giovedì, gennaio 24, 2008

Cenerentola 4 (ancora lei!)

Visto che vi piace tanto Cenerentola, magari a qualcuno di voi interessa avere anche il testo della canzone della Fata Smemorina. Eccovelo:

Salagadula
Magicabula
Bibidi bobidi bù
Mettile insieme
E che accade laggiù?
Bibidi bobidi bù
Salagadula
Magicabula
Bibidi bobidi bù
Fa la magia
Tutto quel che vuoi tu
Bibidi bobidi bù
Con salagadula puoi
Far tutto quel che vuoi
Ma la frase però
Che tutto può
E' bibidi bobidi bù
Salagadula
Magicabula
Bibidi bobidi bù
Lala lalala lalala lalà
Bibidi bobidi
Bibidi bobidi
Bibidi bobidi bù

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domenica, gennaio 20, 2008

Cenerentola 3: la vendetta!

Dal momento che vedo che la gran parte delle persone continua a venire su questo blog alla ricerca dell'affascinante principessa Disney (quale? Vedete il titolo del post!) ho pensato di regalarvi queste piccole immagini. Le ho prese da una raccolta di fiabe Disney (e su questo ci sarebbe da ridire, Cenerentola infatti è di Perrault e dei Grimm, Disney l'ha solo riadattata in forma di cartoon) dei primi anni Settanta. Sì, all'epoca io c'ero già! E allora?
La Cenerentola in questione però è un bel po' diversa da quella del lungometraggio. Credo si tratti, infatti, dei bozzetti preparatori al film. Se qualcuno ne sa di più me lo dica, a me queste illustrazioni sono sempre piaciute tantissimo.
Ricordo a chi sta ancora cercando il testo della canzone I SOGNI SON DESIDERI D FELICITA' che per trovarlo non deve fa altro che cliccare sul titolo.











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martedì, gennaio 15, 2008

Jonathan Strange e il Signor Norrell

Prima di cominciare è bene che vi avvisi che il libro in questione è piuttosto complesso, e lungo (879 pagine... solo di riassunto me ne sono venute 24). E’ un fantasy, certo, ma in parte anche romanzo storico e commedia di costume. Insomma, è un po’ come se fosse Harry Potter mescolato con Guerra e Pace e con una spruzzata di Orgoglio e Pregiudizio.
Il romanzo è scritto come se fosse opera di un autore della stessa epoca in cui accadono i fatti, quindi primi dell’Ottocento, e riprende un po’ lo stile dell’epoca. E’ ricco di note, spesso molto lunghe, sulla magia inglese, re Corvo, e tutto l’universo che Susanna Clarke ha creato per fare da sfondo alla sua opera. Per questo motivo alla storia principale se ne agganciano spesso altre. Io però mi sono limitata a riassumere solo il filo conduttore principale, altrimenti altro che 24 pagine...



Jonathan Strange e il Signor Norrell
di Susanna Clarke


Riassunto




Libro 1 - IL SIGNOR NORREL



Capitolo 1: La biblioteca di Hurtfew - Autunno1806-gennaio 1807

Nell’Inghilterra del 1806 la magia è una nobile arte teorica a cui intellettuali e snob si dedicano e che è considerata pura teoria, in quanto nessuno la pratica più da secoli, a esclusione di impostori e ciarlatani di bassa lega. Il periodo d’oro della magia, quella dei maghi aurei che la praticavano sul serio, si è infatti avuto dal 1.100 al 1.400, quindi fino al primo ‘600 c’è stato il periodo dei maghi argentei, che praticavano molto meno ma in compenso si dedicavano alla strenua raccolta di studi sui maghi aurei, e da allora in poi la magia era stata solo teorica.
Il giovane mago John Segundus si unisce all’antica e rinomata Accademia dei Maghi di York, desideroso di apprendere. Volendo scoprire come mai la magia pratica è stata abbandonata, decide di intraprendere un viaggio come facevano gli antichi maghi aurei del medioevo. Si reca così dal misterioso Signor Norrell, un vecchietto molto schivo che conduce una vita ritirata nella sua residenza nelle campagne dello Yorkshire. Di lui si dice che abbia una formidabile biblioteca di testi di magia pratica, e lui stesso sostiene di saper realizzare incantesimi. In effetti la visita è molto strana. Anche se Segundus sfoglia molti libri del vecchio, non riesce a ricordarne nulla, perché sono protetti da incantesimi.

Capitolo 2: Old Starre Inn - Gennaio-febbraio 1807

Segundus torna all’Accademia esultando: è entusiasta di aver conosciuto Norrell e secondo lui il fatto che in Inghilterra ci sia almeno un mago capace di praticare incantesimi è qualcosa che darà nuova vita alla magia inglese. I maghi teorici non sono d’accordo, molti di loro sostengono che sia una menzogna e sfidano Norrell a provare di saper effettivamente praticare la magia. Questo manda un avvocato per informare l’Accademia di aver accettato la sfida, ma a un patto: se lui compirà effettivamente un incantesimo l’Accademia dovrà essere sciolta e i maghi teorici dovranno abbandonare lo studio della magia. Tutti firmano l’accordo tranne Segundus: lui alla magia non vuole rinunciare!

Capitolo 3: Le pietre di York - Febbraio 1807

Teatro della sfida è la cattedrale di York. Un mattino d’inverno tutti i maghi si recano lì per vedere cosa Norrell sappia fare. Tutti tranne Norrel stesso, che invece manda il suo maggiordomo, un tipo inquietante di nome Childermass. La presenza di Norrel, spiega, è irrilevante: l’incantesimo potrà benissimo essere effettuato a distanza, cosa che effettivamente avviene. All’ora pattuita, tutte le statue della cattedrale si animano e cominciano a parlare. Lo stupore è grande: da almeno due secoli nessuno più praticava incantesimi. Una magia così potente forse non veniva praticata dai tempi di John Uskglass, il Re Corvo. Costui era stato il più grande dei maghi aurei e re dell’Inghilterra del Nord per quasi tre secoli. Cresciuto nelle Terre Fatate, si dice che avesse regni anche laggiù, e perfino all’inferno.
I maghi teorici sono costretti a rispettare il patto e rinunciare alla magia, intanto Childermass chiede a Segundus di far pubblicare il resoconto dell’evento sui giornali nazionali, in modo da dargli più risalto e far sì che anche a Londra ne vengano a conoscenza.

Capitolo 4: Gli Amici della Magia inglese - Inizio della primavera del 1807

Nella primavera del 1807 Norrell, assieme a Childermass, si trasferisce a Londra. Il suo scopo più alto è far sì che la magia abbia di nuovo importanza in Inghilterra, e che soprattutto sia d’aiuto nell’attuale guerra contro Napoleone Bonaparte. Ma Gilbert Norrell ha vissuto troppo tempo da solo in campagna, e inserirsi in società non è affatto semplice.

Capitolo 5: Drawlight - Dalla primavera all'autunno del 1807

La fama di Norrell l’aveva comunque preceduto, e ben presto scopre che c’è chi si vanta di conoscerlo intimamente pur senza averlo mai incontrato. Si tratta di Drawlight, sorta di arrampicatore sociale, amante del bel mondo, spendaccione, arrivista e modaiolo. In breve: un dandy. Grazie a un fortuito incontro, costui riesce effettivamente a conoscere Norrell divenendone ben presto consigliere, assieme all’amico Lascelles, per quanto riguarda il debutto in società. Ecco dunque che Norrel prende a frequentare il bel mondo e diventa ben presto assai popolare nei salotti della città. Norrell stupisce tutti propagandando le sue teorie contro il Re Corvo e gli essere fatati, da tutti considerati il cardine stesso della magia.

Capitolo 6: "La magia non è rispettabile, signore!" - Ottobre 1807

Ma Norrell non vuole limitarsi a frequentare feste e festini: lui vuole far sì che la magia sia un’arte utile e rispettabile. Vuole contattare i ministri per impiegare la magia nella guerra contro la Francia, e riesce a farsi ricevere dal ministro degli esteri, Lord Pole, per esporgli i suoi piani. Questo è gentile col mago, ma rifiuta di accoglierne le proposte: la magia non è certo cosa seria. Potrà andar bene per intrattenere borghesi annoiati, ma certo non in guerra o in politica.

Capitolo 7: Un'occasione da non perdere - Ottobre 1807

Nell’ottobre del 1807 Gilbert Norrell ha un’occasione per farsi valere. La fidanzata di Lord Pole, appena diciannovenne e prossima alle nozze, malata di tisi, muore improvvisamente. Quella notte stessa Norrell si reca da Lord Pole sostenendo di poterlo aiutare.

Capitolo 8: Un gentiluomo dai capelli lanuginosi - Ottobre 1807

Chiedendo di rimanere da solo con il cadavere della fanciulla, Norrell evoca una creatura fatata, un gentiluomo dai capelli lanuginosi dall’aspetto elegante ma estremamente volubile. L’essere fatato accetta di riportare in vita la ragazza, ma chiede qualcosa in cambio. Offre al mago di diventare il suo servitore fatato, così come facevano gli antichi maghi aurei, ma Norrell rifiuta: gli esseri fatati sono creature incostanti e maligne e lui non vuole avere a che fare con loro. Il gentiluomo allora chiede in cambio metà della vita della ragazza, a sugello di questo patto le preleverà il mignolo della mano sinistra. Il mago accetta, pensando che così almeno la ragazza vivrà fino ai 56 anni (presupponendo un’aspettativa di vita di ancora 75 anni) e la fanciulla resuscita.

Capitolo 9: Lady Pole - Ottobre 1807

Due giorni dopo l’evento, Lord Pole sposa la fanciulla resuscitata, e Norrell ne guadagna una enorme fama. Anche se intuiamo che per lui aver evocato una creatura fatata è una pecca imperdonabile che nessuno dovrà mai sapere.

Capitolo 10: Difficile per un mago trovare un impiego - Ottobre 1807

Per sdebitarsi, Lord Pole acconsente affinché Norrell venga impiegato nelle azioni del ministero per la campagna di guerra contro la Francia. Ma ogni ministro propone magie inattuabili e nessuno sa cosa fargli fare.

Capitolo 11: Brest - Novembre 1807

Nel novembre del 1807 tutte le navi francesi ancorate nei vari porti d’Europa si ritrovano circondate da navi inglesi. Questo impedisce loro di muoversi e agire per giorni e giorni. Ma si tratta solo di un’illusione creata da Norrell per permettere alla marina inglese di muoversi indisturbata e compiere diverse operazioni ai danni dell’esercito di Napoleone.

Capitolo 12: Lo spirito della Magia inglese esorta il signor Norrell ad accorrere in aiuto di Albione - Dicembre 1807

Dopo l’incantesimo delle navi, Norrell è sempre più popolare e acclamato come salvatore della patria. Drawlight e Lascelles lo convincono a fondare un giornale di magia col quale propagandare le proprie idee.

Capitolo 13: Il mago di Threadneedle Street - Dicembre 1807

Oltre a operarsi nella campagna contro la Francia, Norrell ha anche un altro cruccio: rimanere l’unico mago di tutta l’Inghilterra. Per questo si adopera affinché gli altri maghi, anche se sono solo teorici, non possano più operare. Per far sì che ciò avvenga si dedica strenuamente alla raccolta di tutti i libri di magia reperibili nel regno. Senza più libri gli altri maghi dovranno giocoforza rinunciare a seguire i loro studi, e dipendere esclusivamente da quanto lui sostiene. Oltre ai maghi teorici, riesce anche a mettere i bastoni fra le ruote ai ciarlatani, indovini e cartomanti, finendo col farli sparire da Londra. Uno di loro però si rifiuta di farsi intimidire. Si tratta di Vinculus, tipo dall’aria tutt’altro che affidabile e che forse potrebbe non essere solo un ciarlatano. Costui riesce a penetrare nell’abitazione di Norrell e a spaventarlo con una profezia: in Inghilterra c’è un altro mago, ed è insieme a lui che Norrell dovrà far rinascere la magia. Norrell decide che Vinculus dovrà essere allontanato al più presto.

Capitolo 14: La Fattoria Crepacuore - Gennaio 1808

Trent’anni prima che Norrell si muovesse a Londra, un gentiluomo di nome Laurence Strange aveva sposato una donna scozzese e l’aveva portata a vivere nella sua tenuta vicino ai confini col Galles. L’uomo però era avido, spilorcio e crudele e la donna era morta ben presto, lasciando solo il figlioletto Jonathan. Nel gennaio del 1808 un nuovo servitore è stato assunto in questa magione. Costui, per essere stato indisponente con Laurence Strange, era stato mandato in un’inutile e lunga commissione alla fine della quale si era ammalato. Per tutta risposta il Signor Strange pretende che il servo, benché con la febbre alta, lo assista ad un lavoro di scrittura tutta la notte mentre lui tiene aperta la finestra (fuori nevica). Lo scopo di Strange è di terminare il servo indisponente, ma non ha fatto i conti con due fattori: il servo anche se malato è giovane e robusto, lui invece è anziano e malandato. Il giorno dopo la servitù, recatasi nello studio, trova il servitore guarito e Strange morto per il freddo.

Capitolo 15: "Come sta Lady Pole?" - Gennaio 1808

Nel gennaio del 1808, Lady Pole da il suo primo ricevimento ufficiale. La sua resurrezione è sulla bocca di tutti, anche perché la fanciulla sembra sprizzare vitalità da tutti i pori. Prima era stata una ragazza dalla mente brillante, ma sempre un po’ malata. Ora no, è piena di energie, cammina così rapidamente che gli altri non riescono a tenerle dietro, danza alle feste per ore e ore senza stancarsi, e sembra brillare di tutta la sua gioventù. Il primo ricevimento è per lei un momento importante, e si dedica alla sua preparazione con entusiasmo. E in effetti tutto è perfetto e nessuno manca di lodarla, anche perché è stata aiutata dal maggiordomo di Lord Pole. Costui è Stephen Black, un giovane di colore di origine giamaicana, acquistato da piccolo come schiavo, è però una persona libera e colta (e anche un gran bel ragazzo) dotata di grande carisma, e ha un ruolo molto importante come segretario di Lord Pole. Durante il ricevimento però lui nota qualcosa di strano. I servitori sono spesso distratti da musiche lontane, a qualcuno pare che un fitto bosco stia crescendo attorno alla casa, e lo stesso Stephen crede di vedere un gentiluomo dai capelli lanuginosi in piedi accanto a Lady Pole durante la cena.

Capitolo 16: Senzasperanza - Gennaio 1808

Mentre i servitori cercano di spiegare a Stephen cosa abbiano visto e sentito, e mentre il ricevimento giunge al termine, Stephen riceve una chiamata tramite campanello di servizio da una stanza che lui neppure sapeva esserci in casa: Senzasperanza. Qui, in una stanza antica dalle pareti in pietra, c’è un gentiluomo dai capelli lanuginosi che chiede di essere servito e aiutato a indossare abiti da cerimonia. Stephen, credendolo un ospite, lo aiuta. Costui loda le maniere garbate e la bellezza di Stephen, sostiene che non dovrebbe essere un servo, ma molto di più. Lo prende in simpatia e lo invita alla sua festa quella sera stessa. Stephen non fa in tempo a rifiutarsi, che eccoli già alla festa. In un salone dall’aria antica, splendidi cavalieri e dame danzano al ritmo di una musica bellissima e struggente. Stephen è fra i ballerini più ammirati, e fra le dame c’è anche Lady Pole.

Capitolo 17: L'inspiegabile apparizione di venticinque ghinee - Gennaio 1808

La drogheria migliore di Londra appartiene a madame Brandy, vedova ma giovane e graziosa. Tra lei e Stephen Black c’è una tenera amicizia che, è evidente, sta lentamente sfociando in amore, e la donna non perde mai occasione per invitare il maggiodomo e passare un po’ di tempo con lei. Una sera, a fine lavoro, Madame Brandy trova in cassa delle monete d’oro in più e chiede, come di consueto, aiuto a Stephen. Queste monete sono strane, emettono una luce davanti alla quale tutte le cosa appaiono cambiate, ma nessuno sembra farci caso. Mentre Stephen torna a casa, la città si trasforma in un bosco, e lui si trova nuovamente nella sala da ballo della sera prima.

Capitolo 18: Sir Walter consulta gentiluomini di varie professioni - Febbraio 1808

Dalla sera del ricevimento, cioè un mese prima, Lady Pole non è più la stessa: è sempre stanca, apatica, ha perso ogni vitalità, si sente come se avesse passato l’intera notte a danzare, è triste, malinconica. E non riesce assolutamente a spiegarne il motivo. I medici non sanno che fare e suggeriscono a Lord Pole di consultare Norrell: il suo malessere può essere un effetto dell’incantesimo che l’ha riportata in vita. Norrell visita rapidamente la ragazza, ma giunge alla conclusione che i suoi siano solo problemi di natura emotiva. O meglio: questo è quanto dice a Lord Pole. Ma una volta a casa, nel suo studio, evoca di nuovo l’essere fatato: non si aspettava che questo pretendesse il suo riscatto, e cioè metà della vita della ragazza, subito. Il gentiluomo dai capelli lanuginosi chiarisce: non avevano nessun patto sul momento da cui cominciare il pagamento del debito, quindi è tutto regolare. Certo, lui potrebbe rinunciarvi e smettere di portare Lady Pole tutte le notti nel proprio maniero di Senzasperanza per lunghi balli e cerimonie, se Norrell decidesse di prenderlo come servo fatato, ma il mago nuovamente rifiuta: gli esseri fatati sono creature malvagie, che sminuirebbero il valore che lui vuol dare alla magia. Quindi la risposta è no! E per Lady Pole... pazienza: Norrell ormai è entrato nelle grazie del marito e dei ministri, non ha più bisogno di mettersi in mostra rischiando di legarsi a una creatura fatata. E comunque non certo per salvare una donna!

Capitolo 19: I Ragazzi dell'alba - Febbraio 1808

Lo stesso male che affligge Lady Pole sembra aver colpito anche Stephen Black. Anche se in misura minore, perché nonostante l’abbattimento di spirito e la stanchezza, Stephen deve continuare a lavorare. Un giorno il gentiluomo dai capelli lanuginosi, che detesta gli inglesi più di ogni altra cosa, raggiunge Stephen nella sede del suo club (Stephen è presidente di un club di maggiordomi): lui è davvero affezionato al giovane, tanto da lasciare monete d’oro presso una persona di fiducia apposta per lui (infatti le monete trovate da madame Brandy erano state lasciate per Stephen dal gentiluomo), pensa che la sua nobile natura dovrebbe porlo su gradini ben più alti di quelli attualmente occupati. Dovrebbe essere re. Se non dell’Inghilterra almeno di un regno fatato. Tanto il patto fatto con Norrell, che lo obbliga a riportare la fanciulla a casa tutte le mattine, vale solo per Lady Pole. Stephen invece potrebbe restare nelle terre fatate per sempre.

Capitolo 20: Un improbabile modista - Febbraio 1808

Mentre Norrell si barcamena tra i ministri (c’è chi gli suggerisce di istituire una scuola di magia -cosa che a Norrell fa accapponare la pelle anche se non l’ammetterebbe mai- e lui che vuole istituire un Consiglio della magia - altra cosa irrealizzabile), Vinculus continua a esercitare nella sua baracca. Una sera riceve la visita da un curioso personaggio che si spaccia per modista. Ma Vinculus lo smaschera ben presto: è Childermass, il maggiordomo di Norrell. Cosa vuole da lui? Norrell l’ha mandato per gettare degli incantesimi, scritti su foglietti, al ciarlatano e imporgli così di abbandonare Londra. Ma Childermass non lo fa e invita Vinculus al pub.


Capitolo 21: Le carte di Marsiglia - Febbraio 1808

Al pub Vinculus e Childermass si leggono vicendevolmente le carte. Qualcosa sta per succedere, e c’entra anche un altro mago. Vinculus stava già per abbandonare Londra, proprio perché sa che ha qualcosa di importante da comunicare a qualcuno. Inoltre pare che Vinculus possegga un libro di magia molto antico e importante (cosa che Norrell aveva sospettato quando l’aveva sentito declamare passaggi non presenti in alcuno dei suoi libri), ma non dice quale né dove lo custodisca.


Capitolo 22: Il Fante di bastoni - Febbraio 1808

Dalle parti del Galles, il trentenne Jonathan Strange ha ereditato i possedimenti del padre e deve decidere cosa fare della sua vita. E’ ricco e anche molto volubile, anche se è ben deciso a sposare la giovane Arabella Woodhope, sorella del suo amico d’infanzia Henry. Costei è molto più giudiziosa e responsabile di lui, ed è proprio da lei che ora Jonathan si reca, sperando di non ricevere un rifiuto. Sulla strada però scopre Vinculus che dorme sotto un cespuglio, e sta per essere portato via dalle guardie all’ospizio di mendicità. Decide di fermarsi ad aiutarlo (solo per poi poterlo raccontare ad Arabella e far bella figura). Vinculus invece pare riconoscerlo, gli dice che lui è un mago e gli consegna i tre foglietti, ognuno dei quali contiene un incantesimo, avuti da Childermass. Jonathan gli da delle monete, così il ciarlatano non può più finire all’ospizio.
Quella sera stessa Jonathan afferma, davanti ad Arabella e a Henry, la sua volontà di darsi alla magia. Henry lo prende in giro: sicuramente uno degli altri impegni importanti di Jonathan, destinato come gli altri a finire nel dimenticatoio. Strange decide di provare uno degli incantesimi avuti da Vinculus: far apparire in un bacile d’argento la figura del suo nemico. L’incantesimo funziona e nel catino compare un vecchietto dall’aria scostante, chiuso in uno studio pieno di libri e intento a leggere. Strange non sa chi sia, ma il lettore vi riconosce subito Norrell.



Libro 2 - JONATHAN STRANGE

Capitolo 23
: Casa Ombra - Luglio 1809

Casa Ombra è uno dei luoghi magici più famosi di tutta l’Inghilterra. Fatta costruire sul finire del ‘500 da Gregory Absalom (che in realtà era più un cialtrone che altro), mago di corte di Re Enrico VIII, e delle sue figlie Mary ed Elisabetta, passata poi alla di lui figlia Mary Absalom, che non ne aveva impedito il disfacimento in alcun modo (secondo lei nulla doveva venir riparato, se perfino un piatto cadeva in terra e si frantumava, lei impediva che i cocci ne venissero raccolti), era stata teatro di eventi inspiegabili acquisendo sempre più la sua fama di luogo di culto per i maghi inglesi. Nel luglio del 1809 vediamo John Segundus farvi visita. Ma proprio mentre ancora passeggia nei giardini ha una visione: vede una dama in abiti antichi, e subito dopo un uomo in abiti contemporanei decisamente infuriato. Entrato nella casa, Segundus vi trova l’uomo apparsogli nella visione: è Jonathan Strange, che stava evocando lo spirito di Mary Absalom per averne informazioni sulla magia, e Segundus è penetrato nell’incantesimo infrangendolo. Fatte le dovute scuse, Segundus è estasiato dalla nuova conoscenza. Gli sembra incredibile che Strange, dopo solo un anno e mezzo di studi, sia già in grado di fare incantesimi. E in effetti Strange è quasi obbligato a inventarsi gli incantesimi, visto che libri su cui studiare non se ne trovano. Per forza: li ha tutti Norrell! Segundus persuade Strange a recarsi dal mago a Londra per imparare da lui.

Capitolo 24: Un altro mago - Settembre 1809

Nel settembre del 1809 Jonathan Strange si reca a Londra assieme alla moglie Arabella. Quando ne sente parlare, Norrell comincia a preoccuparsi: teme che Strange possa essere un rivale ed è con profonda diffidenza che accetta di incontrarlo. Ma conoscendolo non resiste alla sua verve, e soprattutto al suo grande talento, e lo accetta come apprendista. In men che non si dica, Norrell è entusiasta del nuovo mago. Meno entusiasti sono Drawlight e Lascelles, che temono di perdere il loro posto di consiglieri di Norrell (fino ad ora chiunque volesse contattare il mago doveva passare da loro, e ciò portava ai due molti benefici, sia in società che nel mondo politico). Neppure Strange sembra eccessivamente entusiasta: Norrell è un tipo mortalmente noioso e pedante!

Capitolo 25: L'educazione di un mago - Settembre-dicembre 1809

L’educazione di Strange comincia. Norrell ha preparato per lui un lunghissimo programma di almeno tre o quattro anni. Le sue lezioni sono spesso bislacche, perché Norrell è sempre timoroso di spingersi oltre, teme che Strange impari “troppo”, solo che non rammenta mai cosa ha deciso di insegnargli e cosa no, e questo lo porta sovente a contraddirsi. Inoltre il grosso dei libri è nello Yorkshire, al riparo dallo sguardo di Strange.
Oltre a ciò, Strange diventa per Norrell anche assistente nella campagna contro la Francia.

Capitolo 26: Globo, scettro e corona - Settembre 1809

Intanto Lady Pole e Stephen Black continuano a dividere la propria esistenza tra il mondo che conosciamo e quello magico di Senzasperanza, orribile magione fatata e cadente, nel cui giardino biancheggiano armature spezzate e scheletri, e dove ogni notte sono obbligati a prendere parte a interminabili feste danzanti ed estenuanti cortei in memoria di questa o quella battaglia combattuta dal gentiluomo dai capelli lanuginosi. Costui, poi, tiene tanto a Stephen da fargli visita anche durante il giorno, da coprirlo di doni inusuali, come uno scettro, una corona e un globo d’oro. E grazie ai suoi incantesimi riesce a far sembrare agli altri tutto normale: se pure Stephen dovesse andarsene in giro abbigliato da re nessuno lo troverebbe strano. Un giorno il gentiluomo lo porta nella casa di Jonathan Strange (che l’essere fatato disprezza quasi quanto disprezza Norrell). Strange non dovrebbe essere in grado né di vederli né di sentirli, a detta del gentiluomo, invece pare che riesca per un istante a sentirli, anche se crede che siano i vicini di casa che parlano troppo forte.

Capitolo 27: La moglie del mago - Dicembre 1809-gennaio 1810

Se Jonathan Strange è assai ammirato, perché è molto più simpatico di Norrell e sempre disposto a realizzare su richiesta, come puro intrattenimento, qualche piccolo incantesimo quando viene invitato in società, Arabella è intanto occupata ad arredare la nuova casa londinese. Vorrebbe coinvolgere il marito, ma questo è sempre così preso dai suoi studi che certe volte neppure sembra ascoltarla, come ora che dimentica di raggiungerla dal tappezziere. Arabella lo trova nel negozio di fianco, sta parlando con Lord Pole di urgenti affari che riguardano la guerra e decide di andare da lui per analizzare alcune mappe. Arabella li segue, ma per non disturbarli con la sua presenza mentre parlano, gironzola per la casa del ministro, finché si trova a incontrare Lady Pole. Le due donne cominciano a parlare e si sono vicendevolmente simpatiche. Lady Pole chiede aiuto ad Arabella: cercherà di parlarle di una cosa importante che lei dovrà riferire al marito. Ma comincia a esporre un discorso sconclusionato dopo l’altro, fino ad avere un mancamento, dopo il quale viene riaccompagnata nella sua stanza. Questo perché il gentiluomo dai capelli lanuginosi con un incantesimo ha fatto sì che né lei né Stephen riescano a parlare delle loro visite a Senzasperanza: tutte le volte che ci provano vengono fuori cose completamente diverse. Arabella promette a Lady Pole di tornare a farle visita, e Lord Pole, che crede la moglie psichicamente instabile, chiede di non fare parola a nessuno su quel che Lady Pole le ha raccontato. Arabella è in difficoltà: ha fatto due promesse che si contraddicono tra loro, a quale dovrà tener fede? Decide per quella fatta a Lord Pole, che almeno è sano di mente. Mentre sta per uscire dalla stanza in cui ha incontrato Lady Pole, Arabella avverte però una strana sensazione, si sente come risucchiata in un quadro la cui ambientazione sembra proprio Senzasperanza.

Capitolo 28: La biblioteca del duca di Roxburghe - Novembre 1810-gennaio 1811

Nel novembre del 1810 Norrell viene invitato a Portsmouth per passare in rivista la flotta della Marina Inglese, e per la cerimonia si fa accompagnare da Strange e Signora. Questi due si divertono molto, soprattutto alla festa in loro onore, ma il mattino dopo verso l’alba arriva una comunicazione urgente: una nave si è incagliata in una secca del porto, Norrell sta dormendo e non vuole essere disturbato, così Strange si decide a dar lui una mano con la magia.
Dopo l’episodio i ministri si convincono di come sia utile avere un mago direttamente sul campo di battaglia, pronto a risolvere i problemi man mano che si presentano, e decidono di mandare Strange in Portogallo, dove sono di stanza le truppe di Lord Wellington.
Norrell non vorrebbe perdere il suo pupillo e assistente, ma Drawlight e Lascelles, sempre ansiosi di sbarazzarsi di Strange, gli parlano di un’importante biblioteca che sta per essere messa all’asta e in cui potrebbero esserci importanti libri di magia. Se Strange non fosse in Inghilterra non potrebbe cercare di acquistarli lui. Questo convince Norrell ad ammorbidirsi sulla scelta di Jonathan di unirsi all’esercito.

Capitolo 29: In casa di José Estoril - Gennaio-marzo 1811

La partenza di Strange è per Norrell comunque triste, perché il giovane mago ha deciso di portare con sé una quarantina di libri e Norrell teme per la loro incolumità. Non appena arrivato in Portogallo, per Strange comincia un triste periodo. Lord Wellington infatti non vuole saperne di averlo come aiutante e continua a bocciare senza pietà qualunque proposta del mago. Finché questo non ne fa una veramente utile: costruire una strada decente per l’esercito inglese, in modo che questo possa spostarsi agevolmente. Le opinioni di Wellington su Strange cambiano e il mago viene finalmente accettato.

Capitolo 30: Il libro di Robert Findhelm - Gennaio-febbraio 1812

Con tutto quel che è successo, Norrell non ha certo dimenticato il suo odio per Vinculus, e Childermass sta prendendo informazioni su quest’individuo e sul suo fantomatico libro. Un libro che sembra sia stato scritto addirittura da Re Corvo in persona, il libro che tutti i maghi hanno sempre cercato senza mai trovarlo. Il padre di Vinculus lavorava per un nobilotto che si vantava di essere il custode di questo libro, ma l’uomo, per una scommessa fatta in stato di ubriachezza, aveva mangiato il libro, e per questo era stato imprigionato e giustiziato. Ma allora come aveva fatto il figlio a entrarne in possesso?

Capitolo 31: Diciassette napoletani morti - Aprile 1812-giugno 1814

La collaborazione di Strange in guerra pare indispensabile. Al momento opportuno i suoi trucchi sono decisivi: sposta alberi, montagne e intere città, devia il corso dei fiumi, crea dal nulla illusioni spaventose per i nemici. A un certo punto riporta in vita dei cadaveri nemici per estorcere informazioni, e questa è la cosa peggiore che possa fare, perché quei poveretti tornano a una vita parziale (perdono pezzi senza neppure accorgersene, per esempio, anche perché Strange, non avendo evocato alcuna creatura fatata, ha compiuto un incantesimo ben diverso da quello impiegato da Norrell per resuscitare Lady Pole), e lui non è in grado di disfare l’incantesimo una volta saputo quel che voleva sapere, e così Wellington è costretto a dar fuoco a quelle creature pur di por fine alle loro sofferenze. Ma nel giugno 1814 Napoleone viene bloccato e portato all’Isola d’Elba. La guerra sembra finita e Jonathan può tornare a casa. Anche se, ora che si è abituato a lavorare autonomamente, non ha molta voglia di tornare da Norrell, che invece è entusiasta di riaverlo con sé.

Capitolo 32: Il re - Novembre 1814

Nel novembre del 1814 il principe regnante, assieme ai suoi fratelli, si reca da Jonathan per chiedere aiuto: loro padre, re Giorgio III, è notoriamente affetto da pazzia, Strange può fare qualcosa per aiutarlo, soprattutto aggirando i perfidi medici che lo hanno in cura? Jonathan, distraendo i medici con la magia, si reca così a Windsor e trova che il re è in effetti piuttosto bislacco. Non parla con lui ma con un misterioso gentiluomo dai capelli lanuginosi che, dice, è acanto a Strange (ma che Strange, non potendolo vedere, attribuisce alla follia di sua maestà), però quando Jonathan gli propone una passeggiata nel parco, il re accetta volentieri. Qui i due vengono raggiunti dai medici che curano il re, infuriati perché Jonathan aveva cercato di tenerli lontani con una magia. Ma le statue di una fontana si animano e scacciano i dottori. Chi avrà compiuto l’incantesimo? Strange non è stato e dubita fortemente che possa essere stato Norrell.

Capitolo 33: Poni la luna sui miei occhi - Novembre 1814

Una strana musica attira Strange e il re fuori dal parco, il gruppo di betulle appena fuori dal cancello si trasforma in un bosco secolare oltre il quale si intravedono delle luci. I due sono tentatissimi di seguire la musica e raggiungere le luci, dove pare ci siano delizie per entrambi. Solo con un grande sforzo di volontà Strange riesce a sottrarsi a quell’incanto e a tornare indietro assieme al re.
Cosa può essere successo? Jonathan ha il sospetto che gli esseri fatati non siano del tutto scomparsi come si dice, e che le strade fatate potrebbero ancora esserci. Ne parla con Norrell che però nega fermamente tutto ciò.

Capitolo 34: Al limite del deserto - Novembre 1814

Il gentiluomo dai capelli lanuginosi porta Stephen in una cittadina araba chiedendogli se non gli piacerebbe esserne il re, visto che è in Africa, la sua patria. Il gentiluomo dice anche di essere infuriato con Strange perché gli ha impedito di rapire il re (così che poi il trono d'Inghilterra rimanesse vuoto per Stephen) e lui stesso s’è sottratto ai suoi richiami.

Capitolo 35: il gentiluomo di Nottinghamshire - Novembre 1814

Drawlight e Lascelles cercano un modo per far litigare Strange e Norrell, anche se ciò sembra superfluo dal momento che spesso i due sono in disaccordo. Ora, per esempio, Strange ha scoperto dell’esistenza di una teoria che vede gli specchi come porte magiche per le strade fatate, cosa di cui Norrell vorrebbe eliminare il concetto stesso. In più capitano altre cose strane. Un’amica di Arabella, per esempio, sostiene che Jonathan le dia lezioni di magia per corrispondenza e a pagamento, cosa che non è. Non solo, al club con gli amici Jonathan incontra due produttori di birra del Nottinghamshire che sostengono la stessa cosa. Quando questi gli citano un passaggio di una lettera, Strange afferma che si tratta di cosa da lui detta in un’occasione, ma assieme a lui c’erano solo Norrell e Drawlight. Immediatamente un’idea gli balena nella mente. Per dimostrare ai due di essere davvero Strange, decide di attraversare uno specchio.

Capitolo 36: Tutti gli specchi del mondo - Novembre 1814

In una casa di Hampstead, Drawlight stra trattando con una signora per degli incantesimi da commissionare a Strange, quando a un tratto irrompe una forte sensazione di un incantesimo in atto e Jonathan balza giù dallo specchio: il piano di Drawlight, di arricchirsi alle sue spalle vendendo di nascosto lezioni e incantesimi falsi, è andato a monte. Mentre torna a casa non è a questo che pensa Jonathan, ma alle nuove possibilità e ai nuovi mondi che è possibile esplorare attraverso gli specchi. Tornato a casa però vi trova i suoi amici e Arabella, terrorizzata perché lui pareva essere scomparso nello specchio davanti ai suoi amici. Strange dice di aver visto strade misteriose e infinite, le cosiddette strade del re, che lui non vede l’ora di esplorare, ma la moglie teme che siano pericolose e gli fa promettere di lasciar stare gli specchi fino a che non ne avrà imparato molto di più!

Capitolo 37: I Cinque Dragoni - Novembre 1814

Drawlight è ormai in disgrazia, abbandonato dagli amici e ricercato dai creditori, chiede rifugio da Lascelles. Questo si finge comprensivo, ma poi da alla servitù l’ordine di allontanarlo. Intanto Norrell è infuriato con Drawlight, vuole ricostituire l’antico Ordine dei Cinque Dragoni per giudicare i crimini contro la magia e condannarlo a morte, ma i politici suoi amici non gli danno credito, perché gli unici maghi esistenti che lo possano fare sono lui e Strange, entrambi diretti interessati nel fattaccio. Norrell è infuriato anche con Strange perché ha percorso le strade del re: troppo pericoloso, certe cose non dovrebbero essere riportate in auge!
Intanto Strange, leggendo il libro che lui stesso e Norrell hanno appena fatto pubblicare, si rende conto che si tratta di una pubblicazione tendenziosa, che il voler oscurare a tutti i costi Re Corvo vuol dire negare le radici stesse della magia inglese. Decide perciò di far pubblicare una recensione negativa, giustamente anonima.

Capitolo 38: Dalla Edimburgh Review - Gennaio 1815

La recensione al libro esce sull’Edimburgh Review, giornale molto letto. E si scaglia decisamente contro Norrell e Strange, rei di non volersi addentrare nel vero spirito della magia inglese, di volerne quasi cancellare ogni traccia relegandola a qualcosa di molto piccolo e meschino.

Capitolo 39: I due maghi - Febbraio 1815

Anche se l’articolo è uscito con uno pseudonimo, tutti sanno che è stato Strange a scriverlo. Quando Jonathan decide di tornare da Norrell la frattura tra i due è ormai insanabile, e nonostante Norrell lo supplichi di restare con lui, come socio e non più come allievo, Strange è determinato: da ora in poi lavorerà da solo. Lascelles non perde l’occasione per cercare di mettere Strange in cattiva luce.
Strange ha intenzione di tornare assieme ad Arabella nello Shropshire, così la donna va a salutare Lady Pole, che è seriamente dispiaciuta che la sua amica vada via. Arabella porge a Strange anche i saluti di un curioso gentiluomo dai capelli d’argento, che incontra spesso da Lady Pole. Non sa chi sia né come si chiami. Probabilmente, pensa, è un parente dei Pole.

Capitolo 40: "Credetemi: quel luogo non esiste" - Giugno 1815

Napoleone fugge dall’Isola d’Elba e torna con i suoi progetti di conquista. Strange viene inviato a Bruxelles per riprendere il suo posto nell’esercito accanto a Wellington. E’ costretto a cambiare strategie e incantesimi, perché ora i problemi sono diversi. Utilizza magie mai provate prima, e durante la battaglia di Waterloo arriva a uccidere un uomo con la magia per salvarsi la vita. Gli incantesimi che utilizza sono sempre più vicini alla magia di re Corvo. A Waterloo l’esercito di Napoleone è definitivamente sconfitto e Strange può tornare a casa.

Capitolo 41: Starecross - Fine settembre-dicembre 1815

Intanto John Segundus, che nel frattempo, dando lezioni private, è diventato insegnante di magia teorica, è stato inviato dal padre di un suo allievo in una tenuta di campagna in vendita, Starecross Hall, ad analizzarne la biblioteca per scovare eventuali testi di magia. Qui Segundus incontra la proprietaria, la signora Lennox, che decide di finanziare il mago e fargli aprire proprio lì una scuola di magia. Purtroppo non appena viene a sapere del progetto, Norrell lo fa bloccare. E, con tutte le sue amicizie influenti, ci riesce benissimo.

Capitolo 42: Strange decide di scrivere un libro - Giugno-dicembre 1815

Appena tornato in Inghilterra, Strange si reca subito nella sua tenuta dello Shropshire, dove intende scrivere un libro sulla storia e pratica della magia. La notizia inquieta molto Norrell.
Il gentiluomo dai capelli lanuginosi continua a riempire Stephen Black di doni, sempre più bislacchi, e si ostina nel suo proposito di volerlo fare re. Non manca di manifestare il suo odio per i due maghi inglesi, e allo stesso tempo la sua ammirazione per Arabella. Anzi, su di lei ha un certo progetto, ma come rapire la donna senza che nessuno se ne accorga? L’essere fatato porta così Stephen in una torbiera scozzese per farsi aiutare nella ricerca di un tronco di quercia muschiata (cioè marcita da anni).

Capitolo 43: La curiosa avventura del signor Hyde - Dicembre 1815

Jonathan è intento alla stesura del suo libro. Malgrado Norrell cerchi di spiarlo, non riesce a cavarne nulla.
Intanto un vicino di casa, il signor Hyde, si reca da Strange per dirgli di aver visto sua moglie, con indosso un abito nero, vagare nella neve molto lontano da casa. Ma Strange non lo reputa probabile, sua moglie non si è mai mossa di lì e poi non ha mai avuto abiti neri.
Ma di lì a pochi giorni Arabella scompare davvero, e nello stesso tempo viene di nuovo avvistata vagare nella neve a molte miglia di distanza. L’intero paese si mobilita per cercarla, ma alla fine è lei stessa a tornare a casa: gelida, fradicia d’acqua e con indosso un abito nero. Non sa spiegare la sua sparizione se non dicendo che era andata a fare una passeggiata nel bosco, tra i suoi fratelli.

Capitolo 44: Arabella - Dicembre 1815

Strange non sa spiegarsi lo strano comportamento della moglie, e neppure quelle chiazze di acqua sporca e muschiosa che lascia dietro di sé. Arabella intanto languisce sempre più, e dopo tre giorni dal suo ritorno, muore.



Libro 3 - JOHN USKGLASS

Capitolo 45: Prologo a Storia e pratica della magia inglese, di Jonathan Strange

Prologo del libro di Jonathan Strange, dove si parla della vita di John Uskglass, il Re Corvo, dal rapimento da parte delle creature fatate, quando era poco più che un neonato, alla sua educazione nelle Terre Altre, dal suo ritorno e incoronazione a re dell’Inghilterra del Nord ad appena 14 anni, a tutte le sue conquiste e meraviglie nel campo della magia.

Capitolo 46: Mi ha parlato il cielo... - Gennaio 1816

Childermass è nello studio a scrivere delle lettere d’affari per conto di Norrell, quando avverte una strana sensazione: si sente trasportato in una brughiera dove tutto, anche il volo degli uccelli, gli appare comprensibile. Questo vuol dire una cosa sola: c’è una forta magia in atto. Ma non può essere Norrell, che è fuori casa. Childermass ricorre così all’unico incantesimo che Norrell gli abbia mai insegnato: quello che serve a comprendere se qualcuno sta effettuando un incantesimo. Scopre che così qualcosa di magico e potente sta avvenendo in piazza. Childermass scende, proprio mentre Norrell sta tornando. Dalla folla compare una donna con una pistola in mano: è da lei che si sprigiona la magia, anche se non sta propriamente compiendo un incantesimo. La donna cerca di sparare a Norrell ma Childermass si frappone tra i due salvando Norrell e venendo colpito di striscio. La donna viene portata via: è Lady Pole.

Capitolo 47: "Un uomo nero e un uomo blu: qualcosa vorrà pur dire" - Fine gennaio 1816

Dopo aver tentato di uccidere Norrell, Lady Pole è considerata insana di mente a tutti gli effetti e viene così portata in un manicomio. Uno nuovo, per la precisione, a Starecross Hall. Qui Segundus, non potendo più aprire la scuola di magia, ha aperto un ospizio per malati di mente. Molto particolare, perché non basato sulla coercizione, come avveniva usualmente a quell’epoca, ma sulla tranquillità. Lady Pole è affranta, tutti pensano che sia per il dolore dovuto dalla morte di Arabella, ma lei dice che in realtà Arabella la incontra tutte le sere e non le manca affatto. Stephen Black, che ha accompagnato Lady Pole, torna a Londra su un magnifico cavallo, dono anche questo dell’essere fatato, ma ha un incidente e il cavallo muore. Stephen si vede perciò costretto a chiedere un passaggio a un tale che con la sua carretta effettua trasporti vari. Qui vi trova anche Vinculus, che gli recita parte della profezia: lo schiavo senza nome diventerà re. Quello schiavo potrebbe essere lo stesso Stephen? Lo chiede all’essere fatato, che invece pensa che la profezia si riferisca a John Uskglass. Ma Stephen sarà comunque re: lui ucciderà il re d’Ighilterra mettendo Stephen sul trono. Black gli spiega che non può funzionare, anche se il re morisse ci sarebbero altri successori. Il gentiluomo dice che nel suo paese chi uccide un re ne prende semplicemente il posto.

Capitolo 48: Le incisioni - Fine febbraio-marzo 1816

Febbraio 1816. Strange è molto provato dalla morte di Arabella, ma va comunque avanti con il suo libro. Ha anche messo al lavoro due incisori francesi, personaggi anch’essi decisamente bizzarri, per avere ottime illustrazioni. Viene però contattato da Childermass che, da parte di Norrell, cerca di convincerlo a lasciar perdere il progetto. Ma Strange non ha nessuna intenzione di fermarsi: che a Norrell piaccia o no, il libro uscirà. Capiamo che Childermass non è sempre d’accordo col suo capo: se Norrell dovesse usare la forza per impedire al libro di Strange di uscire, Childermass passerebbe sicuramente dalla parte di Jonathan.

Capitolo 49: Vagabondaggi e follie - Marzo 1816

Dopo la morte di Arabella, Strange è diventato anche terribilmente disordinato. Ritrasferitosi a Londra, i suoi amici in visita lo trovano letteralmente sommerso da libri, fogli e appunti, che lui annota perfino sulle pareti. Racconta a Lord Pole di aver avuto quasi vicino un essere fatato, quando era col re: la pazzia attira le creature fatate. Dice anche di aver preso degli allievi per insegnar loro la magia pratica.

Capitolo 50: Storia e pratica della magia inglese - Aprile-fine settembre 1816

Norrell cerca di passare alle vie legali per impedire la pubblicazione del libro di Strange, ma nessuno gli da retta. Strange, dal canto suo, decide di prendersi un po’ di riposo e parte per un lungo viaggio nell'Europa continentale. Ormai è quasi estate, ma sembra che in Europa l’inverno non voglia andarsene. In Svizzera Strange conosce Lord Byron: i due si trovano reciprocamente odiosi.
Intanto il libro di Strange viene pubblicato ed è subito un grosso successo di vendite. Ma la cosa dura poco. Man mano tutte le copie vendute iniziano a scomparire, oppure l'inchiostro svanisce finchè tutte le compie stampate si ritrovano con le pagine bianche: Norrell è riuscito a cancellare il libro di Strange per impedire che venga letto. Ha salvato solo la propria copia e quella di Strange.

Capitolo 51: La famiglia Greysteel - Ottobre-novembre 1816

Strange è intanto giunto in Italia. A Genova aveva conosciuto una famigliola, i Greysteel, formati da un dottore, sua sorella zitella e la dolce e graziosa figliola di nome Flora. Da quel che Strange ne scrive molti pensano che fra lui e la fanciulla ci sia del tenero, sperano che Flora possa far passare a Jonathan la malinconia per la morte di Arabella, e in effetti Flora è sinceramente innamorata del mago. Lo ascolta rapita e da quando lo conosce si è anche interessata alla magia, arte che prima aveva sempre ignorato. A Venezia Jonathan ha reincontrato Lord Byron, finendo col diventarci amico. Ma Jonathan non è in vacanza, nella sua stanza in affitto non fa che tentativi per evocare una creatura fatata. Tentativi di cui il gentiluomo dai capelli lanuginosi , che resosi invisibile è lì accanto a lui assieme a Stephen Black, si fa beffe.

Capitolo 52: La vecchia signora di Cannaregio - Fine novembre 1816

A Venezia i Greysteel vanno a trovare una signora, amica di conoscenti, ridotta in miseria. La signora Delgado, così si chiama la donna, è molto anziana, ma da giovane è stata bellissima, altera, ricca e molto colta. Poi si è sposata con un nobile conosciuto a Venezia, entrambi sono stati presi dalla malattia del gioco d’azzardo e hanno perso tutti i loro averi. Il marito si è suicidato, lei invece è stata ospitata da alcune persone della comunità ebraica, che le hanno concesso una stanza, e ha progressivamente perso la ragione. Ora è un’anzianissima donna, non più in grado di parlare né di badare a sé stessa, e vive in compagnia di una cinquantina di gatti che sembrano prendersi cura di lei. In effetti la signora Delgado è in grado di esprimersi solo nel linguaggio dei felini.

Capitolo 53: Un topolino grigio e morto - Fine novembre 1816

Quando Strange viene a sapere dell’esistenza della signora Delgado pensa che lei possa fare al caso suo e così si reca a trovarla. Lui le darà ciò che lei desidera se lei a sua volta le regalerà qualcosa di proprio. Così Strange realizza il desiderio della signora trasformandola in un gattino, che zampetta allegramente via verso la libertà, e si prende l’unica cosa che davvero le appartenga: un topo morto. Da questo riesce a estrarre un elisir della pazzia. Se riesce a diventare moderatamente pazzo, infatti, dovrà essere in grado di vedere gli esseri fatati: loro sono irresistibilmente attratti dalla follia umana! Dopo vari tentativi andati a vuoto (prima si convince che la gente porti nella testa delle candele, poi che Venezia sia invasa dagli ananassi... e se è troppo pazzo non può riuscire a intavolare un discorso sensato, né tantomeno fare un incatesimo di evocazione), riesce a trovare la dose giusta. Finalmente è in grado di vedere e sentire l’uomo dai capelli lanuginosi, con grande costernazione di quest’ultimo.

Capitolo 54: Una scatoletta color crepacuore - 1-2 dicembre 1816

Jonathan è entusiasta, il gentiluomo molto meno: non sa spiegarsi come Strange sia riuscito a evocarlo. Jonathan naturalmente, ignaro di tutti i suoi trascorsi, chiede al gentiluomo di diventare suo alleato. Il gentiluomo promette di pensarci, ma intanto si reca da Stephen Black a Londra confessandogli di essere furibondo: è talmente furioso che ha deciso di uccidere Strange. Crede che lui sappia del suo accordo con Norrell e che cerchi di ingannarlo per costringerlo a rendere Lady Pole alla sua vita normale. Ma Stephen lo convince a cambiare idea, pensa che Strange ignori il suo patto con Norrell e che in realtà voglia solo cose banali, come denaro, donne e potere. Il gentiluomo torna da Strange dicendo di accettare la sua proposta, gli offre ricchezze, lusso, ma Jonathan in realtà vuole la conoscenza. Vuole il sapere della magia. Si accorge che dal gentiluomo è difficile cavare qualcosa, così gli chiede almeno la cosa ricevuta dall’ultimo mago con cui ha lavorato. Il gentiluomo è obbligato a rispettare il patto e gli fa avere una scatoletta color crepacuore (che nella storia è una tonalità di lilla) contenente un piccolo dito mignolo femminile. Questo a Strange ricorda vagamente qualcosa ma non sa cosa, quel che sa è che è un oggetto per lui inutile e crede d'essere stato imbrogliato. Jonathan non vuole arrendersi, lui vuole riscoprire la vera e antica magia di re Corvo, così decide di utilizzare di nuovo il filtro della follia per raggiungere l’essere fatato.

Capitolo 55: Il secondo vedrà ciò che gli è più caro in mano al suo nemico - Notte dal 2 al 3 dicembre 1816

Immediatamente presa qualche goccia dell’elisir, Strange vede Venezia invasa da alberi, e una scia luminosa che si allontana verso il mare. Presto la foresta prende il sopravvento su Venezia e Strange segue il sentiero fino a raggiungere il palazzo del gentiluomo dai capelli lanuginosi, dov’è in corso un ballo. E qui Jonathan incontra Stephen Black, Lady Pole e anche Arabella. Sì, perché la donna non era morta, era stata rapita dal gentiluomo e sostituita con una quercia muschiata magicamente modificata. Jonathan viene anche a sapere il segreto di Norrell e cosa ha fatto per resuscitare Lady Pole. Ma il gentiluomo fatato, furioso per essere stato scoperto, scaccia Strange di nuovo a Venezia e gli lancia contro una terribile maledizione fatta di disperazione e solitudine.

Capitolo 56: La torre nera - 3-4 dicembre 1816

Nel cuore della notte il dottor Greysteel riceve una visita da Strange. Il mago è in gondola e non vuole scenderne, non vuole avvicinarsi a nessuno per tema di causare qualcosa di terribile a chi gli sta vicino. Supplica il dottore di portare Flora lontano da Venezia, dice che Arabella è ancora viva e che qualcuno che lo odia potrebbe fare del male a Miss Greysteel. Il dottore pensa che Strange sia impazzito e che parli di sé stesso. Il giorno dopo una delegazione di poliziotti austriaci (il Veneto è sotto la dominazione austriaca) si reca da Greysteel chiedendogli di convincere il mago a cessare i suoi incantesimi. Infatti là dov’è la sua residenza veneziana si leva un’enorme colonna nera che svetta infinita verso il cielo. Greysteel va da Strange e si accorge che la colonna altro non è che uno squarcio di notte perenne che sovrasta e circonda il mago, anche se questo pare non accorgersene affatto. Ha gli occhi spiritati da matto, perché ha ripreso ad assumere la pozione della follia nel tentativo di ricontattare l’essere fatato, ma questo non si fa più trovare. Greysteel non ha dubbi che qualcosa di grave sia capitato all’amico, ma non capisce la verità, pensa che Strange sia davvero impazzito per il troppo lavoro, così si reca da Lord Byron sperando che questo possa parlare a Strange e riportarlo alla ragione, ma il poeta è così concentrato su sé stesso e sulla propria arte da limitarsi a trovare il tutto molto affascinante e poetico.

Capitolo 57: Le lettere nere - Dicembre 1816

Strange scrive ripetutamente a Henry, fratello di Arabella, cercando di raccontargli quel che è accaduto, che Arabella è viva e prigioniera di un essere fatato. Gli domanda anche di riesumare il corpo della moglie, per avere conferma che lei non sia davvero morta. Ma le sue sembrano solo farneticazioni. Byron va a trovare l’amico e resta incantato dai suoi apparenti vaneggiamenti. L’essere fatato, assieme a Stephen, tiene d’occhio Strange, ma senza farsi vedere. Stephen vorrebbe avvertire Strange che la scatolina col dito di Lady Pole potrebbe essere la chiave per sconfiggere il gentiluomo dai capelli lanuginosi, ma non può. E Strange sembra aver completamente dimenticato l’oggetto.

Capitolo 58: Henry Woodhope fa una visita - Dicembre 1816

A Londra Henry, preoccupato per la salute mentale di Jonathan, si reca da Norrell con le lettere ricevute dal cognato. Ovviamente lui non crede a una parola di quanto affermato da Strange, anche se pare che qualcuno della servitù abbia effettivamente aperto la tomba di Arabella trovando al suo posto solo un tronco d’albero marcio. Spera però che Norrell possa aiutare l’ex allievo. Norrell non si pronuncia, in compenso Lascelles propone di mandare qualcuno in Italia a controllare Strange e si tiene le lettere portate da Henry. Poco dopo le lettere vengono fatte pubblicare in un volumetto, a riprova del fatto che Strange sia totalmente impazzito. E di questo parlano tutti, si incomincia addirittura a ipotizzare che lui abbia ucciso Arabella. L’unico che non vuole credere neppure per un momento alla presunta pazzia di Strange è Lord Wellington.

Capitolo 59: Leucrocuta, il Lupo della Sera - Gennaio 1817

Drawlight, ormai ridotto in miseria, è stato mandato a Venezia, dall’ex amico Lascelles, affinché indaghi su Strange e ne diffami apertamente il nome spacciandosi per un suo amico. Cerca dapprima di parlare con Greysteel, ma costui non solo non casca nel suo tranello, ma mette in guardia tutte le famiglie bene di Venezia affinché si guardino da quel dandy scalcagnato. Drawlight non si arrende, sa bene che per diffondere notizie e pettegolezzi bisogna affidarsi al popolo e alla servitù. Prova allora a farsi amico il servitore di Greysteel, ma questo s’infuria e lo getta in mare. Qui la corrente afferra Drawlight e lo porta con sé, fino alla colonna notturna di Strange, dove l’ex elegantone viene depositato a riva. Tutto appare minaccioso in questa notte misteriosa, perfino i monumenti. Le uniche creature che Drawlight, in preda al terrore, incontra sono i gatti. E Jonathan Strange. Costui pare davvero sull’orlo della follia. Afferra Drawlight e gli ordina di tornare a Londra portando tre messaggi: dovrà portare a Childermass la scatola color crepacuore e dirgli quel che Norrell ha fatto a Lady Pole, dovrà mettere in allerta tutti i maghi d’Inghilterra e dovrà dire a Norrell che lui, Strange, sta tornando. Strange è così autoritario che Drawlight non osa dirgli di no. Poi Strange prende ancora la pozione della follia e al solo stargli accanto Drawlight entra in uno stato ipnotico dove lui è diventato un bosco secolare e sente le membra del suo corpo trasformarsi in piante e alberi. Quando il mago si allontana Drawlight riesce a tornare alla luce, e dopo due giorni di febbre e delirio, torna in Inghilterra.
Intanto il gentiluomo dai capelli lanuginosi sta ancora raccontando a Stephen Black dei suoi progetti per incoronarlo re, quando sente improvvisamente che un enorme incantesimo è stato effettuato e che le porte dei Mondi Altri si sono spalancate. Innumerevoli corvi si levano da Venezia: Strange sta passando al contrattacco e l’essere fatato non ne è per nulla contento!

Capitolo 60: Temporali e mezogne - Febbraio 1817

Intanto Flora e la zia Greysteel sono a Padova. E’ qui infatti che la ragazza è stata portata per essere allontanata da Strange, mentre il padre è rimasto a Venezia per cercare di aiutare il mago. Ma lei ha perso tutta la sua allegria. Non vuole muoversi da Padova e non sembra più interessata a nulla. Improvvisamente una fitta tempesta si abbatte sulla città. Flora ha uno stranissimo comportamento. Scompare nel momento più buio e tempestoso e quando torna appare più risoluta, ma anche più triste. Uno strano specchio compare in salotto e anche se la zia non se ne ricorda, Flora sostiene di averlo acquistato lei a Venezia e di averlo fatto recapitare durante la tempesta. Quella tempesta e quel buio, lo conferma il dottor Greysteel appena giunto a Padova, l’aveva portato Strange, che infatti aveva lasciato Venezia portandosi dietro la sua colonna infame. Quando tutto passa, Flora esprime il desiderio di fare una gita in barca e qui, non vista, getta in mare la fialetta contenente il siero della follia consegnatale da Jonathan. Evidentemente anche lo specchio arriva da lui.
Dopo questo Flora appare molto più tranquilla, ma prende a restasrsene sempre in casa, intenta a controllare lo specchio.

Capitolo 61: L'Albero parla alla Pietra, la Pietra parla all'Acqua - Gennaio-febbraio 1817

La caduta in disgrazia di Strange non giova minimamente a Norrell, come lui aveva sperato. Anzi, porta le autorità a diffidare di tutta la magia. L’unico incantesimo che gli viene commissionato è uno che protegga le coste inglesi dall’erosione delle maree. E’ un incantesimo invisibile e Lascelles lo convince a usare qualche “effetto speciale” puramente decorativo per far sì che la gente almeno se ne accorga.
E per Norrell non è finita. Infatti da qualche tempo la magia sta imperversando in tutta la nazione. Chiunque, anche le persone meno sospette, perfino bambini certe volte, o gente che mai ha avuto interesse per la magia, di punto in bianco e anche involontariamente realizza incantesimi. D’un tratto pare che questa gente legga la natura come messaggi chiari e questi messaggi sono appunto incantesimi da compiere. Perfino gli incantesimi più vecchi e ormai non più funzionanti riprendono a funzionare. Ma c’è di peggio: le strade fatate, quelle che possono portare ai Regni Altri come pure in qualunque altro posto, le cui porte possono essere anche specchi o pozze d’acqua, e che erano ormai svanite da quando re Corvo se n’era andato, stanno ricomparendo, di nuovo percorribili. Ma che sta succedendo?
Norrell crede che sia tutta opera di Strange, e si appresta ad accoglierlo. Lascelles invece viene a sapere che Drawlight è tornato in Inghilterra.

Capitolo 62: Venni da loro in un grido che ruppe il silenzio del bosco invernale - Primi giorni di febbraio del 1817

Lascelles si reca all’appuntamento con Drawlight, vuole farsi dire tutto ciò che l’ex dandy ha scoperto sul conto di Strange. L’incontro avviene in un luogo molto appartato, in un bosco fuori Londra.
Drawlight è cambiato, ora è molto più sincero, e riferisce del potere di Jonathan e dei suoi messaggi.
Lascelles teme che ciò che Drawlight dice potrebbe rovinare la sua posizione sociale, così, per non rischiare, ruba la scatoletta color crepacuore e spara all’ex amico, uccidendolo. Quindi torna a Londra di gran carriera.
Subito dopo il corpo di Drawlight si trasforma in piante, alberi, pietre ed elementi del bosco, come nella visione avuta a Venezia.

Capitolo 63: Il primo seppellirà il suo cuore in un bosco oscuro, sotto la neve, ma continuerà a sentire il suo dolore - Metà febbraio 1817

Norrell, con Lascelles e Childermass, torna a Hurtfew Abbey, nello Yorkshire. E’ convinto che Strange arriverà proprio lì, perché certamente mira alla sua biblioteca.
Lascelles è inquieto, naturalmente teme che il suo delitto venga scoperto, così s’inventa che Drawlight non è mai stato all’appuntamento, ma che gli ha mandato una lettera. Però non è in grado di mostrare questa lettera e Childermass, che già sospettava della sua buona fede, s’insospettisce ogni istante di più.
Durante il viaggio i tre s’imbattono in una strada fatata, Childermass la esplora per un tratto, ma ha abbastanza buon senso da non farsene ammaliare e torna indietro.
Quel che è certo è che magie di questo tipo sono troppo grandi per essere opera del solo Strange, anche se Norrell e Lascelles non sembrano assolutamente volerci credere.
A Hurtfew Abbey Childermass, dalle sue carte, viene a sapere che Lascelles ha un messaggio per lui. Ma questi non solo nega tutto, cerca anche di far passare l’uomo dalla parte del torto. Ne nasce una lite alla fine della quale, completamente plagiato da Lascelles, Norrell scaccia Childermass. Questo sa bene che il suo lavoro è tutt’altro che terminato, ma si allontana perché forse c’è bisogno di lui altrove. Prima di partire è riuscito a impossessarsi della scatoletta color crepacuore.
Mentre Childermass va via qualcos’altro accade. Norrell è convinto che Strange sia giunto a Hurtfew Abbey. Infatti è così, è riuscito a modificare il labirinto che proteggeva la biblioteca in modo da impedirne l’accesso. Alla fine il solo Norrell riesce a raggiungerlo.

Capitolo 64: Due versioni di Lady Pole - Metà febbraio 1817

Intanto, dal momento che Strange è a Hurtfew Abbey, anche lì è calata la notte perpetua che lo accompagna. I servitori decidono di allontanarsi, ma sempre rimanendo nelle terre di Norrell in modo da non abbandonarlo mai del tutto. Lascelles invece non vuole rischiare nulla e se ne va, imboccando un ponte fatato nonostante i consigli contrari della servitù di Norrell.
Nel frattempo Childermass è giunto a Starcross Hall. Qui Segundus s’è quasi convinto che Lady Pole non sia pazza, ma vittima di un incantesimo. E ora che la magia è ovunque anche Childermass vede che la donna è prigioniera di un incantesimo di imbavagliamento, che le impedisce di raccontare cos’è accaduto.
Estrae la scatola color crepacuore, preleva il dito che questa contiene e con un incantesimo eseguito da Segundus (il suo primo incantesimo) riattacca il dito alla donna. Il magico legame che la univa al gentiluomo dai capelli lanuginosi è infranto, ora Lady Pole è libera.
Ed è anche furibonda. Appena si rende conto di poter parlare comincia a sbraitare contro Norrell, che l’ha venduta all’essere fatato per far carriera. Ma ce n’è per tutti, anche per Lord Pole che non l’ha difesa e non le ha prestato fede, e per Strange che non è stato meno avido. In sostanza, Lady Pole è (giustamente) inviperita. Minacciando vendetta, si dichiara decisa a salvare i suoi amici Stephen e Arabella, ancora prigionieri a Senzasperanza.
E Lascelles? Per lui c’è un altro destino. Imboccato il ponte e quindi la strada fatata (la stessa da cui era fuggito Childermass), si trova a dover duellare con un cavaliere a guardia di un castello in cui vive una dama. Lo vince e ne prende il posto, rimanendo così prigioniero della strada fatata. Ma non ne è consapevole. Completamente ammaliato, ha dimenticato tutto di sé stesso e del suo passato.

Capitolo 65: Cenere, perle, copriletti e baci - Metà febbraio 1817

Mentre tutto ciò avviene, il gentiluomo fatato, sempre più desideroso di vendetta, corre a prendere Stephen perché vuole scoprire chi è il loro nemico, in modo da sconfiggerlo una volta per tutte. L’incantesimo fatto per saperlo, però, li porta in una landa desolata non lontano da Starecross Hall, dove a parte loro non c’è nessuno. Il gentiluomo riveste Stephen come un re e poi gli racconta: lui ha fatto molto per scoprire il vero nome di Stephen, quello che sua mamma aveva scelto per lui ma che non aveva fatto in tempo a dire a nessuno perché intanto era morta di parto. Per scoprirlo ha ammazzato un mucchio di gente e ne è molto soddisfatto. Di fatto le creature fatate, oltre a essere volubili e capricciose, non hanno in gran considerazione la vita altrui.
Il nome sta per essere rivelato quando giunge Vinculus. Che sia lui il loro vero nemico? Non pare probabile, l’uomo sembra solo uno straccione. Ma quando si rende conto che Lady Pole è appena stata liberata, il gentiluomo va su tutte le furie e impicca Vinculus all’unico albero della zona.
Poi si allontana, deciso a uccidere anche Lady Pole, che ormai non gli interessa più.

Capitolo 66: Jonathan Strange e il signor Norrell - Metà febbraio 1817

Contemporaneamente, a Hurtfew Abbey, Norrell ha raggiunto Strange nella biblioteca. Chi si aspettava uno scontro tra nemici rimarrà deluso. I due invece si parlano pacatamente. Strange ne ha passate tante da non covare più alcun desiderio di vendetta. Ha invece bisogno dell’aiuto di Norrell per evocare John Uskglass, il re Corvo, a cui chiedere consiglio per liberare la moglie. I due tentano così di evocarlo, e la cosa sembra riuscire. Lo specchio magico (uno specchio o una qualunque superficie riflettente reso magico in modo da mostrare dove si trovi qualcosa o qualcuno) rivela infatti che re Corvo è presente proprio lì, nello Yorkshire.

Capitolo 67: L'albero di Giuda - Febbraio 1817

Childermass sta viaggiando nella neve quando s’imbatte in Vinculus, impiccato a un albero. Lo tira giù e scopre che il suo corpo è interamente ricoperto di scritte. Il libro, il libro perduto del re Corvo... Vinculus non aveva il libro, ma ERA LUI il libro. Suo padre aveva mangiato quello di carta e in qualche modo l’aveva passato a lui. Ma ora Vinculus è morto e Childermass medita disperatamente: deve trovare un sistema per salvare il libro, troppo prezioso per poterlo perdere.
Ecco però giungere una strana figura. Un uomo, completamente vestito di nero, che si avvicina a Vinculus con estrema calma. Childermass è confuso, teme che questo voglia rubare il cadavere col libro, lo minaccia con una pistola. Ma il proiettile si rifiuta di partire e anzi, si trasforma in un uccello che vola via.
Noi capiamo, e sappiamo, che quell’uomo è Re Corvo in persona, ma Childermass non se ne rende conto, sicuramente per via di un incantesimo dello stesso Uskglass. Re Corvo resuscita Vinculus e poi svanisce. Childermass si scuote e non ricorda più nulla, crede di aver trovato Vinculus appeso all’albero e di averlo liberato in tempo, prima che morisse. Anche Vinculus ignora cosa sia accaduto, ma sa che il suo compito era quello di portare il messaggio contenuto nel libro: doveva dire a un uomo nato senza nome, uno schiavo nero, che lui sarà re. E anche che tutta la storia, compresi Strange e Norrell, è solo un espediente usato da re Corvo affinché questo avvenga.

Capitolo 68: "Sì" - Febbraio 1817

A Hurtfew Abbey, Strange e Norrell si rendono conto che re Corvo se n’è appena andato. E tentano altri incantesimi d’evocazione. Percepiamo chiaramente che per Strange incontrare John Uskglass è ancora più importante che liberare la moglie, anche se naturalmente lui questo non lo ammetterebbe mai.
Frattanto Stephen, assieme al gentiluomo, vaga nella neve. Ed è seriamente intenzionato a porre fine a tutti gli omicidi che l’essere fatato ha commesso per lui. Ma come?
Lady Pole, a Starcross Hall, sta scrivendo infuriate lettere di protesta contro Norrell a diversi giornali, quando percepisce che Stephen e il gentiluomo sono lì vicino. Esce di casa per correre in aiuto di Stephen e a John Segundus, per non lasciarla indifesa, non resta che seguirla.
In quello stesso momento Norrell e Strange continuano coi loro incantesimi di evocazione. Non sanno esattamente come evocarlo perché non ne conoscono il vero nome (anche Re Corvo e John Uskglass sono solo dei soprannomi datigli dai sudditi), perciò hanno deciso di affidarsi all’Inghilterra, ai suoi fiumi, alle sue piante, alla sua terra, perché lei saprà riconoscere il suo re, anche senza un nome. Le dicono di accoglierlo come si conviene e ora, fra i vari appellativi, lo cercano come “schiavo senza nome”, che era uno dei soprannomi di John Uskglass. Ignorano che adesso indica qualcun altro. Infatti la magia sembra rispondere ma...
...si riferisce a Stephen, poco distante da Starcross Hall assieme all’uomo dai capelli lanuginosi. E in quella tutti gli elementi, il fiume, i sassi, le piante, gli stessi raggi del sole, salutano Stephen come un re. E Stephen sa cosa fare: chiede loro di uccidere l’essere fatato. Prontamente gli elementi ubbidiscono e il gentiluomo trova la morte sotto una frana. Tutti gli incantesimi da lui compiuti si spezzano. Gli elementi si rendono conto d’essere caduti in errore e che Stephen non è re Corvo. Ma ormai quel che doveva avvenire è avvenuto.
Subito dopo, a Padova, qualcosa succede nello specchio che Flora Greysteel sta osservando. Ne esce infatti Arabella, finalmente libera. Le due donne si abbracciano: Flora sapeva che sarebbe accaduto così e aveva promesso a Jonathan di prendersi cura della moglie.
Stephen intanto, dopo la morte del gentiluomo, si ritrova nuovamente a Senzasperanza. Ma ormai è lui il nuovo re. Proprio come l'essere fatato aveva detto: in quel mondo chi uccide un re ne prende poi il posto. Stephen diverrà un gran re, molto amato dai suoi sudditi che governerà a lungo con saggezza. La profezia s’è compiuta: lo schiavo senza nome è diventato re.
A Hurtfew Abbey intanto una potente magia s’è scatenata, Norrell e Strange hanno una fugace apparizione dell’occhio di un corvo e solo dopo capiscono che si trattava di John Uskglass. Un gran vento scompiglia i loro appunti, quando tutto si placa loro sanno che la magia ha avuto effetto e che Arabella è libera, ed è a Padova.

Capitolo 69: Strangiti e norrelliani - Febbraio-primavera del 1817

Childermass e Vinculus sono insieme, hanno intenzione di mostrare il libro, e quindi Vinculus stesso, a qualcuno che lo sappia leggere. Vinculus infatti non ne è capace, dal momento che il testo è scritto con l’alfabeto creato da re Corvo, l’alfabeto del re, e quel che sapeva gliel’aveva letto l’ultimo mago in grado di decifrarlo (del resto, spiega, lui è il libro: il libro non deve sapersi leggere, quello spetta al lettore).
Improvvisamente però Vinculus si rende conto che tutto il testo è cambiato completamente. Certo, ormai la profezia s’è compiuta e non serve più. Ora c’è scritto qualcosa d’altro. Cosa? Non si sa. Potrebbe essere qualunque cosa: ricette, racconti o nuove profezie. Childermass è deciso a non perdere d’occhio l’uomo, se c’è un modo di conoscere il testo del nuovo libro lui vuole saperlo.
Finalmente la primavera torna in Inghilterra, tutto pare ritrovare la normalità, il cono di notte scompare da Hurtfew Abbey e con esso tutta la casa assieme a Strange e Norrell. Svanisce anche la casa di Norrell a Londra e le autorità si dichiarano addolorate per la scomparsa dei due maghi.
L’Accademia dei Maghi di York si ricostituisce, ma ora quei maghi non sanno più che fare. Si stanno già dividendo in due fazioni, i seguaci di Norrell e quelli di Strange, quando vengono raggiunti da Childermass e Vinculus che li mettono davanti a un nuovo compito. In effetti qualcosa da fare c’è: decifrare il nuovo libro di re Corvo.
A Padova Arabella si sta lentamente riprendendo dalla brutta avventura. Una sera, mentre sta passeggiando, si accorge che un cono di tenebre è in zona, e che lì c’è anche suo marito Jonathan. Lui le spiega che questo è l’unico incantesimo che non si sia spezzato con la morte del gentiluomo fatato e che né lui né Norrell hanno ancora trovato un modo per liberarsene. Del resto ora hanno talmente tante altre cose da studiare, che non trovano mai il tempo per pensarci. Hanno scoperto un modo per poter viaggiare portandosi dietro le case (ecco perché erano sparite), comodo perché Norrell detesta allontanarsi da casa, e che per studio viaggeranno moltissimo. Ma Jonathan non può permettere che Arabella rinunci alla luce del giorno per seguirlo.
Però prima o poi torneranno insieme. Strange spezzerà l’incantesimo e tornerà da lei.
Arabella gli sorride e salutandolo lo bacia. Ma sa bene che Jonathan, preso com’è dalle sue nuove scoperte, non tornerà mai più.

FINE

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lunedì, gennaio 14, 2008

Quando eravamo cavalieri della Tavola Rotonda

Quando eravamo cavalieri della tavola rotonda
di Renato Giovannoli
ediz. Piemme - il battello a vapore

Ho letto questo libro a dicembre e l'ho inserito nella lista dei libri da me letti nel 2007. E ora vedo che un sacco di gente viene sul mio blog per cercarne il riassunto.
Eccolo qui, in breve.



Libro Primo: la luce di Abalùn

Giorgio Calcaterra è un docente di letteratura francese medievale, ha una moglie, Serena, e tre figli. Ha una singolare abitudine: quando uno dei suoi figli si lamenta per qualcosa, lui invece di ripetere la tiritera di "quando avevo la tua età..." eccetera, rammenta "ah, quando ero cavaliere della tavola rotonda..." e così via.
I suoi figli maschi sono cresciuti e ovviamente non prendono più la cosa sul serio, pensano solo sia una specie di scherzo.
Ma Giorgio comincia a raccontare come tutto sia assolutamente vero.
Quando lui aveva vent'anni stava preparando il suo primo esame all'università proprio su Re Artù e i Cavalieri della Tavola Rotonda. Per concentrarsi decide di studiare in un paesino sulle Alpi, dove i genitori hanno una casetta. Un giorno, al bar, incontra un curioso personaggio. Costui si chiama Lancelot Dulac, assmiglia a Oliver Hardy biondo e gli rivela di essere il vero Lancillotto del Lago del ciclo arturiano. La storia, gli dice, è tutta vera, anche se nel corso dei secoli è stata molto modificata, e infatti il suo vero nome non è Lancillotto ma Anghisèl.
E Avalon (che però si chiama Abalùn) è proprio lì vicino. Giorgio deve sapere che dopo la fine "tradizionale" della storia, quando Mordred aveva ferito a morte su padre Artù, questo non era affatto morto ma portato magicamente con tutta la sua corte ad Balùn, che si trova in cima a un monte (la cui natura è evidentemente mistica), il Muntsalvatsch.
Giorgio crede e non crede a questo racconto ma acconsente di seguire Anghisèl nella spedizione per raggiungerlo. E in effetti ci riesce. Il monte appare dove lui non credeva ci fossero monti, ed è straordinariamente alto. Salirvi fino in cima è già di per sé un'avventura, durante la quale lui supererà la prima prova che attende ogni aspirante cavaliere: il Ponte Periglioso.
La vera storia è questa: la ferita che Mordrid (Mordred) ha inflitto ad Arthwys (Artù) è perennemente aperta e solo facendo giustizia sarà possibile sanarla. Un nuovo cavaliere potrebbe farlo e Giorgio è ad Abalùn proprio per diventare cavaliere. Mordrid intanto è passato dalla parte dei nemici, i giganti, e vive con loro a Titania, sul Muntsalvatsch ma più in basso di Abalùn che è in cima.
Giorgio conosce tutti i personaggi che fino a prima di partire credeva solo leggendari, compreso Peredùr (Parsifal) di cui diventa scudiero (primo passo per diventare cavaliere) e Meryddin (Merlino).


Libro secondo: la piuma d'oro

Il primo compito di Giorgio come scudiero è portare da mangiare al drago Pendragone. Peredùr l'ha addomesticato tempo addietro, ma ora bisogna fornirgli una enorme quantità di cibo non appena questo si risveglia dal letargo altrimenti sono guai. Per fortuna Pendragone mangia una sola volta all'anno. Meryddin invece mostra a Giorgio una piuma d'oro trovata misteriosamente: crede che per lui quella piuma sarà molto importante. Un paio di volte, guardando in specchi d'acqua, Giorgio vi scorge una fanciulla bellissima di cui s'innamora all'istante, ma non sa chi sia.
Pe diventare cavaliere ora a Giorgio manca solo una spada. E lui ritrova proprio Caliburn (Excalibur), nel lago situato al centro di Abalùn. E' evidente che la spada gli era destinata da tempo per compiere una grande impresa.
La festa per la Pentecoste è occasione anche per celebrare l'investitura a cavaliere di Giorgio. Intervengono anche le fate, suddite di Morrigan (Morgana) e lui s'innamora di una di queste: Selina, la fanciulla già intravista negli specchi d'acqua. La piuma d'oro trovata da Meryddin è uno dei suoi orecchini. Lui la tiene come pegno d'amore.
Ma viene cantata una canzone che parla dell'impossibilità dell'amore tra una fata e un mortale e lei ne piange.
In quella giunge una novità: i giganti di Titania (e con loro Mordrid) stano per attaccare Abalùn. Bisogna quindi preparare la difesa. Tra le lacrime, Selina lascia Giorgio e parte per tornare al regno delle fate.
Giorgio, con gli altri cavalieri, si recca alla Rocca Desolata. Si tratta del castello che Arthwys aveva destinato a suo figlio Mordrid. Lui dovrà farne il proprio castello, anche perché è in una posizione strategica per osservare le mosse di Titania, trascorrendovi un'intera notte, che è anche l'ultima prova da cavaliere, il Letto Periglioso. Nella notte gli compaiono ogni sorta di demoni, spiriti e tentazioni, ma Giorgio, sorretto dalla fede e dall'amore per Selina, le supera tutte e sconfigge la maledizione che gravava sul castello.


Libro terzo: Penne di Drago

E finalmente i giganti di Titania attaccano Abalùn. Potrebbe essere la fine di tutto?
Così sembra, perché lo scontro è formidabile, tutti combattono al massimo delle forze e anche il drago Pendragone prende parte agli scontri, ovviamente dal lato dei Cavalieri. Giorgio infine si batte con Mordrid. Ma proprio quando tutto sembra perduto, Mordrid pare recuperare la sua umanità e allora si pente di tutto il male fatto e si riconcilia con il padre Arthwys. La festa per celebrare la vittoria di Abalùn e il ritorno di Mordrid è grande.
Ma Giorgio ha altro per la testa: vuole ritrovare Selina, così si reca da lei al paese delle fate. Qui viene a sapere che la fanciulla si è allontanata, è fuggita via in una barca lungo il fiume.
Anche lui la segue, lungo quel fiume che scorre giù dal Muntsalvatsch, lontano da Abalùn. Ma la corrente è impetuosa, lo trascina via. Prima di sprofondare nelle viscere della terra, Giorgio riesce ad aggrapparsi a un anello di roccia, ma mentre lo fa il fiume, la barca e il Muntsalvatsch svaniscono e lui si trova appeso all'anello, stanchissimo, e sopra uno strapiombo. Con un ultimo sforzo si ancora all'anello di roccia e quindi sviene, continuando a chiamare Selina.
Quando si risveglia è in un letto d'ospedale. Sulle prime crede di aver sognato tutto, ma poi pian piano ricorda, grazie anche alla piuma d'oro di Selina che ha ancora con sé.
E qui pare chiudersi il racconto di Giorgio, coi figli ancora convinti che sia tutta un'invenzione del padre. Ma uno sei suoi figli, quello che aveva cominciato tutta la narrazione, spiega che poco dopo Giorgio riceve la visita di un tipo simpatico che somiglia a Oliver Hardy e si fa chiamare Lancelot Dulac. E lui conferma tutta la vicenda, fino alla conclusione. Giorgio aveva ritrovato Selina nello stesso bar del paese. Sì, perché anche la ragazza in realtà non era una fata, ma una semplice turista che dopo essersi persa in un'escursione si era ritrovata magicamente sul Muntsalvatsch dove era stata accolta dalle fate. Per questo lei aveva abbandonato Giorgio: credeva che in quanto mortale non poteva stare con lui. Ma visto che entrambi sono mortali nulla vieta più la loro unione. Già, perché Selina è solo il modo in cui le fate pronunciano il suo vero nome. Che è Serena, la moglie di Giorgio nonché mamma dei tre ragazzini.

FINE

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domenica, gennaio 13, 2008

La bussola d'oro

QUESTE OSCURE MATERIE
LIBRO 1: LA BUSSOLA D'ORO

di Philip Pullman
RIASSUNTO



PARTE PRIMA - OXFORD

Capitolo 1 - La caraffa di tocai

Siamo all'interno del Jordan College di Oxford. E' sera e Lyra e Pantalaimon, il suo daimon, stanno per fare qualcosa che sanno bene non dovrebbero fare: entrare di soppiatto nel Salotto Privato. Il Salotto Privato è luogo altamente inaccessibile al College, nessuna donna può mettervi piede, tantomeno Lyra, che è solo una ragazzina. Ma anche una ragazzina terribilmente vivace, ed è proprio per questo divieto che lei tiene a entrare in quella stanza: lei è una ribelle, le sfide fanno parte del suo carattere.
Fin dalle prime battute ci accorgiamo di trovarci in un mondo simile al nostro ma differente per alcuni dettagli. Le luci elettriche vengono chiamate ambariche, la scienza si chiama teologia sperimentale e ogni persona ha accanto a sé un daimon. Cosa siano i daimon lo si scopre poco per volta, proseguendo nella lettura, per ora sappiamo solo che hanno aspetto di animale, parlano, stanno sempre accanto al loro umano e che i daimon della servitù sono quasi sempre cani, mentre i daimon dei bambini non hanno un aspetto fisso ma possono mutare forma a seconda delle necessità. Nel primo capitolo Pantalaimon appare come falena.
Lyra è appena riuscita a entrare nel Salotto Privato quando si accorge che qualcun altro sta per entrare. Così si nasconde nell'armadio. Vede così il Maestro, rettore del College, versare del veleno nella caraffa di vino tocai destinata a Lord Asriel, personaggio importante che sta per arrivare. Lyra decide di rimanere a osservare. E' vero che la situazione politica attuale è grave, i tartari hanno appena invaso la Moscovia e una guerra potrebbe scoppiare da un momento all'altro, e questo può aver spinto la mano del Maestro. Ma Lord Asriel è pur sempre suo zio (Lyra nutre una grande ammirazione per lui, ma ne è anche molto intimorita), così nonostante i consigli opposti di uno spaventato Pantalaimon, Lyra non si fa affatto gli affari suoi. Quando Lord Asriel e il suo daimon, un leopardo delle nevi di nome Stelmaria (i daimon sono quasi sempre di sesso opposto rispetto al loro umano) restano soli, Lyra si fa scoprire e avverte Lord Asriel del veleno. Poi torna nell'armadio. Lord Asriel riesce a sbarazzarsi del tocai avvelenato fingendo che sia stato fatto cadere da un servitore. La riunione con gli Accademici del College può avere inizio.


Capitolo 2 - L'idea del nord

Il Maestro è stupito di come Lord Asriel si sia sbarazzato del vino avvelenato, ma non lo da a vedere. Lord Asriel mostra agli Accademici una serie di diapositive scattate a nord, in Lapponia. Queste mostrano uno studioso con accanto un bambino. Le foto sono state fatte con uno speciale procedimento, grazie al quale l'uomo della foto appare circondato da raggi luminosi mentre lo stesso non accade al bambino. Qualcuno chiede se si tratta di un bambino reciso e Lord Asriel risponde di no. Più tardi scopriremo cosa sono i bambini recisi. Quei raggi luminosi, dice Lord Asriel, è Polvere. Gli Accademici ne sono stupiti, e sono ancora più stupiti nel vedere la diapositiva seguente: un'immagine dell'aurora boreale attraverso le cui coltri compare una straordinaria città che sembra venire da un altro mondo. Un universo parallelo?
Lyra cerca di seguire tutto con attenzione, ma quando la discussione si sposta sulla politica la cosa comincia ad annoiarla e si addormenta. Molti interessi girano attorno all'estremo nord del mondo e Lord Asriel sta per partire per una spedizione lì diretta. A riunione terminata, rimasta sola con lo zio, Lyra gli chiede di portarla a nord, ma lui rifiuta e la spedisce nel suo giusto posto: a dormire, come si conviene a una ragazzina della sua età a quell'ora.
Intanto il Maestro e il Bibliotecario parlano tra loro, in privato. Si sentono sollevati che Lord Asriel non abbia preso il veleno, perché non sopportavano di dover uccidere. Ma avevano dovuto provarci, per questioni politiche. Apprendiamo che in quel mondo il potere è nelle mani della Chiesa, anche se il papato è stato abolito da secoli, che, attraverso l'Intendenza Generale per l'Oblazione e la Corte Concistoriale, si adopera affinché il dogma venga rispettato. E le teorie sulla Polvere e sull'esistenza di mondi paralleli sostenute da Lord Asriel sono considerate eretiche, ecco perché il Maestro aveva cercato di avvelenarlo: non voleva causare al College problemi con le autorità per la sua amicizia con l'uomo. Ma ora il Maestro deve pensare a salvaguardare Lyra. Lei di sicuro avrà una parte importante nella vicenda, come profetizzato dall'aletiometro, però, e questa è la parte più curiosa, non ne dovrà essere consapevole. Dovrà agire ignorando l'intera faccenda.

Capitolo 3 - Lyra e il Jordan College

In questo capitolo conosciamo meglio la protagonista e l'ambiente in cui s'è mossa finora.
Lyra Belacqua è orfana e Lord Asriel, suo zio, è il suo unico parente. Vive al Jordan College perché a esso è stata affidata quand'era piccolissima, ma non vi studia. Riceve lezioni saltuarie e casuali su materie saltuarie e casuali, ma per il resto è una piccola selvaggia, un vero maschiaccio, astuta, loquace, curiosissima e bugiarda matricolata. Ha circa 12 anni ma ne dimostra di meno. Passa il suo tempo a saltare sui tetti e a ingaggiare lotte coi ragazzini di Oxford, lei è capo di una banda di ragazzini e il suo miglior amico è Roger, un garzone di cucina suo coetaneo. Ora come ora è presa da una lotta coi figli dei gyziani (sorta di zingari che vivono su barche lungo i fiumi). Lord Asriel, che ogni tanto la interroga per conoscere lo stato della sua educazione, ridacchia del suo essere discola e le suggerisce di non esplorare solo i tetti, ma anche i sotterranei del College, che certo custodiscono molti segreti. Lei lo fa con Roger, ma finisce solo col combinare i suoi soliti disastri, assaggia del vino e sta male, giocherella con dei teschi e poi ha gli incubi. Dai gyziani viene a sapere dell'esistenza degli Ingoiatori. Di loro si parla tanto, anche se sono solo ipotesi, alcune molto fantasiose. Quel che si sa è che ogni tanto i bambini scompaiono per non tornare più. Pare che compaia una bella signora, con uno scimmiotto dorato per daimon, che attira i bambini, spesso poveri e disagiati, e li porta via promettendo dolci, giochi e cose meravigliose. Ma forse i bambini vengono uccisi. O diventano schiavi dei tartari. O vengono mangiati. O chissà cosa. Lyra di questa storia coglie solo il lato ludico, comincia, con i suoi amici, a giocare agli Ingoiatori, e per lei per il momento la cosa si chiude qui.
Ma ora sembra che gli Ingoiatori siano arrivati a Oxford. Billy Costa, un ragazzino gyziano, è appena scomparso. E ora Lyra si accorge che anche Roger non si vede più. Anche lui è stato preso dagli Ingoiatori? Disperata, corre al College, ma di Roger nessuna traccia. Poi le viene in mente la foto mostrata da Lord Asriel. Qualcuno che chiedeva di un bambino reciso. Gli Ingoiatori fanno questo? Tagliano i bambini? Lyra crede che la risposta sia a nord, e vuole andarci per salvare Roger.
Ma in quella viene chiamata a cena dal Maestro. C'è una persona importante che vuole conoscerla per cui l'ordine è imperativo.
La persona in questione è la signora Coulter, una donna bellissima, affascinante, dai capelli neri e uno scimmiotto dorato come daimon.

Capitolo 4 - L'aletiometro

Lyra è affascinata dalla signora Coulter, che è una studiosa, a capo dell'Intendenza Generale per l'Oblazione, una personalità illustre e rispettata, e ha in programma un viaggio al nord.
Lyra, che è ormai cresciuta e dovrebbe seguire studi più seri di quanto fatto finora, viene richiesta come assistente: la signora Coulter la porterà a Londra e curerà la sua istruzione. Lyra acconsente con gioia, nell'entusiasmo della novità ha già dimenticato Roger.
Prima della partenza il Maestro, in gran segreto, le consegna l'aletiometro, che aveva ricevuto a sua volta da Lord Asriel. Si tratta di un oggetto rarissimo, una sorta di bussola con tre lancette e diversi disegni sul quadrante. Che fa un aletiometro? domanda Lyra. Dice la verità! risponde il Maestro. Ma come funzioni, la ragazzina deve scoprirlo da sola. Il Maestro le raccomanda di prestarci molta attenzione e di non mostrarlo a nessuno, specialmente alla signora Coulter.
L'indomani uno zeppelin (evidentemente in questo mondo si vola non con aeroplani ma con zeppelin, palloni, dirigibili ecc.) porta Lyra e la signora Coulter a Londra.
La nuova vita è affascinante. Lyra, abituata a una vita selvaggia coi ragazzini di Oxford e all'austerità grandiosa del Jordan College, è inebriata dal lusso, dalla comodità e dalla femminilità della casa della signora Coulter. Un mondo che lei ignorava. Ma ora sta per imparare ad assaporare nuovi piaceri, come bagni caldi in soffice schiuma, abiti alla moda, pranzi in ristoranti di lusso, vita mondana e giornate di shopping. Per fortuna l'istinto le suggerisce di tenere nascosto, e di non perdere mai d'occhio, l'aletiometro. Lei non sa che farsene per il momento e crede che il suo compito sia di consegnarlo a Lord Asriel appena lo incontrerà.

Capitolo 5 - Il ricevimento

Lyra è entusiasta della signora Coulter, ma Pantalaimon ne diffida moltissimo.
La signora Coulter insegna molte cose alla ragazzina, cose sul nord, sulla teologia sperimentale, sull'aritmetica e così via.
Ma Lyra sta perdendo fiducia in lei. Lei continua a parlare di partire per una spedizione al nord, sembra perfino organizzarla, acquistando capi di vestiario adatti e materiale vario, ma è evidente che è solo un modo per distrarre Lyra e che non ha alcuna intenzione di partire davvero.
Decide invece di dare un ricevimento e Lyra s'impegna molto nella sua organizzazione.
Lyra ha preso l'abitudine di portare sempre con sé, in una borsetta, l'aletiometro. Perché è più che mai convinta che la signora Coulter stia cercando di prenderglielo.
E ne ha la certezza quando, poco prima dell'inizio del ricevimento, la signora Coulter le impone di posare la borsetta con dentro l'aletiometro. La scusa è che non è buona educazione portare una borsa in casa, ma la reazione aggressiva della signora Coulter e il modo in cui il suo scimmiotto afferra e maltratta Pantalaimon (e un daimon è l'anima incarnata del suo umano, se un daimon soffre anche il suo umano soffre e viceversa) paiono decisamente sproporzionate: è evidente che la signora Coulter approfitterà della festa per mandare il suo scimmiotto a frugare nella borsa di Lyra, cosa che effettivamente avviene. Lyra decide di fingersi remissiva, ma sta in campana tutta la sera.
Aguzzando occhi e orecchie per ascoltare i discorsi degli invitati importanti, viene a sapere che Ingoiatori è solo un termine popolare per definire l'Intendenza Generale per l'Oblazione, che di tanto in tanto preleva dei bambini, appunto dalle classi più disagiate, per portarli in un loro centro in Lapponia ed effettuarvi non specificati esperimenti sulla Polvere. E la signora Coulter è a capo dell'Intendenza, dunque è lei la signora che rapisce i bambini per farci chissà cosa.
Lyra prende la sua decisione: prende l'aletiometro, gli abiti più pesanti acquistati per la fantomatica spedizione, altri attrezzi che potrebbero servirle e, insieme a Pantalaimon, fugge via da quella casa, via verso il nord, per salvare Roger, proprio come voleva fare all'inizio.


Capitolo 6 - Le reti da lancio

Dire di fuggire è un conto, farlo davvero un altro. Lyra scappa nel cuore della notte, ma ben presto si rende conto che lei non conosce Londra e non sa dove andare.
Prendere la Ferrovia Ctonia (che dev'essere la loro metropolitana) è fuori discussione, e poi le fa paura l'idea di finire sotto terra. Scappa allora lungo il Tamigi, pensando di trascorrere la notte sotto un ponte. Ma qui viene aggredita da due uomini, che la catturano con una rete da pesca. Che siano Ingoiatori?
Due frecce partono dal buio e uccidono i due uomini, i cui daimon svaniscono all'istante (perché quando una persona muore anche il suo daimon si spegne). A uccidere i due, che non erano Ingoiatori ma mercanti turchi (che volevano rapire Lyra per poi rivenderla come schiava) sono stati dei gyziani, tra cui Tony Costa, fratello maggiore dello scomparso Billy. I gyziani riconoscono Lyra e la portano al sicuro sulla loro barca, affinché lei possa rifocillarsi e raccontare la strana storia in cui è venuta a trovarsi.
A loro volta i gyziani e Ma Costa (la mamma di Billy e Tony) le raccontano le novità: Lord Asriel è stato rapito e viene tenuto prigioniero al nord, sorvegliato dai panserbjørne, gli orsi corazzati.
Siccome i più colpiti dagli Ingoiatori sono proprio i gyziani, questi stanno organizzando un raduno per preparare una spedizione di soccorso. Anche Lyra parteciperà al raduno, che si terrà ai Fens, zona paludosa frequentata solo dai gyziani.


Capitolo 7 - John Faa

I gyziani portano Lyra ai Fens seguendo le loro vie d'acqua, ma la tengono nascosta perché intanto la signora Coulter ha allertato la polizia, che sta cercando ovunque la bambina.
Lyra a sua volta, ora che sa cosa fare (prepararsi per andare al nord e salvare Roger ma anche Lord Asriel), è molto più tranquilla e si ambienta facilmente tra i gyziani. Alla loro riunione viene a conoscere il capo dei gyziani, John Faa, e anche Farder Coram, il loro anziano saggio, il cui daimon è una bellissima gatta. Lyra vorrebbe tanto accarezzarla, ma esiste un grande tabù che impedisce a ogni umano di toccare i daimon altrui, un gesto del genere infrangerebbe troppo l'intimità di una persona (mentre i daimon possono toccarsi tra loro). I due le raccontano la verità della sua storia, perché in questi anni i gyziani hanno sempre tenuto d'occhio Lyra.
la verità è che Lyra non è affatto orfana, ma figlia di Lord Asriel. Lui si era innamorato di una bellissima donna, sposata, e con lei aveva avuto Lyra. Il marito era una persona importante ma violenta, per salvare la bambina Lord Asriel l'aveva ucciso. E la mamma di Lyra, sconvolta, non aveva più voluto aver nulla a che fare né con lui né con la piccola. Lui era finito in prigione, dopo aver affidato Lyra a Ma Costa (per questo i gyziani sembrano avere tanto interesse in lei, perché la considerano un po' una di loro). Una volta uscito di prigione Lord Asriel aveva affidato Lyra al Jordan College. La madre è la signora Coulter, e questa scoperta è uno choc per Lyra, che invece è fiera di sapere di essere figlia di Lord Asriel, che lei considera un grande eroe.


Capitolo 8 - Frustrazione

I gyziani vogliono partire verso nord per salvare i bambini, ma non intendono permettere a Lyra di seguirli perché il viaggio può essere pericoloso. Intanto lei cerca di imparare a usare l'aletiometro, ma è difficile.
Oltre a questo è anche già diventata capo di una combriccola di monelli e si vanta moltissimo per la sua abilità nel muoversi in quei terreni paludosi e per le sue conoscenze sulla Polvere e sul nord. Ma è terribilmente frustrata perché i grandi l'hanno esclusa dai loro progetti. Lei cerca di trovare un modo per convincerli a portarla con sé.
Intanto la polizia, alla ricerca di Lyra, ha cominciato a minacciare sottilmente anche i gyziani, che fino ad allora erano sempre lasciati in pace.
Nessuno però ha intenzione di consegnare la bambina alle autorità, lo fanno soprattutto per Lord Asriel, che in passato si è tanto battuto per salvaguardare i diritti dei gyziani.


Capitolo 9 - Le spie

I gyziani hanno organizzato tutto per la spedizione al nord, compresa una squadra di spie che devono prendere informazioni sugli Ingoiatori.
Lyra sta imparando a usare l'aletiometro, che è uno strumento in grado di dare risposte quando gli vengono poste domande nel modo appropriato. Le risposte sono simboliche e vanno interpretate, ma Lyra istintivamente ci riesce. Quel che legge sono pessime notizie per i gyziani, perché compare il simbolo della morte.
La notizia viene confermata: le spie sono state scoperte e uccise, uno solo è sopravvissuto e, anche se in fin di vita, è riuscito a raggiungere le Fens per raccontare cos'è accaduto. Poi muore anche lui.
Farder Coram si rende conto che Lyra, con la sua capacità di leggere l'aletiometro, è preziosa per la spedizione, così le da il permesso di seguirli.
Le barche partono verso il mare, dove li attende la nave che li porterà al nord, nel gran Mare Germanico, e quindi in Lapponia.
Lyra deve spesso nascondersi, quando si passano le chiuse. Una sera, però, sentendosi sicura, esce all'aperto, e qui viene attaccata da alcuni insetti meccanici, di sicuro spie mandate dalla signora Coluter. Sono creature strane, impossibili da fermare, ma Lyra riesce a catturarne una, per impedire che torni indietro, e Farder Coram la sigilla ermeticamente in una scatola metallica per le foglie da fumo (cioè tabacco, sigari o sigarette).


PARTE SECONDA - BOLVANGAR

Capitolo 10 - Il console e l'orso

Il viaggio in nave sulle prime è piuttosto difficile per Lyra e Pantalaimon, che scoprono di soffrire il mal di mare. Ma pian piano i due si abituano, Lyra comincia a considerarsi un vero lupo di mare e Pan si diverte un mucchio a trasformarsi di volta in volta in procellaria, o in delfino. Anche se Lyra teme che Pan possa fissarsi in questa forma, perché un marinaio le racconta di un suo collega il cui daimon si è fissato in forma di delfino, col risultato che l'uomo non può mai mettere piede a terra perché non ci si può allontanare che poco dai propri daimon.
Farder Coram spera, una volta in Lapponia, di ricevere l'aiuto delle Streghe, perché lui una volta ne ha salvata una, Serafina Pekkala, e loro hanno un debito di riconoscenza con lui. Racconta pure che i daimon delle streghe possono allontanarsi moltissimo da loro, e questo impressiona molto Lyra: immaginare una persona senza daimon è come figurarsi un orrore incredibile, una vera aberrazione della natura.
La nave giunge a Trollesund, la capitale della Lapponia. Qui incontrano il console delle streghe, le quali in realtà sono divise in numerose fazioni, alcune che appoggiano l'Intendenza per l'Oblazione, altre che le contrastano. Serafina Pekkala è intanto diventata regina del suo clan, ma attualmente non è lì. Con una scusa, il console allontana Lyra e spiega a Farder Coram che le streghe aspettano Lyra da secoli: il suo ruolo sarà fondamentale per la sopravvivenza stessa dei mondi. Ma lei non deve saperne nulla e deve agire in totale libertà, altrimenti nulla funzionerebbe a dovere.
Il console suggerisce a Farder Coram di cercare l'aiuto di un orso corazzato che attualmente vie in città perché costretto a lasciare la sua tribù.
Il suo nome è Iorek Byrnison, scacciato dal suo clan a Svalbard, attualmente impiegato al porto, dove lavora i metalli (gli orsi corazzati sono maestri nella lavorazione del ferro) ed è pagato in cibo e alcool. E' possente, ma evidentemente molto giù, anche per la sua passione per la bottiglia, e rifiuta di aiutare i nostri.
John Faa intanto ha assoldato Lee Scoresby, un texano della Nuova Danimarca (così si chiamano in quel mondo gli U.S.A.), che ha un pallone aerostatico che potrebbe tornare molto utile.


Capitolo 11 - L'armatura

E' notte, la lunga notte artica, quando Lyra scorge per la prima volta l'aurora boreale. E qui le appare la misteriosa città già intravista nelle diapositive di Lord Asriel. E' una visione che le da le vertigini, ma che viene interrotta dall'arrivo di una magnifica oca, che però è un daimon. Il daimon di Serafina Pekkala. E vedere un daimon senza umano è una cosa da brividi per Lyra. Il daimon parla con lei e Farder Coram. L'oca, che si chiama Kaisa, spiega che l'Intendenza è lì al nord per cacciare e studiare la Polvere, che è qualcosa che viene da un altro mondo, perché non esiste un solo universo, ma tanti e tutti apparentemente nello stesso spazio. Ma solo l'aurora boreale, con la sua fine essenza, permette di intuirli o averne una fugace apparizione. Di fatto l'aurora boreale è importantissima in tutto il libro, tanto che il titolo originale del romanzo non è The Golden Compass, la Bussola d'Oro, come il film, ma Northern Lights, cioè appunto Aurora Boreale.
Lord Asriel vuole costruire un ponte tra due mondi, per questo è stato rapito.
I bambini servono per effettuare esperimenti sulla Polvere, perché questa è attirata solo dagli adulti, e vengono portati in un centro che l'Intendenza chiama semplicemente La Stazione, ma che la gente del luogo chiama Bolvangar, i campi del male. Le streghe sono sostanzialmente indifferenti a tutto ciò, ma Serafina Pekkala in nome dell'antico debito, aiuterà i Nostri.
Lee Scoresby, che conosce già da molto tempo Iorek Byrnison, spiega che l'orso in realtà non può muoversi da Trollesund perché gli abitanti gli hanno sottratto la sua armatura, e senza armatura un orso corazzato non vale nulla.
Lyra decide di convincere Iorek Byrnison, il cui aiuto è fondamentale, ad aiutarli. Ha molta paura, tanto che Pantalaimon deve tirarla per convincerla ad andare, e la cosa è dolorosa. In sostanza Pan si allontana parecchio nella direzione dell'orso, ed entrambi provano un gran dolore al cuore, come di strappo, insieme a una infinita nostalgia, finché Lyra cede e si precipita nella giusta direzione. Iorek spiega che per un orso corazzato l'armatura è la sua anima, è come un daimon per un umano, e Lyra grazie all'aletiometro scopre dove è nascosta l'armatura dell'orso.
Iorek, come una furia, corre a recuperare la sua armatura, nascosta dal prete di Trollesund. Ci vuole tutta la loquacità di Lyra per convincerlo a non far scempio dei poliziotti accorsi in aiuto del sacerdote.
Iorek cattura e uccide una foca per utilizzarne il grasso con cui pulire l'armatura, arrugginitasi nel frattempo, quindi la spedizione è pronta a partire per Svalbard.


Capitolo 12 - Il ragazzo perduto

La carovana di slitte dei gyziani, con Lyra, Iorek e Lee, intraprende il suo viaggio nella lunga notte artica tra le nevi polari. Ma l'aletiometro dice a Lyra che bisogna fermarsi in un paese vicino, perché c'è una specie di fantasma che può essere molto importante. John Faa non vuole fermarsi, si perderebbe del tempo, ma Lyra lo convince: solo lei, in groppa al possente e veloce Iorek, raggiungerà il paese, vedrà di cosa si tratta e li raggiungerà di nuovo.
Mentre Lyra e Iorek stanno per raggiungere il paese assistono a uno spettacolo fenomenale: una schiera di streghe in volo. Saranno amiche o nemiche?
In paese Lyra scopre che gli abitanti sono terrorizzati da una strana apparizione, dicono si tratti di un bambino, un bambino fuggito da Bolvangar, a cui è stato fatto qualcosa di tanto orribile da risultare lui stesso spaventoso. I paesani l'hanno chiuso in una baracca e non vogliono avere nulla a che fare con lui, e anche Lyra e Pantalaimon hanno una paura terribile di vederlo. Ma se fosse Roger? Si perdonerebbero mai di non averlo aiutato? Aprono la baracca e vedono il bambino: è un bambino confuso, smarrito, terrorizzato. E senza più il suo daimon.


Capitolo 13 - Scherma

Ecco cosa sono i bambini recisi. Ecco cosa fa l'Intendenza Generale per l'Oblazione: taglia via i daimon ai bambini. E' una cosa pazzescamente crudele, i bambini spesso non sopravvivono, e se lo fanno appaiono come menomati, come smarriti e non più in grado di ragionare. Tony, il bambino in questione, non fa che chiedere di Ratter, il suo daimon, ed appare fragile e indifeso. I paesani lo temono come un mostro orribile e sono ben contenti che Lyra se lo porti via. Perfino i gyziani, nonostante il loro coraggio, sono terrorizzati da una tale visione, ma accettano di aiutarlo. Lyra invece supera l'orrore, e forse anche il disgusto, che Tony le provoca perché nel suo cuore si fa spazio la pietà. Vorrebbe proteggere quel bambino, e così vorrebbe anche Pan. Ma il grande tabù gli impedisce di confortarlo come vorrebbe. Comunque Tony non sopravvive: muore soffrendo terribilmente e continuando a implorare che gli venga restituita Ratter.
Lyra chiede a Iorek di costruire una scatola simile a quella in cui Farder Coram ha conservato l'insetto-spia inviato dalla signora Coulter. Così è in grado di sostituirla e tenersi lei l'insetto che, non sa ancora come e perché, potrebbe tornarle utile.


Capitolo 14 - Le luci di Bolvangar

Il viaggio prosegue, ma a un tratto la carovana dei gyziani viene assalita da un nugolo di frecce. Lyra non fa quasi in tempo a rendersi conto di quel che accade: due persone la rapiscono e la portano via e lei non riesce neppure a chiedere aiuto.
Si tratta di tartari, che rapiscono bambini per venderli alla stazione di Bolvangar, proprio come stanno facendo ora con lei. Lyra è spaventata ma ha abbastanza presenza di spirito da mentire nuovamente e farsi passare per l'ingenua e stupidotta Lizzie Brooks, in viaggio con i genitori, commercianti di foglia da fumo. In questo modo riesce a darsi un'occhiata intorno senza destare sospetti. Scopre così che alla Stazione le infermiere sono particolarmente apatiche e le ragazzine con cui divide il dormitorio particolarmente curiose. Queste ultime sono giustificate: hanno paura perché neppure loro sanno che destino le attende. Ma intuiscono che non è buono. Scopre pure che alla Stazione sono in attesa di una visita della signora Coulter.


Capitolo 15 - I daimon in gabbia

Alla Stazione, che appare regolata più o meno come una scuola, con attività ludiche e sportive che servano a distrarre i ragazzini, Lyra ritrova Roger e Billy Costa. Grazie ai daimon riesce a conversare con loro senza darlo a vedere ai medici e agli adulti, studiosi, presenti. Lei partecipa alle attività e, come gli altri, viene visitata spesso (si dice per misurare la Polvere, cosa che pare plausibile).
Approfitta di un'esercitazione antincendio per avvicinarsi (Roger e Billy le fanno da complici) a un'area riservata al personale e vi scopre un laboratorio con delle gabbie. In queste gabbie ci sono dei daimon, recisi a bambini che poi sono stati dispersi nella tundra. Per fortuna arriva Kaisa, il daimon di Serafina Pakkala. Lui l'aveva tenuta d'occhio tutto il tempo, la rincuora spiegandole che i gyziani stanno per raggiungerla e la aiuta a liberare i daimon (se i daimon sono vivi vuol dire che anche i loro bambini sono ancora vivi). Kaisa porterà i daimon ai loro umani, e anche se il legame tra loro non potrà mai più essere ricucito, per lo meno saranno ancora insieme. Lyra rientra nei ranghi. Alla Stazione sono tutti molto disorganizzati e nessun adulto si era accorto della sparizione di Lyra, Billy e Roger. I tre arrivano in tempo per vedere l'arrivo di un grande zeppelin, a bordo del quale c'è la signora Coulter.


Capitolo 16 - La ghigliottina argentata

Lyra fa molta attenzione a non farsi vedere dalla signora Coluter: guai se la riconoscesse prima dell'arrivo dei gyziani. Elabora invece un piano di fuga e, grazie alla sua abilità da monella di strada, lo diffonde tra i bambini: quando lei attiverà l'allarme antincendio tutti dovranno indossare i loro abiti più pesanti, giacconi, guanti eccetera e fuggire nella tundra. Lei invece attende che le sue compagne di dormitorio dormano per andare a guardarsi attorno. Attraverso alcuni passaggi segreti, che Roger aveva già scoperto e di cui le aveva parlato, riesce ad avvicinarsi alla Sala Riunioni del centro e ad ascoltare una conversazione tra gli studiosi e la signora Coulter, in cui quest'ultima sgrida gli studiosi per la fuga dei daimon. Poi la Coulter si allontana e i due parlano della sua crudeltà, di come sembri godere dei tagli di daimon, perfino quando erano eseguiti nel modo più doloroso, a strappo, prima che venisse inventata la ghigliottina d'argento, molto più rapida. Lyra si sente male nel sentire questo, si lascia sfuggire un gemito e viene scoperta. Gli studiosi decidono di mettere subito lei nella ghigliottina e la portano nella stessa sala dove lei aveva trovato i daimon prigionieri. Fanno questo per impedire che lei vada in giro a terrorizzare gli altri bambini, e poi comunque a qualcuno bisognava fare quell'operazione.
Gli studiosi hanno appena messo Lyra e Pantalaimon ognuno in una gabbia e la grande lama d'argento sta per scattare, quando, attirata dal trambusto, arriva la signora Coulter. Che nel vedere Lyra imprigionata nella ghigliottina impallidisce e la libera immediatamente. Ma Lyra intanto, per il terrore di venir separata da Pantalaimon, è svenuta.


Capitolo 17 - Le streghe

Lyra rinviene nella stanza della signora Coulter ma si riprende subito. Le racconta d'essere stata rapita al ricevimento e poi di essere stata portata lì, e la donna pare crederle. Cerca di spiegarle che l'intercisione (così è chiamata l'operazione fatta per separare daimon e bambini) non è altro che un taglietto da nulla, fatto per il loro bene, per tenere lontana la Polvere che è una cosa cattiva. Le racconta che l'intercisione non ha alcun effetto negativo, tant'è vero che tutte le infermiere lì l'hanno fatta da piccole e sono perfettamente efficienti lo stesso (ma ora Lyra capisce perché sono tanto apatiche e i loro daimon tanto spenti). La signora Coulter in realtà mira ad altro. Vuole prendere l'aletiometro. Lyra, però, in previsione della fuga l'aveva già nascosto, assieme ai sui abiti pesanti, nel passaggio indicatole da Roger. Nella solita borsa ha qualcosa d'altro. Così finge di obbedire alla donna e quando questa apre l'involucro si vede assalita dal suo stesso insetto-spia.
Lyra ne approfitta per scappare e far suonare l'allarme antincendio. Poi, per dare più credibilità al tutto, va in cucina e appicca davvero un incendio. La stazione prende fuoco facilmente e il panico è grande.
Ma i bambini, guidati da Lyra che ricorda ancora le sue vittoriose battaglie nelle strade di Oxford, riescono a fuggire e a mettersi in salvo.
Intanto sono anche arrivati i gyziani e le streghe, che ingaggiano una furibonda lotta con gli studiosi e i tartari che li affiancano. La signora Coulter cerca di prendere Lyra con sé, ma viene fermata dalle streghe.
Quando la battaglia finisce la stazione di Bolvangar viene distrutta. I gyziani prendono con sé i bambini per riportarli a casa: per loro l'incubo è finito. Lyra e Roger invece, assieme a Iorek Byrnison, si imbarcano sul pallone aerostatico con Lee Scoresby. Serafina Pekkala e le sue streghe li trascineranno firno a Svalbard, per liberare Lord Asriel.


PARTE TERZA - SVALBARD


Capitolo 18 - Nebbia e ghiaccio

Il viaggio verso Svalbard è fantasmagorico, pare quasi di volare dentro l'aurora boreale. Serafina Pekkala racconta a Lyra la vera storia di Iorek (che sta dormendo e non sente nulla). Lui, prima di venir catturato a Trollesund, era il re degli orsi di Svalbard. Ma aveva avuto un incidente, in seguito al quale aveva ucciso un altro orso e quindi era stato deposto e messo al bando: se tornerà indietro, come intende fare, gli altri orsi lo uccideranno. Ora il nuovo re è Iofur Raknison, un tipo molto intrallazzato con l'Intendenza Generale per l'Oblazione, che ha dato una piega poco piacevole al mondo degli orsi, cercando più che può di farli assomigliare agli umani.
Ma il freddo è tanto e la strada è lunga, così, mentre le streghe trascinano il pallone, Lyra, Roger, Lee e Iorek si addormentano.
Il loro sonno viene spezzato da scossoni tremendi. Sono stati aggrediti dai Demoni delle Falesie, creature orribili e maleodoranti che vivono sulle scogliere all'estremo nord.
Lee e Iorek, aiutati dalle streghe, ingaggiano coi demoni una lotta formidabile, ma nel trambusto Lyra e Pantalaimon vengono sbalzati fuori dalla navicella del pallone aerostatico e precipitano al suolo.
Atterrano su un cumulo di neve nei pressi della scogliera e ben presto, tra i ghiacci e la nebbia che li avvolge, si rendono conto d'essere da soli.
Ma ad un tratto, mentre Lyra cerca di ritrovare l'orientamento, ecco comparire un orso corazzato. E' Iorek?
No, è un altro orso. Anzi, altri orsi. Sono gli orsi di Svalbard, che la fanno prigioniera e la conducono via.


Capitolo 19 - Prigionia

Lyra viene condotta nel grande palazzo che Iofur Raknison ha fatto costruire. Si tratta di un'imponente costruzione di pietra, a imitazione di una reggia umana, con fregi e sculture ma coperta di sule e guano. Perché Iofur è ossessionato dagli umani e vorrebbe essere come loro. Gli orsi altrimenti vivrebbero in case fatte di ghiaccio e avrebbero uno stile di vita molto più selvaggio, spartano e in un certo senso nobile rispetto a quanto Iofur sta cercando di imporre.
Lyra viene portata nelle prigioni, dove trova un altro prigioniero, un accademico mezzo matto il cui daimon è un serpente.
Questo, tra i vari deliri, spiega che Iofur è totalmente soggiogato dalla signora Coulter, e anche che se Iorek si avvicinasse a Svalbard sarebbe immediatamente ucciso, non avrebbe la possibilità di battersi in duello, perché è considerato un reietto.
Ma Lyra ha un'idea: quando si era nascosta nel Salotto Privato, ricorda ora, aveva sentito che gli accademici parlavano di Iofur e dicevano che il suo desiderio più grande è di avere un daimon. All'epoca lei non ci aveva fatto caso perché non sapeva nulla degli orsi corazzati, ma ora la cosa può tornarle utile.
Pantalaimon diventa un piccolo topo e le si nasconde in tasca, lei si fa ricevere da Iofur e gli dice di essere un daimon artificiale, creato in via sperimentale dall'Intendenza per Iorek (spiega la sua lontananza da lui col fatto di essere simile ai daimon delle streghe). Un daimon rende molto più forte un orso corazzato, ma lei vuole essere il daimon di Iofur. L'unico modo in cui Iofur può averla per sé è di vincere Iorek in regolare duello, altrimenti se lui lo facesse uccidere e basta lei si limiterebbe a svanire. Iorek è così desideroso di avere un daimon da credere a tutte le menzogne di Lyra e acconsente a sfidare Iorek a singolar tenzone.


Capitolo 20 - Senza quartiere

Lyra è spaventata di quel che ha fatto. Sa, dall'aletiometro, che Iorek sta arrivando, e allo stesso modo la bussole le dice di aver fiducia in Iorek, ma lei vede che Iofur è molto più grosso, e soprattutto non affaticato da un lungo viaggio tra i ghiacci. Teme per il suo amico. Ma questo, al suo arrivo, è felicissimo che la ragazzina sia riuscita a procurargli un'occasione del genere: battersi con Iofur è il suo più grande desiderio.
Lo scontro è terribile e i due orsi non si risparmiano colpi feroci, ma anche se Iofur è più grosso è indebolito dalla sua tendenza a voler essere umano, così Iorek vince, uccide Iofur e, come da regola, ne mangia il cuore tornando così a essere il re degli orsi corazzati.
Gli altri orsi esultano: finalmente possono tornare a essere orsi orgogliosi e non più pavide creature costrette a scimmiottare gli umani.
Il palazzo viene distrutto e i prigionieri liberati, ma Lord Asriel non è lì, è ancora più a nord.
Lyra scopre con l'aletiometro che la signora Coulter sta arrivando. Vuole qualcosa che Lyra ha e che serve a Lord Asriel. Ma cosa? L'aletiometro stesso? Lyra pensa che sia così, anche se è perplessa perché se così fosse lo strumento avrebbe risposto in modo diverso.
Ma decide egualmente di andare da Lord Asriel, accompagnata da Iorek, altri due orsi e Roger, che era rimasto con Iorek per tutto il tempo (si era nascosto solo fino alla fine del duello).


Capitolo 21 - Il benvenuto di Lord Asriel

Come prigioniero Lord Asriel è stato problematico per gli orsi. Di solito loro trattano i prigionieri politici con ogni riguardo perché, non si sa mai, potrebbero tornare al potere, e in quel caso agli orsi torna comodo averli trattati bene. Ma Lord Asriel avanza pretese altissime, e ne ottiene sempre ragione in virtù del timore che incute in tutti. Ha chiesto la costruzione di una residenza fatta come e dove diceva lui, si è fatto arrivare libri e strumenti filosofici per realizzare un laboratorio perfettamente aggiornato, riceve visite e insomma si comporta non da prigioniero ma da capo.
Quando Lyra e gli altri lo raggiungono lo trovano in una casa grande, perfettamente arredata e ricca di ogni comfort.
Lord Asriel appare sconcertato e anche spaventato nel vedere Lyra lì. Non è lei che voleva. Ma quando scorge anche Roger accanto a lei si tranquillizza e ordina che i bambini siano fatti mettere a proprio agio. Roger è spaventato, dice che Lord Asriel l'ha guardato con uno sguardo da lupo affamato e che lui gli fa ancor più paura della signora Coulter, ma Lyra cerca di convincerlo (e di convincersi) che è stata solo una falsa impressione, Lord Asriel doveva semplicemente essere stupito di vederla proprio lì.
Roger va a dormire e Lyra va a discutere con Lord Asriel. Lo rimprovera d'avergli sempre tenute segrete le sue origini e d'averla accolta freddamente nonostante tutte le fatiche che lei ha affrontato per raggiungerlo e portargli l'aletiometro.
Lord Asriel rimane così calmo e impassibile che alla fine anche lei si calma e gli racconta per filo e per segno cos'ha fatto da quella sera nel Salotto Privato. Poi gli chiede ragguagli sulla Polvere e lui decide di spiegarle tutto.
La Polvere è quello che fa funzionare l'aletiometro, è un elemento fatto da particelle simili agli elettroni ma che non vengono dal nostro mondo. Sono attratte dagli adulti ma non dai bambini. Cos'è? La Chiesa ritiene che abbia a che fare con il peccato originale. Quando Adamo ed Eva vivevano nell'Eden i loro daimon potevano mutare forma, ma quando essi mangiarono il frutto proibito i loro daimon presero una forma fissa. Dio disse ad Adamo: tu sei polvere e polvere ritornerai, e così la Chiesa ha chiamato Polvere quelle particelle.
Qualcuno pensa che la Polvere sia legata alla natura stessa di Dio e dell'uomo. L'Intendenza crede che la Polvere e il fatto che i daimon si fissino in una forma precisa con la crescita siano collegati: tagliando via ai bambini i daimon impediscono che questi si stabilizzino, in questo modo potrebbero tornare alla purezza primigenia ed essere allontanati dalla polvere e con essa dal peccato originale.
Ma non è tutto: Lord Asriel sa che al momento del taglio del daimon in un bambino si sprigiona un'energia fortissima, energia che potrebbe essere sfruttata per fare qualcosa di grandioso.
Se la Polvere viene dal mondo che si intravede nell'Aurora, allora vuol dire che così come la luce e la Polvere passano da un universo all'altro, allo stesso modo si può trovare un modo per far passare anche gli umani, trovando una giusta esplosione di energia.
E in quel mondo potrebbero essere concentrati tutto il male, il peccato e la morte che affliggono l'uomo: distruggendo quel mondo si distruggerebbe anche tutto il male, si sconfiggerebbe la morte.
Lord Asriel congeda Lyra rendendole l'aletiometro: senza i libri giusti lui non saprebbe neppure usarlo ed è certo che il Maestro l'abbia dato a lei da tenere, non per portarlo a lui.


Capitolo 22 - Tradimento

Lyra viene svegliata dall'agitato maggiordomo di Lord Asriel. E' preoccupato perché è successa una cosa stranissima. Subito dopo la conversazione avuta con Lyra, Lord Asriel appariva come un invasato, s'è fatto preparare la slitta, ha preso con sé Roger ed è partito. Lui aveva bisogno di un bambino per terminare il suo esperimento, e ha uno strano modo di fare: quando gli serve qualcosa trova comunque il modo di chiamarla a sé. Perciò era rimasto sconvolto nel vedere Lyra, perché non aveva richiesto proprio lei. Ma si era rincuorato nel vedere Roger.
Di colpo e con grande orrore Lyra comprende tutto: Lord Asriel vuole praticare l'intercisione su Roger per avere l'energia per passare il varco con l'altro mondo. Quel che lei aveva e a lui serviva non era l'aletiometro, ma Roger. Lei credeva di aver intrapreso il viaggio per salvarlo e invece l'aveva consegnato al suo carnefice.
Senza perdere tempo, Lyra chiama Iorek e gli altri orsi per seguire la slitta di Lord Asriel e fermarlo.
Ma vengono aggrediti prima da streghe nemiche e poi da uno zeppelin pieno di tartari agli ordini della signora Coulter. Gli orsi sono armati e Iorek abbandona i suoi alla battaglia, portando Lyra lungo le tracce della slitta, mentre intanto l'aurora boreale sfavilla attorno a loro tra lo scintillio delle nevi e l'oscurità fitta della notte polare.
I due seguono le tracce fino a un crepaccio, attraversato da un esile ponte di neve pressata. La slitta l'ha evidentemente attraversato ma Iorek è troppo pesante per farlo. Da qui in poi Lyra deve proseguire da sola. Attraversa il ponte che le crolla alle spalle. Ora non può più tornare indietro e non le resta che proseguire.


Capitolo 23 - Il ponte verso le stelle

Più su, verso nord, tra i ghiacci della banchisa e l'insondabile buio della Polvere e del cielo. Lyra si sente spaventata e sola, ma sa che non può fermarsi.
Lord Asriel sta ultimando la costruzione del suo apparecchio, quello che gli permetterà di aprire un varco tra i due mondi. L'altro mondo, l'altra città, già appare tra le coltri dell'aurora. Roger è spaventato, non ha modo di reagire e il daimon di Lord Asriel stringe tra i denti il suo.
Lyra e Pantalaimon cercano di fermarlo, riescono a liberare il daimon e i due bambini fuggono, ma il leopardo delle nevi riacciuffa immediatamente il daimon di Roger, glielo strappa via e il ragazzino muore sul colpo. Questo è quel che basta: il sole dell'altro mondo comincia a splendere sui ghiacci polari, il varco è stato aperto.
Ma lì compare anche la signora Coulter, e avviene quel che Lyra mai si sarebbe aspettata: lei e Lord Asriel volano l'una tra le braccia dell'altro e i due si legano in un bacio appassionato, mentre i loro daimon si scambiano effusioni.
Lord Asriel vuole partire per il nuovo mondo: l'apertura del varco significherà la fine della Chiesa e lui vuole esserne l'artefice. Chiede a Marisa, questo è il nome della signora Coulter, di seguirlo: insieme potranno vivere in un nuovo, migliore mondo.
Ma lei ha paura, la Chiesa bollerà l'apertura del varco come un'eresia, chi la sostiene sarà scomunicato... i due si lasciano, e mentre Lord Asriel si dirige verso quella città oltre le stelle, la signora Coulter si allontana, in lacrime.
Nessuno bada più a Lyra. Lei, accanto al corpo di Roger, è frastornata. E ad un tratto pensa che dopotutto i grandi potrebbero averle sempre mentito. La Polvere potrebbe essere una cosa buona e non cattiva. L'unico modo per dare un senso a tutto è andare lì, in quel mondo, e scoprire tutto quel che c'è da scoprire.
Senza paura, perché in fondo lei non è sola: ha sempre, e sempre avrà, il suo Pantalaimon con sé.

FINE LIBRO PRIMO

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