconti precedenti spesso Mary Poppins conduceva a passeggio, spingendoli nel passeggino, anche loro. Ora che Jane e Michael sono a una festa e la casa è tranquilla, conosciamo pure loro.
Barbara e John sono piccoli e proprio per questo sono ancora in grado di parlare con la natura, coi raggi del sole, col vento, con gli oggetti e con uno stornello che va spesso a trovarli. E naturalmente con Mary Poppins. Per i due piccini gli adulti, e perfino Jane e Michael, sono stupidi perché non riescono a comprendere quei linguaggi. Mary Poppins però osserva che da bambini tutti quanti, anche mamma e papà, perfino Jane e Michael, conoscevano il linguaggio delle cose e degli animali, ma poi l'hanno dimenticato crescendo. E così capiterà anche a Barbara e John. I due non vogliono crederci, piangono, si domandano perché e anche come mai Mary Poppins non l'abbia dimenticato. Ma Mary non fa testo, lei è la Grande Eccezione (spesso ci si riferisce a Mary Poppins così, quasi che i suoi poteri la mettano in una condizione al di sopra di quella umana, come se per lei i principi della fisica e della scienza non valessero), ma è inevitabile che tutti gli altri dimentichino.
E infatti il tempo passa, Barbara e John mettono i denti e compiono un anno. Lo stornello torna a trovarli ma loro non sono più in grado né di riconoscerlo né di parlargli. Il pennuto si allontana versando qualche lacrima di tristezza.

Capitolo 10: Luna piena

Oggi Mary Poppins è più bisbetica e intrattabile del solito, pare che la sola vista di Jane e Michael basti a nausearla e i due, per non starle fra i piedi rischiando di farla infuriare ancora di più, si nascondono dietro una poltrona a contare i loro risparmi. Michael dice che coi suoi soldi vorrebbe acquistare un elefante e da qui parte a domandarsi che facciano la notte gli animali del giardino zoologico.
Quella notte, mentre stanno per addormentarsi, una voce dice a Jane e Michael di seguirli. Loro lo fanno e si ritrovano proprio allo zoo. Ma tutto è al contrario. Gli animali parlano e sono fuori dalle gabbie, mentre diversi umani, fra cui l'Ammiraglio Boom, sono in gabbia e vengono trattati come animali.
Questo capita perché è il giorno del Compleanno durante una notte di Luna Piena, e in un giorno come questo tutte le regole sono sovvertite. Il compleanno di chi? Ma di Mary Poppins, ovviamente. Jane e Michael vengono trattati con gentilezza dagli animali solo perché sono suoi amici.
I due assistono a tutta la cerimonia per il Compleanno, compreso il momento in cui il Cobra Reale, re di tutti gli animali, dona a Mary una delle sue pelli per farne ciò che vuole. Poi però si addormentano.
Si risvegliano nei loro lettini e l'indomani pensano che si sia trattato di un sogno, anche perché Mary Poppins, come sempre, nega che una persona rispettabile come lei se ne vada allo zoo di notte.
Ma allora perché indossa una splendida cintura di serpente che porta la scritta "dono del giardino zoologico"?

Capitolo 11: Compere Natalizie

Siamo sotto Natale e Mary Poppins ha portato Jane e Michael a fare acquisti ai Grandi Magazzini. E qui incontrano una singolare bambina, Maya, che, vestita appena con un leggerissmo panno celeste, risulta essere nientemeno che una stella della costellazione delle Pleiadi e che, aiutata da Jane e Michael, compra regali di Natale per le sue sorelline, anche loro stelle. Mary Poppins invece, facendo un grandissimo sacrificio (perché lei è molto attaccata alle sue cose, specialmente se sono vestiti), dona a Maya i suoi guanti nuovi.

Capitolo 12: Vento da Ovest

E' il primo giorno di primavera e parrebbe una bella giornata se Jane e Michael non avessero appena ricevuto una brutta notizia: oggi il vento spira da ovest. Loro lo ricordano bene: Mary Poppins ha detto che se ne andrà quando cambierà il vento. E il vento è cambiato.
Le cose sembrano mettersi proprio male, infatti Mary oggi è gentile, non si infuria praticamente mai e non ha il suo solito brutto carattere. Segno che qualcosa non va per il verso giusto. Anzi, peggio: addirittura regala a Michael la sua bussola. I bambini sono spaventati. E infatti dopo cena e dopo essere stati messi a letto, Jane e Michael vedono che Mary Poppins esce. "Torno subito!", dice lei. Ma non è così.
Jane e Michael la vedono, in strada, che apre il suo ombrello, la borsa di tappeto sottobraccio, e vola via, sospinta dal vento da ovest.
Proprio così: Mary Poppins se n'è andata.
Ma ha lasciato qualcosa, un suo ritratto (eseguito da Bert), per Jane. Assieme al ritratto c'è un biglietto che recita "Au revoir". In francese significa "arrivederci".
Gli occhi di Jane e Michael brillano: vuol dire che Mary Poppins tornerà. E anche se ora non fanno che piangere, sanno che questo non è un addio.

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lunedì, marzo 24, 2008

Gabbiani

E dopo i fiori ecco alcune foto di gabbiani, sempre scattate in Sardegna. I gabbiani sono un mio cruccio particolare, perché di solito volano via non appena sono riuscita a preparare la macchina e inquadrarli, ma sempre un millisecondo prima che io abbia scattato. Stavolta però qualcuno è rimasto immortalato.















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domenica, marzo 23, 2008

Buona Pasqua 2008

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venerdì, marzo 21, 2008

E' primavera

Oggi è il primo giorno di primavera!
Per festeggiarlo, ecco una carrellata di foto fiorite, scattate in Sardegna lo scorso week end (o poco più). :-)








































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