Sì, lo ammetto, per "epoca" intendo qualcosa di estremamente personale. Ma che posso farci? Anche se la cosa è stupida non riesco a non commuovermici. In sostanza... sabato scorso è uscito l'ultimo numero di Minni - amica del cuore, periodico Disney che più di tutti mi ha segnato.
Il primo numero era uscito nel 1993, quando ancora non lavoravo, e mi aveva lasciata interdetta. In pratica non vedevo di bon occhio un "femminile" Disney, ero convinta che ne sarebbe venuto fuori qualcosa di troppo frivolo. In effetti un po' frivolo lo era, ma era anche tanto nuovo.
Ho cominciato a lavorare a Minni (che all'epoca si chiamava ancora "Minni & Company") nel 1996, in pratica è stato fra i miei primi lavori.
All'inizio scrivevo solo sceneggiature a fumetti, poi pian piano ho cominciato con altre cose: la correzione di storie altrui e delle bozze, l'inserimento del famigerato quinto colore (che mi mandava in crisi quando non sapevo più cosa "argentare"), poi la compilazione di brevi articoli redazionali... incluse le schede dei segnalibri, per un po'...
E come dimenticare il Diario di Paperina, la rubrica che ho tenuto per quasi due anni assieme a Paolo Campinoti quando la rivista si chiamava Minni Mag?
Era una rubrica sperimentale, come tutto il magazine. Un bel posto dove poter provare nuove soluzioni. E' stato un periodo molto creativo, quello.
Poi nel 2001 il giornale è diventato "tuttofumetto", e ha cominciato a pubblicare solo ristampe. Da allora io tenevo tre rubriche: la posta, l'oroscopo e due pagine generiche da poter dedicare di volta in volta all'argomento che mi stava più a cuore.
Insomma, anche così (per quanto poi in tasca non me ne venisse più niente) era una valvola di sfogo, una specie di oasi per portare aventi un discorso di contenuti, per poter ancora raccontare alle lettrici qualcosa di vero... e ora è finito. Dopo dodici anni di lavoro è tutto finito.
Mi ci sono commossa, non sono riuscita a farne a meno.
Per l'ultimo numero ho cercato di fare del mio meglio, di lanciare un messaggio positivo alle lettrici. Che non sono solo lettrici, ma ragazzine che un giorno, quando toccherà a loro essere adulte, potrebbero fare la differenza tra un mondo migliore e uno mediocre.
E io spero proprio che quel messaggio possa essere utile per qualcuno!
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