Aschenputtel (Cenerentola dei Grimm)
Ecco un'altra versione di Cenerentola. Quella, un pelino più cruda rispetto a Perrault, dei fratelli Grimm.
Cenerentola (Aschenputtel)
Da "Fiabe per i bambini e per la casa" - 1813 (circa)
di Jacob e Wilhelm Grimm
La moglie di un uomo ricco si ammalò. E quando sentì che la fine si avvicinava chiamò la sua unica figlia accanto al letto e le disse: "Sii sempre brava e io ti guarderò e ti proteggerò dal paradiso." Subito dopo chiuse gli occhi e morì, e venne sepolta in giardino. La bambina andava tutti i giorni sulla sua tomba a piangere, e fu sempre buona con tutti.
La neve cadde e pose una bella coperta candida sulla tomba, ma quando tornò la primavera e il sole la sciolse, suo padre si era già risposato.
Questa nuova moglie aveva già due figliole sue che si portò dietro. Erano belle di volto ma orrende nel cuore, e vennero tempi tristi per la povera bambina.
"Che fa in salotto quella buona a nulla?", dicevano, "Chi vuol mangiar pane deve prima guadagnarselo. Vattene, sguattera!"
Poi le portarono via i suoi bei vestiti e li sostituirono con un vecchio vestitaccio grigio, la presero in giro e la misero a lavorare in cucina.
Lì lei era obbligata a fare i lavori più pesanti. Doveva alzarsi prima che sorgesse il sole per prendere l'acqua e accendere il fuoco, per cucinare e lavare. Inoltre le sorelle la tormentavano in ogni modo e la prendevano in giro. Alla sera, quando era stanca, non aveva un letto in cui distendersi, ma era costretta a sdraiarsi presso il focolare tra la cenere. E visto che questo la rendeva sempre sporca e polverosa tutti la chiamavano Cenerentola.
Una volta il padre dovette andare alla fiera e chiese alle figlie della moglie cosa volessero avere da lì.
"Bei vestiti!", disse la prima.
"Perle e diamanti!", disse la seconda.
"Bene, piccola", chiese lui a sua figlia, "e tu che vuoi?"
"Caro papà, vorrei il primo ramoscello che ti tocca il cappello mentre sei sulla via del ritorno!", disse lei.
Al ritorno lui portò bei vestiti e perle e diamanti alle prime due, e visto che mentre tornava un rametto di nocciolo gli aveva urtato il cappello e gliel'aveva quasi fatto cadere, lui l'aveva spezzato e se l'era portato con se. Quando fu a casa lo diede alla figlia.
Lei lo prese e corse a piantarlo sulla tomba della madre. Vi pianse su così tanto da annaffiarlo con le proprie lacrime. Così il ramo crebbe e divenne un bell'albero. Lei andava tre volte al giorno a piangere lì e ben presto arrivò un uccellino a fare il nido sull'albero. L'uccellino le parlava e la proteggeva e le dava tutto ciò che lei desiderava.
Successe che il re di quelle terre decise di dare una festa che doveva durare tre giorni, e suo figlio doveva scegliere una sposa tra le invitate.
Le sorelle di Cenerentola vennero invitate, così la chiamarono e le dissero: "Vieni a pettinarci, poi puliscici le scarpe e allacciaci i corsetti, perché noi dobbiamo andare alla festa del re!"
Lei fece come le era stato ordinato, ma una volta finito scoppiò a piangere perché anche a lei sarebbe piaciuto andare al ballo con loro.
Alla fine andò dalla madre a supplicarla di lasciarla andare.
"Tu, Cenerentola?", disse la matrigna, "Ma se non hai niente da metterti... non sai neppure ballare... e vorresti lo stesso andare al ballo?"
Ma Cenerentola insistette, così alla fine la matrigna, per farla smettere, disse: "Verserò questo piatto di piselli nella cenere. Se in due ore li avrai raccolti tutti potrai andare anche tu al ballo!"
Quindi versò i piselli nella cenere, ma Cenerentola corse fuori nell'orto e chiamò:
"Qui dal ciel volate belle
Bei fanelli e tortorelle,
Fringuellini, merli e tordi,
Presto qui, non fate tardi.
Aiutatemi a frugare
E i piselli a raccattare"
Per prime arrivarono due candide colombe che volarono in cucina dalla finestra, poi due tortore e infine tutti gli uccellini del cielo che cinguettarono e svolazzarono in cucina, dritto tra la cenere. Le colombelle abbassarono la testa e si misero al lavoro, becchettando becchettando, e anche gli altri uccellini cominciarono a becchettare. E tra tutti loro raccolsero tutti i grani buoni e li misero in un piatto. Finirono in meno di un'ora, quindi volarono via dalla finestra.
Cenerentola era felicissima perché pensava che ora sarebbe potuta andare al ballo, perciò corse a portare il piatto alla madre. Ma questa rispose: "No! Sei sudicia, non hai vestiti e non sai ballare. Non puoi andare alla festa!"
Ma Cenerentola insistette, così alla fine la matrigna disse: "Verserò due piatti di piselli nella cenere. Se in un'ora li avrai raccolti tutti potrai andare anche tu al ballo!" E così sperava di sbarazzarsi finalmente di lei, perciò versò due piatti di piselli nella cenere.
Ma Cenerentola corse di nuovo fuori nell'orto e chiamò:
"Qui dal ciel volate belle
Bei fanelli e tortorelle,
Fringuellini, merli e tordi,
Presto qui, non fate tardi.
Aiutatemi a frugare
E i piselli a raccattare"
Per prime arrivarono due candide colombe che volarono in cucina dalla finestra, poi due tortore e infine tutti gli uccellini del cielo che cinguettarono e svolazzarono in cucina, dritto tra la cenere. Le colombelle abbassarono la testa e si misero al lavoro, becchettando becchettando, e anche gli altri uccellini cominciarono a becchettare. E tra tutti loro raccolsero tutti i grani buoni e li misero in due piatti. Finirono in meno di mezz'ora, quindi volarono via dalla finestra.
Cenerentola esultava perché sperava che ora finalmente avrebbe avuto il permesso di andare al ballo, così portò i piatti alla madre, ma questa le disse: "È inutile che insisti, non ci puoi andare! Non hai vestiti, non sai ballare e ci faresti solo fare brutta figura!", e detto questo se ne andò al ballo con le sue due figlie.
Quando tutti furono usciti e la casa fu vuota, Cenerentola se ne andò tristemente a sedersi sotto il nocciolo e gridò:
"Scuotiti, nocciolo mio!
Oro e argento voglio anch'io!"
Allora il suo amico uccellino volò giù dall'albero e le portò un vestito d'oro e d'argento e scarpette di seta ricamate. Lei li indossò e seguì le sorelle alla festa. Ma loro non la riconobbero, pensarono che fosse una principessa straniera, tanto era bella con quei ricchi vestiti. Le sorelle non pensarono neppure un attimo a Cenerentola, tanto erano certe che lei fosse rimasta a casa tra lo sporco.
Il figlio del re le si avvicinò, la prese per mano e danzò soltanto con lei, e quando un altro cavaliere andava a chiederle di danzare lui rispondeva: "Questa dama sta già danzando con me!"
Così danzarono tutta la notte. Quando lei decise di tornare a casa il figlio del re disse: "Ti accompagno io!", perché voleva vedere dove viveva. Ma lei scappò e corse verso casa, e quando si accorse che il principe l'aveva seguita saltò nella piccionaia davanti casa.
Allora il principe aspettò che suo padre tornasse a casa e gli disse che una fanciulla sconosciuta, che era alla festa, si era nascosta nella sua piccionaia. "Vuoi vedere che è Cenerentola?", pensò il padre. Ma non disse nulla e spalancò la porta della piccionaia. Dentro però non c'era nessuno.
Quando tutti rincasarono trovarono Cenerentola col suo vestitaccio grigio che dormiva, come sempre, tra la cenere, con il lume che mandava un debole bagliore sul caminetto. Perché lei era stata velocissima, era sgusciata fuori dalla piccionaia e si era arrampicata sul nocciolo, poi si era tolta i bei vestiti e li aveva messi sotto l'albero, così l'uccellino li aveva portati via, e quindi si era rimessa i vestiti vecchi e si era sdraiata tra la cenere.
Il giorno seguente, quando il padre, la matrigna e le sorellastre furono andati alla festa, Cenerentola andò sotto il nocciolo e disse:
"Scuotiti, nocciolo mio!
Oro e argento voglio anch'io!"
L'uccellino tornò e le portò vestiti anche più belli di quelli indossati la sera prima, e quando arrivò al ballo tutti rimasero incantati dalla sua bellezza. Il figlio del re, che l'aspettava, la prese per mano e danzò con lei, e quando un altro cavaliere andava a chiederle di danzare lui rispondeva: "Questa dama sta già danzando con me!"
Si fece notte e lei volle tornare a casa, e il figlio del re la seguì, come aveva già fatto, perché voleva vedere in che casa andasse. Ma lei corse via e schizzò in giardino. Nel giardino c'era un grosso albero carico di pere mature e Cenerentola, non sapendo dove nascondersi, vi balzò sopra.
Il principe non sapeva dove fosse andata, così aspettò che il padre tornasse a casa e quindi gli disse: "La dama sconosciuta che ha danzato con me è scappata, credo che si sia nascosta sul vostro pero!"
"Vuoi vedere che è Cenerentola?", pensò il padre. Così prese un'ascia e abbattè il pero, ma sopra non c'era nessuno.
E quando tutti rincasarono ritrovarono Cenerentola, col su vestitaccio grigio, che dormiva tra la cenere. Perché lei era scesa giù dall'altra parte del pero, aveva riportato i bei vestiti all'uccellino e si era rimessa i vecchi vestiti.
Il terzo giorno, quando padre, matrigna e sorellastre furono usciti, le tornò in giardino e disse:
"Scuotiti, nocciolo mio!
Oro e argento voglio anch'io!"
Allora l'uccellino gentile le portò vestiti ancor più belli dei primi e scarpette tutte d'oro. Così quando arrivò al ballo nessuno seppe che dire, tanto tutti erano incantati dalla sua bellezza. Il figlio del re volle danzare soltanto con lei e quando un altro cavaliere andava a chiederle di danzare lui rispondeva: "Questa dama sta già danzando con me!"
Giunse la notte e Cenerentola volle tornare a casa. Ancora il figlio del re volle seguirla e si disse: "Stavolta non me la lascerò scappare!"
Ma Cenerentola corse via con tanta furia che perse la scarpetta sinistra sulle scale.
Il principe prese la scarpetta e il giorno dopo andò dal re suo padre e gli disse: "Sposerò la fanciulla che potrà indossare questa scarpetta!"
Le sorellastre, quando lo seppero, impazzirono di gioia, perché avevano bei piedi ed erano certe che la scarpetta d'oro gli sarebbe calzata.
La più grande entrò nella stanza dov'era custodita la scarpetta e la provò, sua madre era accanto a lei. Ma il pollicione non voleva saperne di entrare e la scarpetta era troppo piccola. Allora la madre le diede un coltello e le disse: "Coraggio, taglialo. Quando sarai regina che t'importerà di un alluce? Non avrai neppure bisogno di camminare!"
Così la sciocca ragazza si tagliò via l'alluce, infilò la scarpetta e andò dal figlio del re. Lui la prese come sposa, la fece salire sul suo cavallo accanto a lui e la portò al castello.
Ma mentre tornavano a casa passarono davanti al nocciolo che Cenerentola aveva piantato e dai suoi rami una colomba cantava:
"Torna indietro, non aver fretta
Guarda bene la scarpetta!
Principe, lo sai che c'è?
La sposa giusta non è con te!"
Allora il principe guardò il piede della sorella e vide il sangue che scorreva dalla scarpetta. Allora si accorse d'essere stato imbrogliato, voltò il cavallo, riportò a casa la falsa sposa e disse: "Questa non è la sposa giusta! Fate provare la scarpetta all'altra sorella!"
La sorella più giovane andò a provarsi la scarpetta, che le andava bene tranne per il tallone. Questo era troppo grosso e non ci stava. Allora sua madre ce lo spinse dentro finché non entrò, anche se cominciò a sanguinare, poi la portò dal figlio del re, che la prese come sposa, la fece sedere accanto a se sul suo cavallo e la portò al castello.
Ma quando giunsero sotto il nocciolo la colomba che se ne stava ancora tra i rami ricominciò a cantare:
"Torna indietro, non aver fretta
Guarda bene la scarpetta!
Principe, lo sai che c'è?
La sposa giusta non è con te!"
Così il principe guardò e si accorse che la sorella perdeva tanto sangue dal piede che le sue calze bianche si erano tutte arrossate.
Così voltò il cavallo e portò indietro anche lei: "Neppure questa è la sposa giusta!", disse al padre, "Non avete altre figlie?"
"No", disse lui, "c'è solo la piccola, sporca Cenerentola, la figlia della mia prima moglie. Ma sono sicuro che non può essere lei la sposa giusta!"
Il principe disse di chiamarla ma la matrigna rispose: "No, no! È troppo sporca, non oserebbe presentarsi a Voi!"
Però il principe voleva vederla, così lei andò a lavarsi faccia e mani, poi arrivò e fece un inchino, e lui le porse la scarpetta d'oro. Lei si tolse lo zoccolo di legno e indossò la scarpetta d'oro. E questa le stava come se fosse fatta su misura per lei.
Quando il principe si avvicinò a Cenerentola la guardò in volto, la riconobbe e disse: "È questa la sposa giusta!"
La matrigna e le sorellastre erano pallida di spavento e di rabbia quando il principe fece salire Cenerentola sul suo cavallo e la portò al castello.
E quando passarono sotto il nocciolo la colomba bianca cantò:
"Andate a casa, andate in fretta,
A perfezione sta la scarpetta!
Principe, lo sai che c'è?
La sposa giusta è accanto a te!"
Quando ebbe finito di cantare, la colomba volò giù e si posò sulla spalla destra di Cenerentola.
Quando stavano per celebrare le nozze, arrivarono le sorelle di Cenerentola che volevano ingraziarsi la sposa e partecipare alla sua fortuna. Ma mentre gli sposi andavano in chiesa, la colomba scese e cavò un occhio a testa alle sorellastre. E quando la cerimonia fu finita la colomba cavò gli altri due occhi alle sorellastre, che così rimasero cieche per tutta la vita.
Etichette: Aschenputtel, Cenerentola, fiaba, fratelli Grimm
6 Comments:
Mizzega la colomba, che bella str***.
Però anche il padre, scusa...un gran pezzo di merda. Almeno nelle altre versioni era morto e non poteva far niente per la figlia, qui invece se ne frega altamente. Più che fabie sembrano episodi di cronaca nera.
^^;;;;
Cla :D
No, no, solo nella versione Disney il padre era morto, in tutte le altre se ne infischia e basta. E comunque questi sono i Grimm mica per niente. Sempre stati un po' pulp, loro ;-)
Ilaria
Si, probabilmente lo e
La ringrazio per intiresnuyu iformatsiyu
Si, probabilmente lo e
Si, probabilmente lo e
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